“Nel libro il sapere divino ed umano - Storia del multiforme ingegno” – Saggistica sulla storia del libro di Giovanni Teresi
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- Category: Scritture
- Creato: 09 Ottobre 2025
- Scritto da Redazione Culturelite
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Dalla Prefazione
I libri ci accompagnano da sempre e sono una risorsa importantissima per trasmettere conoscenza, scoprire e costruire visioni, sistemi di idee e pensieri, cultura.
Sono spesso gli invisibili attori di cambiamenti profondi della società, hanno il potere di farci viaggiare nel tempo (riportano idee dal passato e raccontano di possibili futuri) e nello spazio, portandoci in luoghi inesistenti.
Sono la migliore arma contro la peggiore miseria umana, l’ignoranza (culturale, emozionale, della consapevolezza), e l’appiglio a cui aggrapparsi per costruire il nostro migliore futuro.
Il libro è un contenitore di storie, un portatore di pezzetti di anime, una porta su mondi, una catena che permette di tramandare conoscenza, un luogo spazio-temporale, una via di fuga, l’inizio di un’idea, un consigliere fidato, un bisbiglìo all’orecchio … per ognuno un libro è e può essere molte cose. Un libro, però, è molto più che solo un oggetto: possiamo dire che ogni libro porta con sé pezzi di conoscenza, ma non solo. Credo che i libri siano anche strumenti di consapevolezza, azione civica, costruzione di cultura e società.
Libri e biblioteche sono luoghi storici senza tempo: da quando è iniziata la storia (con la scrittura), abbiamo compreso il valore di questi oggetti e anche oggi, nel corso della rivoluzione digitale, sopravvivono. Anzi: sembrano essere un appiglio verso il futuro.
Se un libro è un oggetto capace di farci viaggiare, è anche in grado di farci pensare. Credo che la relazione tra lettura e capacità di pensiero sia molto stretta e direttamente proporzionale: più leggo, più sono in grado di pensare in modo ampio, confrontando idee e punti di vista, riconoscendo errore e alternative; “la narrativa … ti costringe a imparare nuove parole, a pensare nuovi pensieri”– Neil Gaiman.
Il pensiero immaginativo è anche un pensiero narrativo. Sono due modi di pensare molto collegati: pensa a quando ti venivano lette delle fiabe o quando, tuttora, leggi qualcosa di fantastico. Quello che accade è che, da quella narrazione, nascono in te delle immagini, che sono il racconto della storia, ma che sono – allo stesso tempo – un’esperienza. Pensare per immagini non è solo conoscere, ma portare la propria coscienza in un viaggio di scoperta, in cui viviamo delle vere e proprie esperienze. Probabilmente, per immaginare al meglio, abbiamo bisogno di libri fantastici, di fantascienza, che ci possano portare in luoghi lontani, da cui poter attingere visioni creative.
C’è chi dice che i testi digitali sostituiranno quelli cartacei. Secondo me non accadrà: sono d’accordo con Douglas Adams, quando diceva che i libri sono come gli squali, che c’erano con i dinosauri e continuano ad esserci.
Ad oggi, è vero, l’informazione è online, nel telefonino, in ogni dove. La puoi raggiungere cliccando un tasto, girando la testa, muovendo un dito. Questa velocità fa pensare: è come un ciclone che si porta via tutto quello che trova sulla sua strada e possiamo quindi ben pensare che molte di queste informazioni spariscano in fretta. Ma i libri restano.
Così, leggere è anche creare empatia. È chiaro, perché significa creare mondi, popolarli e quindi indossare i panni di tutti, usare visioni e prospettive diverse, cambiare idea e darsi torto, per far vivere una complessità. Leggere, quindi, è anche un’azione sociale, che crea futuri in modo “collettivo”. Certo, forse a volte lo dimenticheremo, correndo dietro alle mode dei selfie e degli influencers, ma l’importanza ed utilità dei libri e delle biblioteche, della lettura e del racconto, di luoghi in cui incontrarsi e pensare, scambiandosi storie, è nel nostro DNA da sempre.
