Il mio amico Giuseppe Verdi – di Antonio Saccà

Viviamo con chi non vive , vale a dire, viviamo di passato almeno quanto viviamo con i presenti . Questo è il pregio dell'uomo, accumulare anche il passato, ampliarsi, avere memoria. Quanto più le società diventano civiltà, maggiormente cresce la voglia di fare parte del passato. Chi non avrebbe voluto accostarsi ad Aristotele, a Lucrezio, a Giulio Cesare, tanto per dire, ma poiché è impossibile, sostituiamo la conoscenza diretta con la conoscenza come tale, il sapere. Talune vicende o taluni personaggi li amiamo a tal punto da renderli partecipi nella nostra vita e renderci partecipi della loro vita. A tale grado che soffriamo, gioiamo delle vicende che vissero  non meno di quanto accade con le persone viventi. Di taluni personaggi diventiamo,non so,  figli, padri, fratelli e poiché in fondo l'amore è un sentimento di conoscenza, conosciamo ciò che amiamo, vorremmo sapere tutto di coloro che amiamo e quanto più sono lontani nel tempo, maggiore è la voglia di conoscere appunto in quanto non li conosciamo direttamente. Sicché, poniamo di appassionarci a Ludwig van Beethoven, cerchiamo  di conoscere ciò che lo riguarda, ascoltiamo la sua musica, ci fa addolorare la Sua infelicissima esistenza ,detestiamo il nipote Karl, disprezziamo il suo servitore Schindler, patiamo per la Sua sordastria, la morte solitaria diventa una piaga nostra,ma  tutto quanto lo riguarda diventa nostro. Potrei farne di esempi, ciascuno o molti di noi hanno i loro amori nel tempo che fu. Ma  sembrano formulazioni sognative. Accade invece  qualcosa di sorprendente. Poniamo che abbiamo amore culturale per Giuseppe Verdi, ovviamente nel campo musicale. Conosciamo le sue opere, conosciamo la sua vita, il suo carattere, la infelicità del suo primo matrimonio con la consorte e i figli morti precocemente, il secondo matrimonio con la cantante Giuseppina Strepponi, l'ironia di Verdi verso la moglie credente e religiosa, laddove Verdi non lo era affatto, pur componendo forse la più tragica Messa da Requiem nella storia della musica,ci sono familiari tanti episodi del Suo carattere burberotto. Ma ci sembra lontanissimo, in un XlX° secolo   millenario. Poiché ciò che amiamo lo avvolgiamo in un'atmosfera quasi di irrealtà, di mondo fantastico, non immaginiamo minimamente che Beethoven, Verdi, Rossini, Bellini  fossero individui con i piedi sulla terra. Recentemente, con i nuovi mezzi di comunicazione avviene un capovolgimento; la realtà, sia pure in immagini, è quella reale, comune, corrente e sbalorditivamente, almeno per chi amava questi personaggi sognandoli, invece tornano nel mondo come persone. Sicché, per rinominare Giuseppe Verdi, abbiamo l'incredibile immagine di Giuseppe Verdi seduto, di Giuseppe Verdi in strada che che legge un giornale, di Giuseppe Verdi insieme a Giulio Ricordi, di Giuseppe Verdi insieme al cantante Maurel... Semplicemente, come un comune cittadino. Incredibile,  si poteva incontrare Giuseppe Verdi nelle vie di Milano! Ma come era possibile? Giuseppe Verdi, così, come un qualsiasi cittadino! Cosa bisognava fare, abbracciarlo, gridare di gioia? ! Non era possibile che Verdi fosse un cittadino che camminava, così, per strada, oltretutto con un  aspetto senza alcunché di  romantichesco, dignitosissimo, eretto, con un volto serio, concentratissimo. Che meraviglia! Eppure camminava per le strade di Milano. Questo insieme di grandezza interiore e di semplicità esteriore frastorna, sembrerebbe che questi personaggi che amiamo vivono in un altro mondo; noi li poniamo in un mondo diverso ed invece la loro grandezza sta nell'essere totalmente umani. Resta che io di sicuro a incontrare Verdi Gli avrei cantato tante ARIE di basso/baritono ,e mi avrebbe scritturato come Filippo nel Don Carlos. Scherzo relativamente ,i melomani sono irrefrenabili, incontrando un celebre violoncellista e direttore russo, Rostroprovic, tanti anni andati, a Piazza del Popolo,  Roma, mi precipitai e di botto  e vociferai il Concerto per violoncello di Antonin Dvorak, in Piazza, a voce alta.

 In queste articolazioni comunicative odierne scopriamo  interessantissime notizie, immagini di  Giacomo Puccini ,lettere, biglietti, stati d'animo, e accresce con la conoscenza la stima.  Eccolo, giovane, gli occhi malinconici e sgranati. Che potrebbe diventare la società, se diffondesse intensamente queste notizie, queste immagini. Basterebbe l'immagine di Giuseppe Verdi, fermo, saldo, serio, nobile interiormente e nell'aspetto, a suscitare stima, o lo sguardo largo, malinconicissimo,del giovane Puccini, dicevo. E gruppi nei quali stanno insieme Puccini e D-Annunzio! Un accrescimento di conoscenza, non uno scadimento, il contrario .immedesimazione. Conoscenza come amore.

Giuseppe Verdi,eretto, concentrato, che legge un quotidiana, non so, forse non era il momento di cantare. Ma mi sembra ormai di averlo conosciuto.Un amico.Ne sono certo. Saremmo stati amici.Ed  anche con Giacomo Puccini.E Franz Schubert...Del resto, sono diventato amico di tutti coloro che ragazzo amavo leggendoli.

 

                   

 

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