La scomparsa di Piero Vassallo: il ricordo di Pierfranco Bruni e Mario Bozzi Sentieri

 

Francesco Mercadante, Dino Grammatico, Manlio Corselli, Tommaso Romano, Piero Vassallo

 

 

La scomparsa di Piero Vassallo.

Il tradizionalismo culturale nella rivoluzione metafisica tra crisi della modernità e fenomenologia 

 

di Pierfranco Bruni

 

Una idea. ....Una filosofia. Il Cristo come principio e mai fine...... La cultura della tradizione ha perduto un intellettuale di primo piano che, ha sempre legato con eleganza filosofica l'utopia alla filosofia e questa ad una teologia tra escatologia,ortodossia e cattolicesimo. Piero Vassallo, Tommaso Romano ed io abbiamo percorso un progetto di esistenza e di cultura. In "Un treno nella notte filosofante. Cronaca di un viaggio tra incubo e teologia", Edizioni Solfanelli, uno dei suoi ultimi libri che ho avuto l'onore di presentare a Roma, il punto centrale ruotava intorno al viaggio come filosofia e il pensiero come creatività nella Idea.. tra rocce e discese di pensieri. In alto i cuori. Tra spiritualità e metafisica è questo che si abita. ...
 
È scomparso un personaggio di primo piano della cultura della tradizione. Un riferimento che ha sempre legato con eleganza filosofica l’utopia alla filosofia e questa ad una teologia tra escatologia, ortodossia e cattolicesimo. Piero Vassallo. Era nato a Genova nel 1933.
In uno dei suoi ultimi libri che ho avuto l’onore di presentare nella sede del Sindacato Libero Scrittori a Roma il sottile graffio del sottosuolo di è intrecciato con quella terra di Thule tanto cara ad un amico  di fratellanza antica.
Piero, Tommaso Romano ed io abbiamo percorso un progetto di esistenza e di cultura. Il libro in questione era “Un treno nella notte filosofante. Cronaca di un viaggio tra incubo e teologia”, Edizioni Solfanelli, con il quale editore ha pubblicato diversi ultimi libri che creano una identità ereditaria

Il punto centrale ruotava intorno al viaggio come filosofia e il pensiero come creatività nella Idea. Ma i suoi studi da Mignosi a Vico, da Solzenicyn a Primo Siena sono il portato storico e spirituale di un intrecciare il tempo della ciclicità alla sacralità del metafisico. Studi editi nelle edizioni di Thule di Palermo.
In quel pomeriggio del maggio romano del 2013 parlammo, come spesso ci capitava nei nostri incontri, di intellettuali con i quali avevamo condiviso valori ed eredità sempre nel solco della tradizione, Francesco Grisi era venuto a mancare da oltre un decennio.
Il suo scavare nei modelli dello spiritualismo iniziatico ci portava ad una problematica discussione sino a toccare l’antropologia filosofica di Gentile, al quale aveva dedicato uno scritto di notevole interesse: “Gentile l’Italiano”, Bibliotheca edizioni, Roma 2005.
Già nel 1963 pubblicò “Girolamo Savonarola (profilo biografico, inedito)”. Nel 1965 “Lo spirito del risorgimento” e tra il 1972 e 1974 scrisse “Mondo nuovo e apocalisse mondana, saggio sull’influsso neognostico nel pensiero politico” e un saggio “Su Teilhard de Chardin”. Ci fu una seconda fase dei suoi studi in cui intrecciò tradizionalismo e sacro come reale e realismo utopico. Mi riferisco agli anni di Thule con Tommaso Romano.

Pubblicò “Dal mondo nuovo alla libertà Solzenicyn profeta dell’età postmoderna”,1976, “In hoc signo Orientamenti per una milizia cristiana nell’ordine civile”, 1976,  “Vico filosofo della Controriforma”, 1976, “Nazionalismo rivoluzionario e nazionalismo cristiano”, 1977. La collaborazione con Thule continuò per anni sino a toccare una composita e articolata ricerca con testi sulla monarchia, sul cristianesimo, e un testo a più voci, al quale demmo un contributo io,  Tommaso, Pino Tosca, Isabella Rauti:  “Oltre la modernità. La Tradizione”,  il quale costituì un vero documento sul Tradizionalismo popolare, era il 1989.
Il percorso toccò altri elementi sulla scia di una riflessione che riguardò “La gnosi del sottosuolo”. I suoi rapporti con Baget Bozzo e poi il suo legame con il cardinale Siri furono elementi di una riflessione incisiva proprio sul tema della spiritualità e letteratura.
Al Sindacato fu una di quelle voci fondamentali e i nostri convegni tra Roma, Genova, Palermo, Caserta e Taranto diedero un segno tangibile di una cultura, in quel tempo, in cui la cultura incarnata dalla destra era diventata un confronto fenomenologico tra spiritualità, appunto, e letteratura. A questa fase risalgono lavori come “Itinerari della destra cattolica”, Solfanelli, 2010, “Continuità della gnosi spuria nella destra italiana del Novecento”, “Icone della falsa destra”, sempre con  Solfanelli nel 2010.