Il testo affronta diverse tematiche sull’operato dello scrittore, sulla funzione dell’informazione, sul dialogo costruttivo e comparativo di molti autori della letteratura internazionale, e, soprattutto, vuole sottolineare l’importanza della parola scritta, che in un lessico mutevole nel tempo, dà l’impronta per il pensiero critico sia in campo scientifico che socio-culturale moderno.
Inoltre importante è il confronto tra alcuni testi religiosi intramontabili e le moderne teorie sull’essere di famosi filosofi, che hanno fatto la storia nella letteratura, e che con i loro testi prevaricano il tempo della riflessione sul credo e sul modo di pensare.
Postfazione di Elisa Magurno
Sin dall’inizio della lettura di “Nel libro il sapere divino ed umano” dell’autore Giovanni Teresi si comprende l’importanza del testo dove suggerimenti e suggestioni, anche attraverso la fulminante intelligenza degli aforismi e l'acutezza delle citazioni, permettono di verificare come la complessità dell'esistere accomuni tutta l'umanità, senza confini di tempo o di spazio.
Ogni libro, dopo essere stato letto, viene interpretato ed inserito nel proprio mondo intellettuale e produce risposte, a volte inaspettate e piacevoli per colui che lo ha scritto.
In una citazione d’autore il Nostro concorda che: “l’esperienza tattile del libro è imparagonabile, insostituibile; non basta vedere su uno schermo, bisogna toccare il loro corpo plasmato dal tempo, sentire la loro età, il loro odore, la loro cartilagine. Il libro somiglia al tappeto di seta: più è usato e più ha valore.”
Entrare in un libro è intraprendere un viaggio nella memoria proiettata nel futuro, dove la realtà diviene meno vivida e concreta, ma più soffusa e particolareggiata, tanto da stimolare l'attenzione del lettore e permettergli di uscire dai suoi luoghi comuni e conosciuti e di liberarsi verso altri pensieri. Giovanni Teresi, nel trattare le diverse tematiche filosofico-letterarie di diversi scrittori, è convinto che l’importanza ed il valore dei libri trovi la sintesi nella frase dello scrittore americano Morley: “ Quando si vende un libro a una persona, non gli si vendono soltanto dodici once di carta, con inchiostro e colla, gli si vende un’intera nuova vita. Amore, amicizia, e navi in mare di notte; c’è tutto il cielo e la terra in un libro, in un vero libro”.
Leggere le opere di autori di nazioni diverse è entrare a far parte del popolo di quella nazione, conoscendone la letteratura sarà più facile comprenderne la sua identità.
Nell’excursus storico del libro, il Nostro fa spesso dei legami dell’evoluzione del libro nel tempo: infatti il libro è sempre stato oggetto di una serie di invenzioni e di novità, che hanno contribuito a migliorarlo, a renderlo anche più praticabile e più facilmente utilizzabile dai lettori.
I modelli e le tecnologie nel corso dei millenni si sono continuamente rinnovati con un’importante accelerazione negli ultimi due secoli soprattutto nell’attività di stampa evolvendosi con la tecnologia dell’e-bbok.
Ma ciò che rende interessante il libro è il connubio di idee nell’interpretazione di un testo riprendendo il concetto del poeta Paul Claudel: «La scrittura ha questo di misterioso: parla».
Claudel nell’arco di tutta la sua vita nutrì una visione nobile, mai strumentale, del libro.
Non semplice oggetto d’uso quotidiano, il libro difatti si presenta a Claudel come una forza dinamica, «scrigno» e veicolo delle più alte aspirazioni dell’umanità.
Questa concezione alta del libro come «strumento di conoscenza», «ricettacolo del pensiero», «laboratorio dell’immaginazione» è sicuramente connessa ai due maggiori influssi formativi della sua poetica: la Bibbia (il “Libro dei Libri”) e Mallarmé – vero maître à penser per Claudel – che considerava il Libro espressione suprema del significato dell’universo.
Nel testo Teresi mette in risalto quanto sia importante la conoscenza nella filosofia e nella Religione espressa nell’Apocalisse di Giovanni. Viene, inoltre, chiarito il pensiero di Sant’Agostino nel II Libro “Le Confessioni”.
L’autore analizza anche il pensiero filosofico - letterario dei grandi della Letteratura le cui opere sono state e continuano ad essere il motore prezioso del pensiero.
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