Krinon: un’esperienza editoriale nel centro Sicilia

di Alberto Maira

 

Con una piccolissima ma originale opera di filosofia della musica in Platone, scritta da Floriana Pilato, diplomata in pianoforte e laureata in filosofia, nel marzo del 1986 nasceva un’esperienza editoriale a Caltanissetta, nel profondo sud, in quel centro Sicilia con un passato fecondo di cultura e che si avviava a conoscere una spaventosa crisi insieme economica e culturale, anche se costellata da eroici tentativi di resistenza. Eroici quanto difficili. Anche quello delle edizioni Krinon sarà uno di questi tentativi con momenti di fecondità e difficoltà economiche ma con produzioni anche importanti che hanno avuto risonanza nazionale e internazionale impensabile al momento del suo esordio. Nata da decisione mia e di mia moglie, quando dopo qualche tempo, tornato da Palermo dove ho vissuto la parentesi universitaria, quella del servizio militare e qualche anno di esperienze lavorative per un totale di circa un decennio. Un decennio di grande impegno all’interno del mondo cattolico, in Alleanza Cattolica e al tempo stesso a stretto contatto con il fecondissimo editore Tommaso Romano, amico quasi da quando avevamo “i calzoni corti” ci ripetiamo spesso, col quale ho combattuto tante battaglie culturali e politiche e appreso i vari volti della sua bella e robusta esperienza editoriale: quella di Thule da lui fondata, diretta e ancor oggi brillantemente lanciata.  Quell’esperienza, che poi a Caltanissetta mi mancherà tanto e che per qualche anno ho riproposto in un contesto minuscolo quanto più difficile rispetto al respiro di una città capitale come Palermo.

 

Già nel 1986, approfondita la conoscenza con l’on. Giuseppe Montalbano, frequentando spesso e volentieri il salotto di casa sua a Palermo, pubblicavo un suo testo di “diritto penale e sul terrorismo internazionale”. Giuseppe Montalbano è stato un personaggio straordinario, complesso e serio. L’ho conosciuto quando era già totalmente cieco e dettava le sue tantissime opere alla segretaria che gli leggeva la stampa e quanto richiesto. Sempre aggiornatissimo, attento e vigile fino alla fine dei suoi giorni.  Nato a S. Margherita Belice nell’agrigentino cittadina della quale diventerà sindaco, era stato dirigente di punta nell’isola del Partito Comunista Italiano, due volte sottosegretario alla Marina mercantile, braccio destro di Togliatti per la Sicilia, fu segretario del PCI nell’isola, docente di Procedura Penale all’Università di Palermo. Negli anni sessanta del secolo scorso dopo una profonda crisi di coscienza abbandonerà la filosofia marxista e il partito del quale fu deputato regionale e nazionale, divenendo un anticomunista convinto e a questa lotta, quasi a voler controbilanciare i tanti anni di adesione al PCI dedicherà il suo slancio fino alla morte avvenuta il 29 ottobre del 1989 a novantaquattro anni. Ma l’aver abbandonato il comunismo fece scendere su di lui la totale congiura del silenzio universitaria, culturale e politica. Lo stesso Wikipedia ancora oggi, tracciandone il profilo, tace su questa parentesi lunga e feconda della sua vita. Parentesi nella quale scrisse tantissimi volumi sui quali ritornava sempre sulle ragioni dell’abbandono del comunismo che oltre a quelle dottrinali erano state determinate dall’aver scoperto l’esistenza di un connubio stretto quanto immorale tra PCI e mafia. Oltre ogni furba retorica comunista sulla mafia…. Con Krinon scrisse oltre alla già citata opera anche “Marxismo e rivoluzionarismo”, “Inconciliabilità tra marxismo e cristianesimo”, “Saggi di Giustizia penale. La responsabilità del Giudice “, “Parlamentarismo e sindacalismo”, “Frammenti di cultura”, “Frammenti di Morale”, “Frammenti di Politica”. Mafia e pentitismo”, “Critica al Comunismo”, “Giuliano e la strage di Portella della Ginestra” “Stalin-Togliatti-Gramsci. (I crimini di Stalin)”, “Gorbaciov stalinista”. Ad incoraggiarmi nella pubblicazione delle sue opere tra gli altri trovai un altro grande personaggio che mi onoro di aver tanto frequentato a Palermo nella sua abitazione di via Cilea, mons. Giuseppe Petralia (1906-2000), vescovo emerito di Agrigento e personale amico del Montalbano e che ebbe il merito, ritengo tra gli altri, di seguirlo nel suo cammino di conversione dal marxismo al cristianesimo. Il pubblicare le opere di un uomo che aveva conosciuto il comunismo e che adesso lo combatteva strenuamente, rese particolarmente felice il socio accomandatario della casa editrice, mia madre, Giandesin Luisa (1928-2005). Infatti nel 1987, la Krinon era divenuta una s.a.s.  Rese felice mia madre che aveva conosciuto tutta la carica di violenza omicida della resistenza partigiana comunista nella sua complessa città toscana,  Carrara,   da dove  dovette fuggire appena sedicenne – priva di ogni bene, venduto per pagare i legali in processi farsa sommari gestiti da bande anarco-partigiano-comuniste inferocite -  verso la Sicilia per sottrarsi alle persecuzioni rosse alle quali fu ferocemente sottoposta la famiglia intera, mamma, padre, sorella e fratello entrambi minorenni. Quella pagina terribile della loro esistenza la segnò per tutta la vita e anche il poter svolgere una piccola e discreta parte in una casa editrice che il cattolicesimo e l’anticomunismo l’avevano ufficialmente sposato fu ragione di gioia e rivincita. 

