Il sogno del nuovo Borgo S. Filippo Neri – di Ciro Lomonte

«Tutte le volte che gli architetti sono riusciti a imporre la loro visione ideologica dello spazio a società che funzionavano in altro modo sono nati pasticci a non finire: penso per esempio a Corviale. E ciò sino a che gli abitanti questi apparati spaziali sono riusciti a disinnescarli. Un po’ come succede quando un architetto despota ti disegna casa, posacenere compresi, e tu, povero utente, la senti tua solo dopo che l’hai capovolta. Era quanto raccontava Loos a proposito del cliente infelice. La cosa strana è che Loos lo citano invece gli architetti reazionari che progettano vere e proprie prigioni e falansteri per stigmatizzare architetture troppo decorate e che tacciono sulla violenza dell’imposizione dei loro modelli spaziali. Architetti autoritari che credono che l’organizzazione ideologica dello spazio contro la volontà degli abitanti non sia un crimine contro gli abitanti stessi ma anzi sia politica progressista».

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