Maria Valeria Sanfilippo. (a cura di), "I frutti del giardino di Armida L'itinerario letterario di Sarah Zappulla Muscarà" (Ed. Thule) - di Sergio Sciacca

La cultura letteraria, come tutte le arti, prospera generalmente dove si concentrano poeti, narratori, musicisti, pensatori attorno a personaggi che favoriscono gli incontri, lo scambio proficuo tra chi crea opere destinate a entrare nella storia. Ma perché questo accada non basta che geniali autori realizzino le loro opere: bisogna soprattutto che consapevoli esegeti ne facciano conoscere i pregi, indicandone i riscontri con il pensiero internazionale. La cultura siciliana ha potuto contare su personalità che hanno fatto giungere oltre l’ambito italiano le proprie creature. Una premessa di questo genere non si rivolge agli estimatori di best sellers che durano qualche anno, ma a coloro che lamentano lo scollamento tra cultura e grande pubblico, che proprio in Sicilia invece conta studi esemplari e significativi.

La cultura siciliana è femmina

Diverse volte, si è dato rilievo ai saggi di Maria Valeria Sanfilippo, encomiabile studiosa specialista della letteratura italiana moderna, che ha ora dato alle stampe “I frutti del giardino di Armida. L’itinerario letterario di Sarah Zappulla Muscarà” (edito da Thule di Palermo). Vi si discute con abbondanza di particolari dell’opera assidua e intelligente della studiosa che, come cattedratica del Siculorum Gymnasium, ha dato una forte impronta alla rivalutazione degli scrittori di Sicilia, curando edizioni inappuntabili di Verga, Capuana, De Roberto, di carteggi inediti, allestendo l’edizione dell’opera omnia di Patti, mentre attende alla curatela del teatro in dialetto di Pirandello per l’Edizione Nazionale. Tutto in assidua collaborazione con il marito Enzo Zappulla, assieme al quale ha realizzato nel mondo importanti iniziative di studio e divulgative. Un volume questo che, con le sue 300 pagine, costituisce una vasta miniera di materiali documentari. Studi, ricerche, pubblicazioni le più varie, unitamente a informazioni di prima mano, una preziosa storia della critica, corredata da un ricco apparato fotografico, che restituisce gli innumerevoli rapporti intessuti dalla studiosa con il gotha della cultura internazionale.

In occasione della prima de "Il barbiere di Siviglia", con la regia, le scene e i costumi di Dario Fo che inaugurava la stagione lirica del Teatro Massimo Bellini di cui Enzo era Commissario Scatto dopo scatto, sfila la compagine di scrittori, critici, giornalisti, attori, tra le più rappresentative personalità contemporanee. Contributi scientifici fondamentali, che hanno scardinato consolidate prospettive critiche e recuperato figure di primo piano e insieme altre 5 ingiustamente obliate del panorama culturale fra Otto e Novecento. Molti e variegati sono questi “frutti del giardino di Armida”, di cui parlava il Tasso nella sua “Gerusalemme liberata”. Maturavano continuamente “e mentre spunta l’un l’altro matura …” e così avviene per le arti che vogliono esprimere i sentimenti più nobili di un popolo. Dalle intuizioni di Martoglio, protagonista di primo piano della cultura del suo tempo, all’appassionato carteggio d’amore di De Roberto con Ernesta Valle, alla scoperta di Stefano Pirandello, figlio primogenito di Luigi, così moderno e così da lui differente, alla corposa monografia su Bonaviri, al recupero di autori di nicchia come Savarese, Lanza, Addamo, Marangolo.

Per non parlare dei fondamentali studi sul teatro e sul cinema. Monografie riccamente documentate su Giovanni Grasso, Angelo Musco, Turi Ferro, su Martoglio cineasta. Va ricordato inoltre che, con gli eredi dei protagonisti di un’aurea stagione, la studiosa ha fondato l’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, presieduto da Enzo Zappulla, che da anni svolge un’incessante attività di salvaguardia e promozione della nostra cultura in ambito internazionale. Ma è un libro, questo, che non si può riassumere, si può fare fruttificare, partecipando al viaggio culturale e comprendendone l’attualità. Ieri come oggi, come domani. Prof.ssa Sarah Zappulla Muscarà può darci un cenno dell’attività all’estero dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano? Mi piace ricordare almeno il privilegiato rapporto culturale con l’Università di Salamanca di cui è frutto l’istituzione della “Cattedra Sicilia”, promossa e diretta da Vicente González Martín, uno studioso che tanto ha fatto e continua fare per promuovere la nostra cultura. In quest’ambito ha visto la luce l’elegante traduzione in lingua spagnola di “Un bellissimo novembre”, di Belén Hernandez, dell’Università di Murcia, edito dalle “Ediciones Universidad Salamanca”, tratto dall’Opera omnia di Ercole Patti (3.400 pagine), che ha visto la luce di recente grazie alla sagacia di Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale de La nave di Teseo, la casa editrice a cui si deve pure “I Pirandello. La famiglia e l’epoca per immagini”, riccamente illustrato (625 le foto). E quale nuovo frutto sta maturando nel Giardino letterario? Per distrarci, nel significato etimologico del termine, “vagare con la mente”, dal difficile momento e nel 150° anniversario della nascita, ci siamo immersi, con Enzo, nella curatela dell’opera omnia di Martoglio, compreso un volume dedicato ai suoi carteggi con i protagonisti della cultura del suo tempo e, nel 700° anniversario della scomparsa di Dante, della gustosa “Divina Commedia” di don Procopio Ballaccheri. In ultimo abbiamo chiesto alla dott. Maria Valeria Sanfilippo cosa c’è in cantiere… Alla scuola del mio maestro, Sarah Zappulla Muscarà, ho potuto constatare, nel corso dei molti anni di studio e di ricerca, quanto e come la coscienza letteraria siciliana abbia condizionato, tra Otto e Novecento, la storia delle lettere e del costume non soltanto nazionale. Continuerò quindi ad andare a caccia di autori nostrani da scoprire o da riscoprire per restituire loro il posto che meritano nella storia della letteratura.

 

da: "Sodalizio Siculo Savonese", n. 10, Dicembre 2020

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