Giovanni Matta, “Gli anni d’oro del Commercio Tessile e dell’Abbigliamento a Palermo” (Ed. Ex Libris) - di Giovanni Teresi

Il testo, frutto di una profonda esperienza dell’autore nel settore del Commercio tessile e di accurate ricerche, permette di far conoscere i vari aspetti di tale attività che ha contribuito alla passata grandezza di Palermo in questo settore. L’opera è concepita come un escursus di una passeggiata di una settimana a Palermo, con la rassegna di tutti i negozi di tessuti e di abbigliamento, molti dei quali oggi scomparsi o trasformati radicalmente, facendone rivivere il centro storico di un tempo, pulsante di vita e di varie attività.

Il volume, raffigurato da parecchie foto, è ben curato e sottolinea, assieme agli aspetti esterni, le capacità, lo spirito imprenditoriale ed anche le qualità umane delle imprese, dei negozianti e dei rappresentanti del commercio che consentivano, e dovrebbero consentire, un rapporto costante e proficuo con la clientele. Nei sei giorni di passeggiata sono descritti quasi tutti i quartieri palermitani e tutte le principali strade con le loro peculiarità, i negozi di abbigliamento facendo anche considerazioni di carattere storico-sociale.

Tra le tante cose, Giovanni Matta fa riscoprire l’attività del rappresentante o dell’agente di commercio sottolineandone le qualità e le doti personali; attività svolta per oltre quaranta anni dall’autore. Il Nostro fa un elenco alfabetico di tutti i suoi colleghi, agenti su Palermo, ricordandoli con tanto affetto (pagg. 162, 163).

La figlia Ileana Matta, nel suo contributo “Il rappresentante di Commercio, secondo me”, ricorda Giovanni Matta,padre attento, affettuoso e premuroso, che dopo 44 anni di attività, portata avanti con passione e dedizione, ha ricevuto la medaglia al merito dalla C.C.I.A.A.

Giovanni Matta a 22 anni è stato sottotenente di complemento nel “Nizza Cavalleria” e istruttore-guida sui carri armati. Ha sempre avuto la passione della lettura e della scrittura. È poeta, scrittore, saggista, critico dell’arte e letterario. Pluriaccademico in Italia e all’estero, è Presidente da molti anni dell’A.S.C.O.L. “Ottagono Letterario”.

Che cosa ha spinto il Nostro a mettere per iscritto i propri ricordi? A consegnarli alla scrittura?  Diciamo subito che prendere la parola, parlare di se stessi, introdurre degli eventi in uno schema narrativo, non è unicamente un modo di comunicare, di liberare energie, ma la via per cercare di ordinare razionalmente la propria esistenza, le proprie esperienze. Ed è ciò che Giovanni Matta  cerca di far emergere nei suoi scritti: l’identità, la consapevolezza di sé e della realtà esterna, e molteplicità di queste legate anche nell’immaginario culturale e letterario, alla facoltà della memoria. La memoria che cerca di iscrivere il tempo individuale in un tempo più largo, attraverso un’azione deliberata di ricostruzione del passato.

Il testo:“Gli anni d’oro del Commercio Tessile e dell’Abbigliamento a Palermo 1945 – 1980”, (2021, Ediz. Ex Libris), appartiene al  progetto di momenti autobiografici risalente alla seconda metà degli anni quaranta e sulla cui composizione lo scrittore continuerà a ragionare anche a distanza di molti anni. Attraverso la passeggiata per le vie di Palermo e della sua storia, Giovanni Matta mette agli occhi di chi legge l’impronta del disegno di una scrittura prettamente personale, e come rappresentante del commercio di tessuti, cita le diverse aziende, i negozi e i loro proprietari.

Fare il rappresentante o l’agente di commercio è  un lavoro indubbiamente interessante, formativo, per il contatto con tante persone, ma occorre svolgerlo con grande volontà, continuità, passione e sempre col sorriso sulle labbra, anche nei momenti negativi” (pag. 159).

Lo scrittore Matta ci offre, così, non solo un autobiografismo della coincidenza di alcuni motivi o ambienti della sua vita, ma anche uno spaccato di storia dal 1945 al 1980.

Come il sogno della realtà, la cosiddetta realtà delle esperienze, nella narrazione di Giovanni Matta il ricordo emerge dall’immersione nella durata degli eventi scaturita dalla finitudine dell’esperienza, da un’intensa e riservata partecipazione alla vita; la reimmersione percettiva nei luoghi dell’infanzia per cui odori, suoni, immagini del tempo di prima tramano la tessitura della narrazione storica.

Il Nostro riattraversa situazioni, affezioni, avventure storiche affidandosi alla forza contemplativa delle immagini, degli oggetti, espressione al tempo stesso dell’investimento emotivo e della compiutezza irredimibile del passato.

