Presentazione di Maria Elena Mignosi Picone al volume di Marcella Laudicina “Uno sguardo nel mistero” (LFA Publisher)

Marcella Laudicina, figlia di genitori trapanesi, è nata a Roma dove ha vissuto fino a quando la sua famiglia ha deciso di  ritornare in Sicilia. Figlia unica, rimane orfana di padre a quindici anni e di madre a venti. Si sposa con un ingegnere e dopo una permanenza di dieci anni a Siracusa dove entrambi insegnavano, si trasferisce a Palermo dove vive e lavora. Ha frequentato il Liceo Classico Umberto I, e si è laureata in Filosofia, con una tesi sul pensiero politico-sociale di Max Weber. Ha insegnato Filosofia nei Licei Classici e Materie Letterarie nello storico Liceo Regina Margherita di Palermo. Ha preso parte a vari progetti e ha organizzato con successo corsi di scrittura creativa per i giovani. Ha pubblicato suoi racconti in Antologie  come per esempio “La realtà delle donne” e in Riviste Letterarie come “Pagine”. Schiva dal partecipare ai Concorsi, è risultata vincitrice nell’unico concorso cui ha partecipato “La vita e i suoi racconti”. E’ scrittrice e anche poetessa. Ha pubblicato i libri di racconti intitolati “Percorsi” e “Dalla parte della vita”, e un libro costituito da un romanzo,”Uno sguardo nel mistero” e da tre racconti “Knot”, “Segreti di famiglia” e “Amici”.
Ora passiamo a presentare appunto quest’ultima sua opera. Intanto possiamo osservare che Marcella Laudicina è una scrittrice dalla penna fluida, chiara e raffinata; usa un linguaggio colto ma semplice, accessibile a tutti, pur toccando argomenti ardui e complessi. La sua è una prosa da abile narratrice, da vera romanziera. Sa calarsi nei personaggi che crea immedesimandosi fino in fondo nel loro animo,  ma non dimenticando mai il lettore cui rivolge sempre la sua attenzione.
Ma di che cosa si occupa in questo libro Marcella Laudicina? Di un argomento non tanto comune, verso cui si sente attratta, e su cui certamente avrà influito la morte ancora in giovane età, dei genitori. Ed è il mondo del paranormale. O meglio, con un termine più appropriato, è lo Spiritualismo.
Ora una caratteristica che risalta e che è comune a tutte le sue narrazioni, è che esse seguono, tutte, l’andamento: bene-male-bene.  Ella infatti inizia col descrivere una situazione di felicità; tutt’a un tratto però irrompe il male, e qui talvolta il racconto risente del genere giallo addirittura, con vicissitudini oscure e intricate; alla fine sempre si ha il trionfo del bene. Vien da pensare ai Promessi Sposi del Manzoni. E come il Manzoni infatti Marcella Laudicina ha una grande fiducia nella Provvidenza. E’ questa che in conclusione volge il male in bene.
Tornando all’argomento che l’attrae, dicevamo, esso è il mondo del paranormale o meglio lo Spiritualismo.
Una premessa fondamentale: l’opera non ha niente a che vedere  con lo Spiritismo.
Si fonda invece rigorosamente sulla scienza. Tutte le  affermazioni sono documentate da testimonianze scientifiche. C’è citato Marconi, lo scopritore delle onde radio, e tanti altri scienziati, di tutto il mondo e di tutte le epoche. La scienza da cui prese l’avvio lo studio di questo branca è la fisica  di Einstein. Tutt’ora questo è un panorama aperto perchè Zichichi, sulle orme di Einstein,  riunisce da dieci anni a Ginevra scienziati che provengono da tutte le parti, appunto per studiare quel che egli ha battezzato il Supermondo.
Un mondo, che non è il cielo ma neanche la terra, e che però risente dell’uno e dell’altra. Non sta in effetti né in cielo né in terra, è come se stesse nell’atmosfera o anche, se vogliamo, nella stratosfera.
Sfogliando le pagine del libro, esso è tanto pregnante di scienza, che si ha quasi l’impressione che sia un trattato scientifico. Esso è abbastanza voluminoso, di centocinquanta pagine la maggior parte delle quali è occupata dal romanzo; in questo viene riportata la teoria di ogni singolo scienziato più cenni sulla biografia, e anche la foto. Ma evidentemente Marcella Laudicina non è una scienziata, è una letterata. Allora per alleggerire quel che sarebbe stato troppo pesante,  ci ha imbastito sopra una storia, e ne ha fatto un romanzo. L’impresa non era poi tanto facile ma ella ci è riuscita perfettamente. E’ un vero romanzo, anche se sui generis.
Oltre che alla  fisica l’autrice fa riferimento pure alle neuroscienze, e ancora alla psicologia, alla psichiatria, alla antropologia, e così via.
L’ambito dunque è, ribadiamo, quello del paranormale o dello Spiritualismo.
Il mistero è quello della vita. E soprattutto il mistero della morte.
Un mistero di fronte al quale la scienza, in quanto scienza, non tollera limitazioni di sorta, non ammette confini. Lo scienziato è libero, e deve essere così, di spaziare ovunque si voglia volgere, anche verso quel che pare più arduo e inconcepibile, o anche più assurdo.
Puntualizziamo che  non si tratta di un’opera di teologia. Nella trascendenza il mistero è quello della Trinità e della Incarnazione di Gesù. Ma di fronte a tale mistero si ergono poderose le mitiche Colonne d’Ercole: l’uomo non se lo potrà mai  spiegare . Oltre qui non si va.
Allora cominciamo a esaminare vari punti cardine. E quel che vale per il romanzo vale anche per i tre racconti che sono sempre sulla stessa scia, ma senza i dettagli scientifici.
