LA SOCIETÀ FELICE di Guglielmo Peralta note di Lidia Loguercio

     ll problema che si pone, ancora oggi, è se l’utopia, vale a dire il sogno, la speranza di un mondo diverso, abbiano una funzione politica, o se, al contrario, la politica debba essere soltanto l’amministrazione dell’esistente e il suo miglioramento nella misura consentita dalla concreta situazione storico-sociale. In antitesi con la politica e la società di questo tempo si pone il pensiero di Guglielmo Peralta nel suo saggio “La società felice” sia per il degrado della società, che per le istituzioni corrotte che privilegiano gli interessi di pochi e non quelli della comunità. Società ideale "demonetizzata" è quella di Peralta, che denunzia l'azione mortifera del denaro, società che per certi aspetti richiama alla mia mente la bellezza del sogno adombrato di "utopia' come traspare dalla "Città del Sole " di Tommaso Campanella, opera filosofica scritta nel 1602 e pubblicata solo nel 1623; una visione idealizzata è anche nella “Repubblica” di Platone o nell’ “Utopia” di Thomas More o nella “Nuova Atlantide” di Francis Bacon. Una serie di opposizioni traspaiono come dictat dal saggio di P.: "no" alla proprietà privata, "no” al capitalismo consumistico,"no" ai diritti sulla natura. L'Autore prospetta l'abolizione della moneta come elemento per risanare la società e per ricostruire nell'uomo una coscienza responsabile, ma il perno del suo pensiero è sui valori dello spirito indicati nel bello, nell'utile, nel giusto, nel vero, vale a dire in una visione egualitaria nella strutturazione sia della società sia delle attività di lavoro. Etica ed estetica sono alla base della sua visione ontologica del lavoro che hanno dimora, egli dice, "sullo spirito dell'essere e dell'abitare". Così prende vita, riprendendo Heidegger, l'imperativo categorico che dovrebbe ispirare la "società ideale": "IO ABITO, DUNQUE SONO E IN QUANTO SONO POSSO”, sulla base di una necessaria presa di coscienza atta ad effettuare una inversione che faccia leva non sul capitalismo monetario ma su quello umano. Elementi organizzativi della società ideale: l'OEG, gli organi sociali, la scuola e la famiglia sono indicati come pilastri nella parte finale del saggio.

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