Elite e Distinzione/6 - Sandro Giovannini

Concentrandoci il più possibile su un tema che implicherebbe ben altri sviluppi potremo almeno porci il problema di quanto si sia capaci davvero d'interpretare con autenticità, nell’oggi, la tensione verso una spiritualità virile. Con spiritualità virile intenderemmo non cogliere tanto o solo una siglatura di genere, quanto una marcatura esistenziale, un plesso teorico d'azione che ha connotazioni che vengono dalla natura della cultura, dalla visione del mondo. E che si nutrono di quella particolare autoeducazione che privilegia sempre l'esperienza sensibile (ma mediata/meditata) anche del mondo sottile, non come alterità assoluta ma come caleidoscopio delle pan/enze e dalle materialità anche più grezze, infine persino di quella pensateur che s’è opposta, nella storia, non solo alla grazia, ma alla vita... nella sua potenzialità più benigna. Nell'ar1'st0crazia profonda, nella grande/anima, non ci sono stentoree utopie di potenza, ma corretta comprensione della natura inclinabile dell'uomo, che implica il pieno ed il vuoto, in un gioco dialettico che se assecondato con orgoglio del bene e del giusto, è anche felice. Ne vogliamo un esempio (anche) letterario?

Andiamo allora nel campo di una delle più difficili discriminanze, quella del cosiddetto elitismo, di alcuni grandi autori. Quanto complesso, quanto apparentemente contraddittorio, quanto disponibile agli esiti interpretativi più difformi... E qui allora si apre la battaglia vera dentro di noi... mantenere il piacere dell`altezza, senza dubitare del meglio, in tutti i campi, ma senza perdere di vista la nostra costitutiva finitezza...

 

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