Una prima affermazione della scienza è che la vita non finisce con la morte.
Noi questo lo sappiamo dalla fede, ma qui è la scienza che parla, e che dimostra con dati alla mano. Con fenomeni paranormali  quel che per noi è il morto, lo si avverte vivo. E questo è di grande consolazione nella perdita di una persona cara. La scienza si prefigge lo scopo di liberare l’uomo dal timore e anche dal dolore, o quanto meno alleviarlo.
Un’altra affermazione, strettamente connessa con la prima, cioè che la vita non finisce con la morte, è che l’anima è immortale. Anche qui un’altra coincidenza tra scienza e fede.
Un’altra ancora, a proposito di quel che è secondo la scienza il corpo astrale,  distinto dal corpo fisico; esso ha le prerogative dell’agilità e della penetrazione dei corpi. In fondo richiama il corpo glorioso della fede cristiana. Le stesse prerogative le enumera San Pio X nel suo Catechismo Maggiore. Quando Gesù, dopo la Resurrezione, va a trovare i discepoli riuniti in Cenacolo, la porta era chiusa ed Egli entra senza aprirla, la oltrepassa.
Un’altra affermazione ancora, nello scopo che si prefigge pure la scienza, che è quello di guarire dalle malattie, è che il corpo si guarisce a partire dallo spirito. Le medicine orientali seguono questo criterio, ma senza andare tanto lontano qui in Europa, già nel Medio Evo, una donna, che è stata poi proclamata santa, precisamente Santa Ildegarda di Bingen, della Germania, che era una naturalista, e anche astrologa, nonché musicista, fondatrice di Monasteri (era benedettina), scrittrice (ha raccontato le visioni che aveva sin dall’età di cinque anni), ebbene ella asseriva fermamente che alla cura e guarigione del corpo si arriva dopo avere esaminato tutti i moti, le esperienze, le vicissitudini, dell’animo!
Le  coincidenze, che abbiamo visto, precedentemente, fanno concludere a Marcella Laudicina che scienza e fede non sono inconciliabili. Convinzione comune a tanti scienziati che sono anche uomini di fede. Per loro non c’è contrasto tra fede e scienza.
L’unico punto che lascia un po’ perplessi è quello in cui  la scrittrice, tra l’altro donna di fede, dalla profonda religiosità, che crede nella Incarnazione di Gesù, però si mostra favorevole ad ammettere la reincarnazione sostenendo sempre che è conciliabile con la fede.  Ora questo, a dire la verità, ci frastorna un po’. Che motivo c’è di ammettere la reincarnazione per purificarsi, quando Gesù con l’Incarnazione e la sua Passione ci ha purificati? E ha purificato tutta l’umanità, di tutti i tempi e luoghi, fino alla fine del mondo? Ella si lascia convincere dai segni, ma questi possono essere opera del demonio che ha tutto l’interesse di togliere seguaci a Gesù! E poi per purificarci c’è il Purgatorio, c’è il Sacramento della Confessione. Per non farci cadere nel peccato e istruirci c’è la Sacra Scrittura. E che altro vogliamo?
Gesù non ha mai parlato di reincarnazione per purificarci perché ci ha purificato Lui!
E poi un’altra considerazione a sfavore della reincarnazione è che la persona è unica e irripetibile.
Ora, ritornando alle mire della scienza, una sfida audace si affaccia all’orizzonte: quella di riuscire a captare le voci dei defunti, che sono vivi anche se diversamente, da parte di noi della terra. Tramite le onde radio e gli strumenti della tecnologia, alcuni le hanno sentite.
Tutto questo allevia il dolore della morte dei propri cari. C’è la speranza di continuare a vivere nella loro vicinanza.
Inoltre questi esseri, pure viventi, ormai hanno raggiunto la sublimazione della carità; di conseguenza in loro alberga l’amore nella sua forma più alta e nelle sue varie sfaccettature: la tenerezza, la generosità, la giustizia, la solidarietà, la fratellanza, il perdono, e tanto altro. Allora possono essere per noi, ancora intrisi di terra, uno sprone a migliorarci, a seguire il loro esempio. E su questo insiste tanto la nostra autrice che invita accoratamente a risvegliare i valori, a vivere le virtù; nei racconti ma anche nelle poesie questo invito è costante e insistente. E questo per costruire un mondo migliore, per il futuro delle generazioni.
E per finire vorrei leggere dei versi di una poesia tratta da libro “Dalla parte della vita”. “Un mondo nuovo è possibile / Senza più odio né violenza / Senza più indifferenza / Un mondo nuovo / è possibile / Se imparerai / a essere/ Migliore / nella mente e nel cuore… / Un mondo di pace amore / giustizia e libertà / Un mondo nuovo è possibile / Se imparerai / ad amare”.
E vorrei evidenziare come questo libro riporta in esergo, una poesia dedicata al padre al quale la nostra Marcella era molto legata, poesia che sta all’inizio alla maniera di una dedica.
La poesia è questa:
A mio padre (il titolo)
“Sono fioriti i gigli rossi / che tu amavi tanto / Mentre lacrime dolci / Mi rigano il volto / il ricordo di te /Dei tuoi occhi chiari / Da bimbo / del tuo sorriso leale / Mi ristora l’anima / e mi dà ali grandi / Per volare alto / Sapendoti a me accanto”.
Da porre l’attenzione su “Sapendoti a me accanto”. Ed è quello che vuole dimostrare qui, con questa sua poderosa opera, Marcella Laudicina, che i morti, i nostri cari defunti,  non sono morti ma vivi,  e ci stanno sempre accanto.
 
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