Ed a proposito di comunismo, nel 1990 pubblicammo un piccolo compendio della grande “Storia dell’Albania” del combattente ed esule albanese Zef Margjinaj (1921- 1992). Il volume fu sponsorizzato da Alleanza Cattolica, la prefazione fu curata da Mauro Ronco, reggente in Piemonte dell’associazione e fu presentato in tanti luoghi in Italia. E finalmente quando furono organizzati nei mesi di agosto del 1992 e 1993, appena caduta la tirannia comunista di Ramiz Alia successore dell’ancora più feroce leader albanese Enver Hoxha deceduto nel 1985, due missioni di solidarietà culturale e materiale nella terra delle aquile, missioni alle quali partecipai anch’io, furono presentate e distribuite copie del volume in varie città dell’eroico paese. Personalmente ho consegnato nella zona del nord Albania in Mirdita copie del volume che ha permesso a tanti di riscoprire una storia che era stata occultata, di consegnarle a testimonianza che a fronte di un occidente traditore qualcuno non aveva dimenticato le famiglie dei combattenti anticomunisti sopravvissute e i familiari dell’autore del testo.

 Ed ancora a proposito di monsignor Giuseppe Petralia, il grande vescovo  presenziò ad un convegno sul geovismo in Sicilia, uno dei primi e a quel tempo dei pochi sul tema delle nuove religioni che, organizzato in primis da Alleanza Cattolica e dal settimanale diocesano di Agrigento, si  tenne a Palermo il 21 gennaio del 1984, nella splendida cornice dell’ospitale Chiesa di S. Ninfa ai Crociferi ed ebbe illustri relatori e amici dell’organismo promotore come il prof. Eugenio Guccione, dell’Università di Palermo,  mons. Domenico De Gregorio, direttore dell’”Amico del Popolo” e storico fine,  frà Tommaso di Maria e Gesù fondatore dei Frati Minori Rinnovati e don Ernesto Zucchini. Due anni dopo la Krinon pubblicherà l’importante intervento di don Zucchini del clero di Massa-Carrara-Pontremoli, uno dei più profondi conoscitori in Italia del tema trattato. Il volumetto ebbe grande successo di recensioni e presentazioni, ed ebbe il merito anche di far conoscere la nuova casa editrice in ambito cattolico e fuori dai confini isolani.

Un’opera fuori collana ma di grande valore fu la pubblicazione degli “Scritti sull’arte in Sicilia” dello storico e critico letterario Paolo Emiliani Giudici nato nel 1812, curata dal giornalista e romanziere Paolo Giudici deceduto nel 1964 e per la Krinon dalla figlia Giuseppina Giudici, donna di cultura cattolica, coerente combattente delle battaglie della destra italiana, docente ed educatrice attenta. La pubblicazione degli scritti sull’arte in Sicilia fu da parte sua un omaggio all’antenato, al padre e alla propria città: Mussomeli.

A proposito di terra sicula, di Nino Di Maria, nato a Sommatino, nel nisseno, fecondo romanziere, ispiratore e co-sceneggiatore tra l’altro del film di Pietro Germi Il cammino della speranza e amico di Leonardo Sciascia, la Krinon pubblicò nel 1987 “Sole di Sicilia” mentre una collana di poesia “Athos”, diretta con sapiente cura da Tommaso Romano, vide l’uscita di otto volumi. Solo per portare qualche esempio: dalle liriche del Magistrato di Corte di Cassazione e Presidente della Prima Corte D’Assise di Caltanissetta, il grande poeta Placido D’Orto a Enzo Falzone, dall’artigiano poeta Gaetano Riggio a don Salvatore Callari con il quale la Krinon ha tanto collaborato pubblicando anche “Testimoni in Diretta” con prefazione di mons. Giuseppe Petralia e “La leggenda del Castello e la ballata delle tre donne “presentato nella sua Mussomeli, a Caltanissetta e nelle TV locali sulle quali don Salvatore ha per anni condotto trasmissioni seguitissime. A proposito di presbiteri locali uscirono anche due volumi autobiografici di esperienze sacerdotali, personali e familiari di mons. Giovanni Calamoneri una mite, colta e grandiosa figura d’altri tempi. Il primo volume ebbe la presentazione del Cardinale Pietro Palazzini e il secondo quella di mons. Romolo Carboni, arcivescovo titolare di Sidone e Nunzio Apostolico. 

