Myriam De Luca, "L'invisibile nutrimento" (Ed. Thule) - di Antonino Schiera

Il libro celebra il desiderio dell’autrice di vivere in totale armonia con la natura, esaltandone la bellezza e il senso di pace che riesce a donare, ma anche il desiderio di lasciare un segno tangibile in una società che ha bisogno di vivere senza ambiguità. Nutrimento dell’anima che l’autrice definisce nel titolo invisibile, che si materializza nei versi di questa raccolta di poesie che vi consiglio di leggere arricchendo, così, la biblioteca del vostro cuore.

 

Myriam De Luca nel corso della sua esistenza ha scritto racconti e poesie che fino a qualche anno fa aveva tenuto chiusi in un cassetto. Risale infatti al 2016 la pubblicazione del suo primo romanzo Via Paganini, 7 storia che è stata adattata per essere rappresentata in teatro l’anno successivo. Nel 2018 l’ispirazione alla scrittura ha portato l’autrice a pubblicare la sua prima raccolta di poesie dal titolo Esortazioni Solitarie (Il Convivio Editore) e nel 2020 ha visto la luce la raccolta di poesie L’invisibile nutrimento (Thule Edizioni), oggetto di questa recensione.

 

L’invisibile nutrimento è ancora una volta il cassetto della poesia di Myriam De Luca che si apre diffondendo nell’aria un refolo aromatico intriso di versi, partendo dalla frase con la quale l’autrice accoglie il lettore: “Tutti dobbiamo attraversare qualcosa. Avvicinati con calma all’argine e lascia che accada”. Mi sembra un’ottima riflessione che suggerisce di attendere con forza e serenità d’animo gli eventi che desideriamo accadano, fortificati nel frattempo dalle prove che la vita ci impone di superare. Il libro si apre con la poesia Arriverà l’amore che sintetizza in versi la riflessione appena citata: Sale di corsa le scale / nessuno ode il suo respiro corto / Il vento gli scompiglia i capelli / dissolve i suoni confusi / del suo spirito folle… nella parte iniziale descrive i fatti della vita che per via del folle desiderio di conoscere ed esplorare ci sconvolgono, ma anche ci fortificano. La poesia si conclude così… Riemerge tremante / si posa sul davanzale ghiacciato / di una casa calda / L‘amore è arrivato / nulla potrà impedirgli di entrare. Ecco che accade ciò che il protagonista della poesia desiderava fortemente e mentre aspettava viveva con intensità la sua esistenza.

Nella seconda poesia a pagina dodici, Fluttua l’animatra la voglia di liberarsi dai suoi vizi / e l’insidiosa tentazione / di compiacersi in essi… versi che sintetizzano il desiderio di vivere un’esistenza senza ambiguità, che viene descritta come una coperta che viene strappata; senza le macchie del pregiudizio, ma caratterizzata dalla generosità d’animo: …Presterò aiuto a chi come me / getterà acqua fresca sulle facce da circostanza.

A pagina quattordici attraverso i versi della poesia Quando non ci sarò più, l’autrice mostra di avere una particolare attenzione alle azioni che ciascuno di noi compie durante la propria esistenza, una particolare sensibilità che ricorda il grande poeta Ugo Foscolo secondo cui l’immortalità viene intesa come una sopravvivenza dopo la morte e non come assenza di essa e la poesia che ha una funzione eternatrice. Ecco che divengono fondamentali le nostre azioni che per l’autrice devono essere connotate dalla forza dell’umiltà e dalla libertà testimone del sorriso… Le mie azioni / in che modo riempiranno / gli spazi vuoti che lascerò? / Vorrei che l’umiltà / raccontasse della mia forza / e la libertà ricordasse il mio sorriso.

Dal Sacro Eremo / il sole filosofeggia con il mare / D’improvviso / l’oro dei suoi raggi / urta forte sulla pietra d’Aspra / In un tempo perfetto ansima di respiri da raccontare… sono i primi versi di pagina diciotto, che Myriam De Luca dedica alla sua città di origine, Palermo, rendendola persona quando conclude … Scettica e irridente / Osserva il fermento di sguardi / che la fissano vogliosi / Con un inchino di accoglienza / offre a tutti benevolenza.

C’è molta natura e tanto mare nelle poesie di Myriam De Luca, il mare della sua isola e quello delle isole figlie dove spesso i poeti trovano rifugio, ispirazione e la pace che vorrebbero fosse diffusa in tutto l’universo, magari descrivendo un Gabbiano affamato a pagina quaranta di questa raccolta di poesie: Un gabbiano affamato / solca il freddo / Lunghi viaggi interiori / intingono l’aria / di pensieri pesanti / ingoio sale senza fiatare… o desiderando il ritorno della bella stagione in È di nuovo estate a pagina quarantatré: Ritrovo il gusto ebbro dell’estate / il suono incantato del mare / Sole sui volti e sui raccolti / come se mai se ne fosse andato / come se avessi ancora vent’anni / come se volare fosse naturale… È un continuum che si perpetua nei nostri giorni ricordando che in passato moltissimi poeti hanno scritto ispirandosi al mare: Ugo Foscolo, A Zacinto; Giuseppe Ungaretti, I ricordi; Salvatore Quasimodo, S’ode ancora il mare; Charles Baudelaire, L’uomo e il mare; Eugenio Montale, Mediterraneo, Casa sul mare; Antonio Machado, Il mare e c’è chi, come il poeta cileno Pablo Neruda, ha trascorso un periodo di esilio in due piccole isole italiane, partorendo opere liriche che resistono alla corrosione del tempo. Il mare che diventa colore, meraviglioso colore, nei quadri del pittore post-impressionista, Vincent Van Gogh che trova spazio nella poesia L’infinito negli occhi a pagina cinquantacinque.

 

L’opera di Myriam De Luca pubblicata da Thule Edizioni casa editrice fondata e diretta dal professore Tommaso Romano, si sviluppa lungo cinquantotto poesie precedute dalla prefazione dello stesso.

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