Con Solfanelli, infatti, aprì un ulteriore cammino i cui contributi vanno da “Contravveleni e antidoti al pensiero debole
Corti pensieri nella notte lunga”, “Futuro e Tradizione”, “Giuseppe Bottai”, “Icone della falsa destra”, “Itinerari della destra cattolica”, “Il un Fascismo e la Tradizione italiana”, “Ragione e Fede”, “Un treno nella notte filosofante, “Il viaggio del Novecento”. Una vita spesa per raccontare e fare capire quello che Piero stesso chiamava “delirio ateista” e gli incubi che fanno di ciò il fallimento del pensiero incastonato nella modernità, rinascendo sempre tra la traduzione e il futuro. 
Bisogna restare sfiniti perché lo sfinimento è già la crepa nel buio.  Bisogna avere la consapevolezza dello sfinimento ma non bisogna mai considerarsi finiti. L’uomo che ha tracciato Piero è oltre quella visione papiniana, alla quale restavo però legato,  e resta nel Cristo della completa resurrezione. La Tradizione ha la sua sacralità proprio nel viaggio cristiano che è una verità che supera ogni illusione, ogni catastrofe, ogni abisso. È qui che leggeva o intravedeva anche culturalmente la rifondazione italiana.
In quel “Treno filosofante nella notte”, edito da Solfanelli, c’è il suo testamento. 
La confessione. In Vassallo come in Zambrano divenne genere letterario. Un testamento di armonia, fede e cultura ma anche un leggere il tempo della leggerezza nella confessione dell’ironia itinerante tra la pagina e la vita .
Il porto di approdo resta la presenza di Francesco Grisi, maestro di tutti noi, che propone una rivoluzione dello spirito attraverso interrogativi e forme di enigmaticità. A commento del testo, infatti, si legge: “Nel finale a sorpresa la speranza cristiana si propone attraverso i paradossi scintillanti e le espressioni enigmatiche e spericolate del poeta tradizional-futurista Francesco Grisi”.

Un rivoluzionario in una rivoluzione in cui la fede è tradizione e la tradizione è il silenzio nella ricerca di un  cammino tra verità e dilemma. Da Vico a De Maistre forse ma il tempo della religione in Piero è il tempo di Cristo. Il tutto in quei “Corti pensieri della notte lunga”, edito sempre da Solfanelli in cui un una nota di sottolinea: “Il fine perseguito da Vassallo è attualizzare la filosofia di San Tommaso d’Aquino intesa quale efficace e insormontabile ostacolo alla impunita circolazione del pensiero moderno negli ambienti ‘sapienziali’ intitolati alla tradizione immaginaria”. In questa tradizione l’infinito ha bisogno del sacro per reggersi. 
Piero lo sapeva bene. Come ben sapeva il legame tra memoria e storia definito proprio nel suo ultimo testo edito da Solfanelli e scritto con Sergio Pessot: “Il viaggio del Novecento. Influenza intellettuale e politica
della rivoluzione italiana all’estero”. Qui si confessa dunque attraverso alcuni scrittori che in fondo hanno accompagnato un po’ tutti noi: Charles Maurras, il primo Jacques Maritain, Henri Massis, Georges Valois, José Antonio Primo de Rivera, Antonio de Oliveira Salazar, Knut Hamsun, Ezra Pound, Josef Tiso, Corneliu Codreanu, Louis Ferdinand Céline, Marcel de Corte, Robert Brasillach, Pierre Drieu La Rochelle, Maurice Bardèche. Una geografia spirituale in un un orizzonte di tempo. Il tradizionalismo culturale nella rivoluzione metafisica tra crisi della modernità e fenomenologia è un viaggio tra rocce e discese di pensieri. In alto i cuori ci dicemmo. Tra spiritualità e metafisica è questo che si abita. Una idea. Una filosofia. Il Cristo come principio e mai fine.
 
da: www.paeseitaliapress.it, 30giugno 2022
 
 
 