Ma Krinon esce presto fuori da Caltanissetta e dalla Sicilia con opere che riflettono profondamente lo spirito dell’editore. La pubblicazione in collaborazione con la Lanteriana di “Servire la Chiesa. Il venerabile Pio Bruno Lanteri (1759-1830)”, fondatore degli Oblati di Maria Vergine e pioniere del movimento dei laici cattolici che tanto si battè contro la Rivoluzione anticristiana, massonica e liberale. L’opera del sacerdote lanteriano don Paolo Calliari ebbe la prestigiosa prefazione di Giovanni Cantoni, fondatore di Alleanza Cattolica.  L’anno prima vide la luce “Lo chiamavano Gesù” di Piero Pajardi magistrato lombardo e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La prefazione fu curata dal docente universitario torinese e avvocato Mauro Ronco.

La profonda stima, condivisione di obiettivi culturali e la personale amicizia, portarono alla pubblicazione di due testi di Rino Cammilleri, siciliano di Cianciana, trapiantato prima a Pisa e poi a Milano. Il primo volume fu scritto a due mani con Antonio Socci e ha per titolo “Pio IX e Garcia Moreno. Il Papa scomodo e il presidente cattolico”.  Il secondo è un testo di canti scritti e cantati nell’allegata “musicassetta” dallo stesso Cammilleri. Occasione per scrivere la storia e riproporre valori essenziali quanto dimenticati e traditi.  In questo ambito meritano di essere citati ancora “Trono e altare” di Paolo Caucci e Pucci Cipriani e “Nova et Vetera” del docente universitario di Letteratura Cristiana Antica a Parma Giovanni Torti.

Opere di spessore teologico e storico-religioso sono state quelle pubblicate da Francesco Spadafora  sacerdote calabrese, scrittore, biblista ed esegeta, docente all’Università Lateranense nonché perito di Sacra Scrittura al Concilio Vaticano II e padre spirituale di Elena Aiello la suora stigmatizzata beatificata sotto il pontificato di Benedetto XVI ; il grosso tomo del padre barnabita  Domenico Frangipane, docente al Collegio Teologico Internazionale dei padri barnabiti a Roma e poi a Firenze, dell’avvocato nisseno Rosario Siciliano, del preside nisseno Giuseppe Candura che ha pubblicato uno studio sulle diocesi italiane dai tempi apostolici al all’età contemporanea, di Giampiero Perri su “Popolo e Chiesa in Lucania” mirante al recupero della memoria storica e dell’anima religiosa della sua terra. Ma ancora una bella biografia di S.Francesco curata da fra Giuseppe Raimondo (1914 - 1996), cappuccino siciliano nato a Castelbuono e scrittore fecondissimo del mondo francescano.

Fiore all’occhiello dell’opera editoriale ma anche evangelizzatrice che fu la Krinon, risultò la pubblicazione di un volumetto sul rapporto tra Chiesa perseguitata e messaggio mariano ad opera del grande padre Lardo, padre Werenfried Van Straaten, fondatore dell’Aiuto alla Chiesa che Soffre. Si tratta in realtà di una predica tenuta dallo stesso a Mestre nel 1986 sulla straordinaria figura del cardinale ungherese Joseph Mindszenty.

Tre opere di grande prestigio chiusero l’esperienza editoriale dopo il 1993. Si tratta degli scritti inediti di Antonio Capece Minutolo, principe di Canosa dal titolo “Discorso sulla decadenza della Nobiltà” e “L’isola dei ladroni o sia la costituzione selvaggia” entrambi sapientemente e doviziosamente curati dal compianto on. Avv. Silvio Vitale, che fu anche parlamentare europeo nonché apprezzato fondatore nel 1960 e direttore fino alla data della sua morte nel 2005 del periodico tradizionalista napoletano “L’Alfiere”. L’altra raccoglie quattro studi del giudice Francesco Mario Agnoli sul tema della “Rivoluzione, scristianizzazione e insorgenze” con una prefazione del professor Marco Tangheroni indimenticabile esponente di spicco di Alleanza cattolica, storico insigne del medioevo e maestro di vita indiscusso di una generazione di cattolici contro-rivoluzionari.

Questa esperienza e questa piccola storia culturale controcorrente non sarebbe stata possibile senza il contributo tra i tanti citati e dei tanti non citati ma non dimenticati di tre persone a diverso titolo per me straordinarie. In primis mia moglie Giosina che  ha collaborato con entusiasmo alla realizzazione di tutti i sessanta volumi editati, poi quella del mio grande amico fraterno  Alessandro Pagano che  mi ha da subito offerto e per tutti gli anni una gratuita, affettuosa, costante consulenza fiscale e di orientamento aziendale sapiente, oltre che quella culturale e di sostegno nei momenti di sconforto che non sono mancati, nonché quella dell’indimenticabile e compianto avvocato Rosario Siciliano nostro socio fedele oltre che amico sincero.

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