Lasciatemi compiere tutto il percorso della memoria verso qualcosa che conta proprio perché è sempre nascosta in un angolo morto e se ne scorge soltanto ciò che si può indovinare da un’ombra proiettata sul muro …” (Italo Calvino)

Così, Giovanni Matta, attraverso la sua lunga attività di rappresentante del commercio di tessuti in Sicilia e Calabria, ci fa ricordare il duro periodo del II° conflitto mondiale, le usanze dei vari ceti sociali e la fase della ripresa postbellica.

Ad esempio, la ricchezza dell’abito indossato in occasione delle feste rappresentava una sorta di riscatto dalle condizioni della durezza della vita di campagna. Tali manifatture non erano solo prerogativa del mondo contadino, esse erano riconosciute ed usate, per la loro preziosità, anche nei vertici della società. Sempre più ricca ed esigente la classe egemone siciliana e calabrese si circondava di valenti artigiani a cui affidava i propri dettati dalla moda d’oltralpe.

Al corredo della sposa, emblematico della condizione economica, venivano infatti dedicate le migliori energie in termini di creatività e di cura nell’esecuzione, le spese per mettere insieme i diversi capi, acquistati o confezionati in famiglia, erano tali che sin dall’infanzia si provvedeva a mettere da parte indumenti, telerie, merletti e coperte.

Nelle famiglie benestanti la biancheria da tavola era adeguata all’acquisita posizione matrimoniale in cui assumeva rilievo il comparire e l’essere presenti nella vita sociale, da cui, secondo i galatei, doveva trasparire l’importanza della propria famiglia.

Dopo il II° conflitto mondiale, in una fase politico-sociale incerta, quale avrebbe dovuto essere il ruolo dei giovani in quel contesto?

I giovani, senza nulla cedere sul piano dei princìpi su cui si fondavano il mercato e l’iniziativa privata, consapevoli di essere espressione di ben determinati valori, mostravano una certa sensibilità verso le problematiche sociali. Conseguentemente assumevano il confronto culturale, prima ancora che politico, come metodo utile per poter affermare le proprie ragioni. Il giovane Giovanni Matta, appartenendo a questa categoria, scelse la nobile attività di rappresentanza della bellezza dei tessuti,come altri suoi colleghi, attivando lo sviluppo di tante attività correlate.

Guardare al di là dei confini dell’azienda era lo slogan per conoscere e capire, per farsi conoscere e farsi capire. E ben presto, su determinati temi, non ci si distingueva più tra giovani ed anziani, meno che mai tra sinistra e destra, ma tra progressisti e conservatori. Tutto questo naturalmente non impedì che nel nostro paese si affermasse un sistema di economia mista.

A tal proposito, mi piace menzionare una frase di Italo Calvino da “Il ricordo è bendato”:

Il ricordo ha bisogno di prendere posto tra elementi che dividono lo spazio in un dentro e un in fuori, in un sopra e in un sotto, in una successione di piani e di lontananze, perché è solo tra questi elementi che può apparire qualcosa a qualcuno, affacciarsi, prendere forma […]”.

 

Altre produzioni letterarie di rilievo di Giovanni Matta sono:

 il saggio critico per la scuola: “Ruggero II. Un patrimonio da ricordare” ,(2019, Ediz. Ex Libris), ove il Nostro mette in risalto l’importante figura di Ruggero II, primo re di Sicilia, fra le massime espressioni della dinastia normanna, facendone emergere lo spessore politico l’apertura sociale e la grandezza culturale del sovrano. Nella narrazione fanno da corollario le Assise di Ariano, il Parlamento e le architetture della realtà “arabo-normanna”; la critica letteraria: “Gesualdo Bufalino, il poeta dell’ironia”, (2020 Ediz. Ex Libris), nel centenario della nascita. Giovanni Matta riafferma del poeta quanto lui stesso dichiara: che “si scrive per divertimento, ma in realtà - poi  aggiunge che “lo scrivere è inseguire l’uomo che è un fanalino sfuggente”. Gesualdo Bufalino possiede proprio una scrittura segnata da un esistenzialismo tra ironia e passione, e questo, per Matta serve di certo a consolidare il suo scenario di vita creativa. Inoltre si ricordano del Nostro il volume di critica d’arte: “Gli sviluppi dell’arte moderna in Europa”, (2015, Gangemi Editore); il saggio critico per la scuola: “Dammi una rosa … Racconti dell’infanzia”, (2020 Ediz. Ibskos – Ulivieri) e il racconto per bambini: “Storia di Falco”, (2020, Ediz. Ex Libris).

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