Intervista esclusiva di Roberto Pazzi a culturelite (a cura di Tommaso Romano)

Lei è stato spesso definito uno scrittore visionario ritiene pertinente una tale definizione?

Ritengo che vedere la cosa prima di poterne scrivere sia requisito fondamentale dell'ispirazione fantastica come ci insegnano Ariosto e Calvino. Essere visionari significa anche in qualche modo portare la responsabilità di cose che non appartengono all’ambito della nostra esperienza.

"Cercando l'Imperatore" è stato un grande e duraturo successo di critica e di vendite vi è uno specifico motivo e quali valori il libro evoca

Il successo di Cercando l’imperatore si lega alla capacità profetica della visionarietà che mi ha fatto diventare sensore in anticipo della caduta del comunismo sovietico. Quest’anno andrò in Russia nel centenario della tragedia dei Romanov a varare l’edizione russa del romanzo

Nativamente poeta e autore di importanti raccolte come vede la situazione della poesia contemporanea e come definirebbe partendo dalla sua concezione la poesia?

La poesia è sintesi di messaggi subliminali della zona più inconscia di ognuno di noi. Vive del non detto e del rimosso. Scomoda il lettore ad avventurarsi in zone che preferisce di solito non esplorare ma proprio a questo valore destabilizzante e quindi non commerciale deve la sua forza. Oggi vive in clandestinità e si fa più gustare nei cantautori veicolata dalla musica che dai versi.

Nel trionfo del minimalismo e nell'esplodere dei social e dei media in generale scrivere e pubblicare libri è atto già di autenticità, senza negare l'uso utile dei media stessi lei che pensa del futuro del libro stampato?

Penso che sopravviverà a parte come bisogno di lentezza e di meditazione. Sabotando il precipitare veloce nel Nulla cui corrono i social e tutto il resto. La grandezza dell’effetto ha soppiantato l’effetto della grandezza. Ma di libri lenti e timidi l uomo avrà bisogno sempre.

Recentemente è uscito un carteggio molto importante fra Lei e Vittorio Sereni, ci vuole dire qualcosa?

Il carteggio con Sereni è il diario di una crescita di una vocazione per la poesia. Lui la scoperse in me nel lontano 1965… avevo 19.anni e la incoraggio mettendomi in guardia contro l ansia della pubblicazione. Scrisse comunque una memorabile nota alle mie prime poesie pubblicate a 23 anni sulla rivista fiorentina Arte e Poesia di Alessandro Bonsanti che viene riportata nel carteggio. Sereni mi diede 34 lettere inedite del grande Saba a lui dirette da leggere per arricchire la mia tesi di laurea su Saba relatore Luciano Anceschi.

Oltre Sereni ci vuole indicare gli incontri letterari e umani che hanno influito o sono diventate vere amicizie?

Ho conosciuto tanti grandi da Jabes a Bonnefoy, a Brodsky a Montale a Moravia a Amado a Caproni a Raboni prefatore di Cercando l’imperatore.... mi hanno arricchito di stimoli e conoscenze...

Quali sono i libri prossimi e i suoi progetti per i prossimi mesi?

Ho un romanzo in partenza, da Bompiani, sulle ultime ore di viaggio di Napoleone prima di sbarcare a Sant'Elena... tutta la vita concentrata in quella cabina...

Vuole regalare ai nostri lettori un suo aforisma inedito?

Che spia la vita.

La più grande follia per piacere agli altri spiacere a se stessi

 

 

Tommaso Romano e a destra Roberto Pazzi

Roberto Pazzi, vive a Ferrara, dove ha insegnato nella scuola e nell'università, dopo tre anni di docenza ad Urbino. Laureatosi in lettere classiche a Bologna con Luciano Anceschi e una tesi in estetica sulla poetica di Umberto Saba). Tradotto in ventisei lingue. Le sue raccolte di versi sono: L'esperienza anteriore (I dispari, 1973), Versi occidentali (Rebellato 1976), Il re, le parole (Lacaita, 1980), Calma di vento (Garzanti, premio internazionale E. Montale 1987, tradotto in francese nelle Editions de la Différence), Il filo delle bugie (Corbo, 1994), La gravità dei corpi(Palomar, 1998, tradotto in tedesco da Tropen e in turco da Estetik Us, premio Frascati, premio Calliope, premio Marineo), Talismani (Marietti 2003) e Felicità di perdersi (Barbera, 2013). Il suo esordio narrativo avviene nel 1985 con Cercando l'Imperatore, dalla critica concordemente collocato sulla linea fantastico-visionaria della nostra narrativa.

Seguono poi alcuni romanzi dove la storia si fa pretesto di reinvenzione fantastica su una linea di pensiero antistoricistica: La principessa e il drago (Garzanti 1986, finalista premio Strega 1986, presentato da Giorgio Caproni e Giovanni Raboni, premio Rhegium Julii, premio Piombino), La malattia del tempo (Marietti 1987, Garzanti 1991), Vangelo di Giuda (Garzanti 1989, superpremio Grinzane Cavour 1990, ristampato da Baldini&Castoldi nel 1999, da Sperling & Kupfer nel 2006 e da Bompiani nel 2015), La stanza sull'acqua (Garzanti 1991, finalista premio Napoli, ristampato da Bompiani nel 2012).

Con Le città del dottor Malaguti (Garzanti 1993, premio Castiglioncello, premio Catanzaro) la narrativa di Pazzi, pur rimanendo di ispirazione visionaria, approda al presente, alla cronaca italiana di questi anni, alla città dove il narratore vive, Ferrara. Ecco allora i romanzi successivi, Incerti di viaggio (Longanesi 1996, premio Selezione Campiello, superpremio Penne-Mosca 1996), Domani sarò re (Longanesi 1997), La città volante (Baldini & Castoldi 1999, finalista al Premio Strega, presentato da Dario Foe Sebastiano Vassalli, in ristampa da Frassinelli), Conclave (Frassinelli, 2001, ristampato da Barbera nel 2012, premio Scanno, premio Comisso, Superpremio Flaiano, premio Stresa, premio Zerilli Marimò della New York University, premio Rapolano Terme, finalista premio Viareggio, finalista premio Bigiaretti, tradotto in Germania, negli USA, in Estonia, in Slovacchia, Francia, Spagna, Portogallo, Russia, Turchia, Polonia, Serbia, Brasile, Croazia e in corso di traduzione in Giappone, Lituania, Albania e Corea), L'erede (Frassinelli 2002, finalista premio Viareggio, premio Maria Cristina, tradotto in tedesco), Il signore degli occhi(Frassinelli 2004, tradotto in sloveno, premio Cala di Volpe), L'ombra del padre (Frassinelli 2005, tradotto in francese, premio Procida Elsa Morante Isola di Arturo), Qualcuno mi insegue (Frassinelli 2007), Le forbici di Solingen (Corbo 2007), Dopo primavera (Frassinelli, 2008), Mi spiacerà morire per non vederti più (Corbo 2010), D'amore non esistono peccati (Barbera 2012), La trasparenza del buio (Bompiani 2014) e il recente Lazzaro (Bompiani, 2017), finalista Premio Dessì 2017, in corso di traduzione in coreano.

A Palermo ha avuto assegnato il Premio Fragmenta per la Letteratura. Attualmente, dopo dodici anni di collaborazione esclusiva al Corriere della Sera, è opinionista di QN Quotidiano Nazionale (Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione) e all'estero è collaboratore di The New York Times

 

 

 

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