Profili da Medaglia/48 - "Ninni Cassarà" di Tommaso Romano

C’è stato un tempo non lontano, ed abbiamo il dovere di ricordarlo tutti, giovani ed anziani, in cui si scriveva troppo liberamente sui muri «uccidere un poliziotto non è reato». C’è stato l’odio per chi serviva lo Stato e i cittadini, la legge e la libertà, odio per chi lottava contro la sovversione, la violenza, l’inciviltà. Vi erano le “ragioni” irragionevoli della criptopolitica, della utopia negativa di paradisi dittatoriali. Insieme e da troppo lungo tempo, in Sicilia e non solo, la mafia si militarizzava sempre più falciando ogni oppositore, ogni nemico, facendo proseliti fra il silenzio dei pavidi, la paura e gli affari dei mercanti e dei politici corrotti.
Ninni Cassarà, figlio e studente solare e corretto, si formò, invece, alla scuola dell’amore cristiano, del dovere, del servizio al prossimo a dell’affetto famigliare. Visse con gli amici e colleghi la stagione della giovinezza coltivando con tenacia, laicamente, la religione della lealtà e del rischio.
Fu così che si maturerà in lui la scelta consequenziale per tutelare e difendere la “tranquillità dell’ordine” forte degli insegnamenti dei Suoi Maestri di vita e di scuola, sulla scia proprio di Sant’Agostino e del suo pensiero compendiato in quel motto. Da poliziotto e da vice commissario poi, conoscendo e praticando bene doveri e responsabilità delicatissime.
La tranquillità dell’ordine fu il distintivo vivente che Ninni si portò appresso con libertà ed orgoglio, spesso con un sorriso, nella breve, fulgida esistenza, consumatasi atrocemente fino al martirio che lo rende così simile a S. Massimiliano Kolbe, a Salvo D’Acquisto e a Don Pino Puglisi (ci si augura presto Beato e su cui ha scritto belle e dense pagine Francesco Deliziosi), insieme ai tanti altri servitori dello Stato barbaramente trucidati dalla mafia negli anni più oscuri della storia della nostra Isola, a cominciare da Chinnici, Mancuso, Falcone, Borsellino.
La memoria di Cassarà si iscrive così e per sempre nel cielo degli Eroi moderni, un esempio di giovane uomo che detta alle coscienze il monito per onorare la vita come dono e bene prezioso e il servizio alla comunità e alla Giustizia come orizzonte onesto e nobilitante l’avventura irripetibile della vita intesa come compito a cui è imperativo categorico dare un senso profondo.
Stoicamente, se necessario.
 
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