La scomparsa di Piero Vassallo

UN INTELLETTUALE  FUORI DAL CORO

 
di Mario Bozzi Sentieri
 
“Sono fiero di appartenere alla più scomoda e bersagliata minoranza, la destra cattolica, alla quale sono approdato, ventenne, nella seconda metà degli anni Cinquanta, dopo un breve viaggio nelle fantasticherie dell’estremismo neofascista” : così Piero Vassallo, scomparso il 29 giugno, ad 89 anni,  sintetizzava, il suo itinerario culturale e politico, nel libro intervista Cos’è la destra. Colloqui con diciotto protagonisti della cultura italiana non conformista, pubblicato  a cura di  Marco Ferrazzoli (Il Minotauro, Roma 2001).
Nel corso dei decenni e attraverso le tante stagioni politiche e culturali che hanno segnato l’Italia del dopoguerra e, nello specifico, la destra italiana, Vassallo è stato soprattutto un esempio, per coerenza e  continuità ideale. Come egli stesso ha scritto  in Biobibliografia (I libri del Peralto, Genova 2010), fu Giano Accame ad avviarlo all’attività para-giornalistica, in una Genova segnata dagli strascichi sanguinosi della guerra civile. Essere a destra – notava  Vassallo - significava condividere l’emarginazione dell’Italia sconfitta e umiliata, una condivisione alimentata però da  uno spirito giovanile e da una costanza culturale che segneranno tutta la sua esistenza: dalle prime esperienze a ciclostile (con il bollettino “Gerarchia”) alle collaborazioni nazionali, nel variegato arcipelago della pubblicistica missina (dall’”Asso di bastoni” ai “Vespri d’Italia”, da “Ordine Nuovo” a “Carattere”).
Lontano dalla vulgata nostalgica e ben saldo sui principi di un cattolicesimo tradizionale e popolare, Vassallo fu soprattutto un intellettuale integrale, mai pedante, sempre “in ricerca”, impegnato a  verificare nel mutare dei tempi la giustezza di quei principi. Senza timore di intersecarsi con l’impegno politico, con un’appartenenza che vedeva organica alle sue scelte di fondo.
Nel 1960, dopo l’esperienza missina,  aderì  ai  centri tambroniani per l’Ordine Civile, collaborando, nel biennio seguente, alla rivista “Lo Stato” (con direttore Gianni Baget Bozzo). Nel 1966,  entrò a fare parte del ristretto numero dei redattori di “Renovatio”, la rivista di teologia e cultura fondata, a ridosso del Concilio Vaticano II,  dal cardinale Giuseppe Siri.
La visione di Siri fu “profetica”, allorché  – come dichiarò lo stesso Vassallo in un’intervista, pubblicata, anni dopo,  dal bimestrale genovese “La fabbrica di Giano”, da me diretto (“Una ‘renovatio’ nel segno della tradizione”, a cura di Mauro Buzzetti, “La fabbrica di Giano”, novembre-dicembre 1992) – “il Cardinale Siri ci indicò un criterio di indagine e cioè ci fece vedere come il cuore della galassia ‘progressista’ fosse radicalmente gnostico, al di là delle convinzioni dei teologi che – numerosi – si illudevano di ottenere dal marxismo elementi atti a vivificare la presenza cristiana nel mondo”. Essenziale nel percorso di “Renovatio” il ruolo di Baget-Bozzo, che fu il primo ad intuire le derive del materialismo classico, fino ad approdare a quello che Augusto Del Noce definiva libertinismo di massa.
Sono tematiche che innervarono,  nel corso dei decenni seguenti,  l’impegno di Vassallo senza peraltro precludergli interventi e polemiche più interne al mondo della destra culturale e politica. Dal 1973 al 1983  partecipò ai lavori della Fondazione Volpe, non facendo mancare i suoi puntuali interventi a riviste “d’area” quale “La Torre”, “Civiltà”, L’Italiano”, “l’Alfiere”, “la Quercia”, “Traditio” (da lui diretta). La sua produzione giornalista è stata  sterminata (dal 1986 al 2008 fu anche  un assiduo collaboratore di “Spiritualità e letteratura”)   così come  la sua bibliografia, con testi impegnati a stigmatizzare, dopo  la caduta del muro di Berlino,  il carattere reazionario e disumano della filosofia marxista (L’ideologia del regresso, M. D’Auria Editore, Napoli 1996), a denunciare la parabola della secolarizzazione (Pensieri proibiti. L’ostracismo alla metafisica nell’età della tolleranza, Marco Editore, Lungro di Cosenza, 2000),  a puntualizzare l’essenza della destra culturale (Le culture della destra italiana, Effedieffe, Milano 2002), a “rileggere” il pensiero gentiliano (Gentile l’italiano, Bibliotheca Edizioni, Roma 2005, testo che gli valse il primo premio del concorso per uno scritto inedito riservato ai soci del Sindacato libero scrittori italiani).
 Ciò che va sottolineato del lungo e denso itinerario culturale di Vassallo è che il suo  impegno delle origini non è mai venuto meno. Così come il radicalismo delle sue idee, che lo portarono a polemiche vivaci (epica quella contro Alain de Benoist e la “Nuova destra” italiana, alla vigilia dell’uscita della rivista “Elementi”, apparsa sul “Secolo d’Italia” tra il maggio ed il giugno 1978) che ci riconsegnano, nel ricordo di Vassallo, una stagione fertile e rappresentativa per la cultura anticonformista: esempio indimenticabile, specie oggi, in tempi di bassa tensione ideale e di diffusa omologazione culturale.
 
