Postfazione di Tommaso Romano a "Antologia di Poeti siciliani contemporanei. Vol. 3" (Ed. Fogghi Mavvagnoti) di José Russotti

 
 
 
Tommaso Romano visto
dal Dionisio di Francescantonio.
La pratica letteraria come tutte le facoltà che riguardano l'umano cammino è fatta di stagioni dell'anima e di momenti complessi. La poesia non può solo contemplare natura e bellezza, sentimenti e sensazioni, deve essere veritativa per essere autentica. Aspirare alla perfezione è atto di volontà tuttavia impervia e la strada che conduce al sommo bene alla luce della bellezza. Così la poesia si manifesta anche nel dolore e nel tormento, nella attesa e nella speranza non sempre appagante e appagabili. Se poesia sorge dal rovello dell'essere può diventare con i suoi simboli intrinseci alla parola motivo di libertà creativa di universale imago mundi.
    La caduta nell'intimismo sterile è sfogo e forse anche terapia ma non è poesia. Si dirà di Pascoli o di Saba ma in questi esempi vive l'altezza del quotidiano sublimato eretto a metafora alta non a piagnisteo.
     Questo terzo volume curato con la pazienza e la forza della convinzione da un poeta che vive la poesia quale è José Russotti, si qualifica sempre più come un diorama di voci note e giustamente antologizzate insieme a giovani e giovanissimi su cui riporre vigile e aperta fiducia.
     Non mi iscrivo da sempre al giovanilismo sia ben chiaro. Si può essere geni a vent'anni e somari a ottanta o viceversa è non è detto che si mantengano sempre le promesse. Resta però valida la possibilità che Russotti, fatte le debite proporzioni di valori e di stile ci propone oltre l’anagrafe.
     È questa una lezione di fiducia nella poesia declinata per ciò che è in atto e in potenza.
Da Calogero Messina mezzo secolo fa con la sua antologia Voci di Sicilia al magistero di un grande intellettuale come Mario Grasso fino a Russotti, questi assunti sono stati perseguiti con efficacia e lungimiranza.
 Non mancando ancora in questo volume, le voci che in Sicilia  rendono autorevole e sicura la voce indispensabile del fare poesia.
     Anche un tale metodo rende sempre più nodali i volumi che documentano la vita e la cronaca che diventa patrimonio artistico culturale sociale e morale di una comunità che non va confusa con la massa quanto con le singolarità che si distinguono per la difesa anzitutto dell'umano che oggi è in grave pericolo.
    Questo i poeti lo sanno.
 
 
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