Tommaso Romano, "Il barone Bebbuzzo Sgàdari di Lo Monaco" (Ed. Thule) - di Giuseppe Fumia

Il barone "BEBBUZZO" nella Palermo del '900

 

Alla collana “Ammirate biografie. Incontri e profili di siciliani e non” il saggista e poeta Tommaso Romano aggiunge un’altra perla: “Il barone Bebbuzzo Sgàdari di Lo Monaco. Un eclettico personaggio a Palermo della prima metà del Novecento” (Ed. Thule, pp. 76, 10,00 €). Una chicca, soprattutto per chi ama la Palermo dorata del tempo che fu.

Tommaso Romano, l’Apostolo della Cultura, come di recente l’ha definito Giuseppe Bagnasco, ha il grande merito di avere raggiunto alla miriade delle sue opere un saggio prezioso, che assolutamente ci è mancato fino ad ora, dedicato ad un personaggio di grande spicco nella società palermitana della prima metà del ‘900 di cui possiamo finalmente conoscere la vita e l’opera.

Pietro Emanuele Sgàdari di Lo Monaco, chiamato familiarmente “Bebbuzzo”, appartiene a una nobile famiglia originaria delle Madonie. Nasce a Palermo nel 1906 e muore a soli 51 anni nella stessa città natale nel 1957. È un personaggio di multiforme ingegno, che ama l’arte, la musica, lo sport, i viaggi e, nonostante i tempi, non fa mistero della sua omosessualità. Vive a Palermo in un palazzo settecentesco ubicato al civico 109 di corso Scinà, che manco a dirlo, oggi non esiste più, spazzato via dal criminale scempio edilizio perpetrato nei decenni passati. La casa avita, dove esiste una biblioteca di oltre centomila volumi, in gran parte antichi e preziosi, mobili d’epoca, ceramiche, quadri, è frequentatissimo luogo d’incontro di artisti, letterati e non solo, che lasciano l’autografo in un grande volume delle firme illustri che oggi è conservato nella biblioteca regionale della Sicilia di Palermo.

Delineata, sommariamente da noi, la personalità di Bebbuzzo, è la penna di Romano che deliziosamente fa emergere il ritratto di un uomo originale e straordinario, intelligentissimo, diremmo eccezionale, capace di svariare con la medesima intensa passione in ogni campo dello scibile e dell'arte. Il tutto descritto in dilettevoli pagine che si leggono d'un fiato.

A Tommaso Romano va anche il merito di avere messo sapientemente in luce il dualismo caratteriale di uno Sgàdari moderno e modernista che plaude agli artisti di valore del suo tempo (anche a Guttuso, ovviamente) e, al contempo, nutre una sorta di nostalgia del passato che non torna più, senza per questo essere ostinatamente attaccato a idee o costumi che hanno fatto il loro tempo. Del passato conserva tuttavia l'incontrollabile fede monarchica e la grande devozione a Umberto II di Savoia, il "re di maggio", che ospita varie volte nel suo palazzo e verso cui nutre profonda stima e amicizia al punto di andarlo a trovare di frequente nel suo esilio di Oporto in Portogallo.

Pubblicista elegante ed efficace traduttore di antichi testi francesi, nel 1930 Sgàdari di Lo Monaco traspone "Il Testamento" di François Villon scritto nel 1431 e di cui fornirà la prima traduzione in italiano. Musicologo e critico musicale, inoltre, possiede una ricchissima raccolta di dischi con ogni genere di musica e tutti gli autori, non solo i classici ma anche i contemporanei.

"Uomo complesso, naturalmente legato al suo ceto e alle vicende del suo tempo, Sgàdari di Lo Monaco - scrive Tommaso Romano - fu pieno di interessi, brillante ironico, disponibile con tutti, grande viaggiatore, filantropo e studioso.

Persegui, a suo modo e come si conviene agli spiriti liberi, in fondo un solo Ideale: quello che la musica e le arti sostanziassero e fossero vissute soprattutto "per seguir virtute e canoscenza", come si legge nel celebre verso di Dante (che volle porre nel suo Ex Libris e in cui si riconosceva). Questo Ideale, oggi desueto e relativizzato secondo i "gusti", fu certamente l'Armoniosa Bellezza".

Il volume, si avvale di un'introduzione di Aldo Gerbino e di un testo conclusivo di Vincenzo Prestigiacomo sul personaggio Sgàdari organizzatore di eventi sportivi.

All'interno molte immagini della miriade di personaggi citati nel libro è una galleria di ritratti con dedica autografa al barone Pietro Sgàdari di Lo Monaco fra cui quelli di Pirandello, Pitigrilli, Borgese, Zandonai, Respighi, Bontempelli, Carnera, Simoni, Orestano, Piacentini, Pizzetti, De Sica, Marinetti.

Sono tutte immagini archiviate nel "Fondo Sgàdari di Lo Monaco" del ricco patrimonio iconografico della Fondazione Thule Cultura di Tommaso Romano.

 

Nella foto di copertina Pietro Emanuele Sgàdari di Lo Monaco è ritratto in uniforme dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

 

da: "Il Settimanale di Bagheria", n. 926, 25 Aprile 2021

 

 

da: "La Sicilia", Catania, 24 aprile 2021

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