Elite e Distinzione/ 26 - Roberto de Mattei

Il nostro compito è quello di costituire una rete a livello europeo ed extraeuropeo di uo­mini e di famiglie che sentano la nobiltà come una vocazione, che accettino il peso e il sa­crificio della nobiltà come una vocazione, che accettino il peso e il sacrificio della nobiltà, che si sforzino nella loro vita personale e nei loro rapporti sociali, di riconquistare lo spirito di servizio di un tempo. Nobiltà ha sempre significato l’insieme di virtù caratteristiche di chi è dedito al bene comune: spirito di servizio, disinteresse, coraggio, lealtà, generosità, gran­dezza d’animo. Il ruolo della nobiltà e la sua ragion d’essere è sempre stato quello di rinun­ciare al proprio egoismo e di servire il bene comune. Oggi si è persa la nozione del bene co­mune, si ragiona solo in termini di propri interessi. L’interesse è ormai l’unica regola dei rapporti sociali. Anche negli ambienti aristocratici troppo spesso ci si limita a coltivare egoi­sticamente gli interessi delle proprie famiglie, nell’illusione che riducendosi a questo si possa più facilmente sopravvivere. Non c’è da farsi illusioni a questo proposito: siamo in una si­tuazione in cui si salverà solo chi combatterà, e la possibilità di sopravvivenza saranno tanto maggiori quanto più ampio sarà il raggio dell’impegno e della lotta. Bisogna per questo ri­scoprire l’idea di bene comune e comprendere la portata della posta in gioco, che trascende le nostre persone e investe il futuro delle nostre famiglie e l’esistenza della nostra civiltà.

 

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