 
 

I Volumi editi dalle Edizioni Thule di Piero Vassallo

 

 

 

Dal mondo nuovo alla libertà Solzenicyn profeta dell’età postmoderna. 1976, pp. 32

 

In hoc signo. Orientamenti per una milizia cristiana nell’ordine civile. 1976, pp. 22

 

con Francisco Elias de Tejada, Silvio Vitale,  Pier Francesco Zarcone, Sergio Fabiocchi, Paolo G. Caucci

Vico maestro della Tradizione. A cura di Tommaso Romano. 1976, pp. 60

 

Nazionalismo rivoluzionario e nazionalismo cristiano. 1977, pp. 20

 

san Luigi Gonzaga

Meditazione sui Santi Angeli. Introduzione e cura di Piero Vassallo. 1978, pp. 40

 

Fidem servavi. In morte di Paolo VI. 1978, pp. 30

 

Modernità e Tradizione nell’opera Evoliana. 1978, pp. 32

 

Il fondamento religioso della Monarchia postmoderna. (Umanesimo cristocentrico e riconquista civile). 1979, pp. 64

 

La resistenza all’Illuminismo. 1979, pp. 30

 

La reazione pagana al Cristianesimo tra naturalismo e “vangelo alternativo”. 1981, pp. 20

 

con Remo Palmirani, Corrado Camizzi, Massimo de Leonardis, Renato del Ponte, Roberto Fondi

Idee sulla Destra. 1981, pp. 32

 

con Tommaso Romano, Giuseppe Uzzo, Gaetano Hardouin Ventimiglia di Belmonte, Alberto Maira, Giovanni Matta, Roberto G. Trapani della Petina

Aborto: genocidio legalizzato. 1981, pp. 24

 

Francisco Elias de Tejada

Per una cultura giusnaturalista. A cura di Piero Vassallo e Tommaso Romano. 1981, pp. 80

 

con Vittorio Enzo Alfieri, Giulio Bonafede, Dino Del Bo, Giovanni D’Espinosa, Lino Di Stefano, Francesco Grisi, Nicola Petruzzellis, Giulio Puccioni, Tommaso Romano, Maurizio Spina, Giovanni Torti,  Vittorio Vettori
Attualità del pensiero di Vico. A cura di Tommaso Romano. Introduzioni di Pino Tosca e Umberto Balistreri. 1988, pp. 72
 

con Tommaso Romano, Pino Tosca, Pierfranco Bruni, Isabella Rauti

Oltre la modernità la Tradizione. 1989, pp. 72

 

con Renzo Barsacchi, Pierfranco Bruni, Carmelo M. Cortese, Pietro Mirabile, Giulio Palumbo, Tommaso Romano

Frammenti dall’Antologia perduta. Prefazione di Divo Barsotti. 1990, pp. 120

 

Introduzione allo studio di Vico. Nota di Tommaso Romano, con un saggio di Giano Accame “Vico e Gentile”. 1992, pp. 85

 

La rinascenza cristiana dell’Occidente. (L’umanesimo cristocentrico nell’insegnamento di Giovanni Paolo II). 1979, pp. 12

 

La memoria del futuro. La tradizione italiana alle soglie del terzo millennio. Presentazione di Tommaso Romano: “Il rinnovamento nella Tradizione: il “Pensiero Autorevole” di Piero Vassallo”. 1997, pp. 176

 

 

 
 
 
 
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