Marcello Veneziani, “C’era una volta il Sud” (Ed. Rizzoli) – di Gaetano Celauro

Un viaggio nella memoria di tempi passati e luoghi scomparsi, quest’ultimo libro fotografico di Marcello Veneziani, un’opera diversa che si distingue dai precedenti lavori dell’autore.

“Racconti e ricordi illustrati del Meridione di un tempo con un saggio sulla fotografia”, così il sottotitolo di copertina del volume che ne significa i contenuti” L’autore è giornalista affermato e scrittore di numerosi saggi di storia delle idee, filosofia civile e cultura politica, oltre che di testi letterari.

Con il presente prezioso volume si pone in essere un percorso che vuole fare tornare alla mente un Sud Italia che è venuto a mancare ed è inevitabilmente un viaggio nostalgico che fa ricordare al lettore una diversa filosofia di vita, un modus vivendi antico che molti rimpiangono per la pacatezza di toni e di ritmi esistenziali in una dimensione di rispetto di valori e di tradizioni che sono andate progressivamente a perdersi.

Leggendo il testo del libro e mirandone le incisive e pertinenti immagini, si rimane catturati dalla loro forza espressiva. Appare di certo improponibile un ritorno indietro a quel tempo trascorso, ma non si può non rimpiangere un mondo dove tutto appariva come fosse a titolo gratuito. Si veda ad esempio, il solo passeggiare per la strada, o sedersi a parlare nelle panchine o ancora il semplice raccolto di un frutto. Una vita semplice anche se a volte difficile ma, tranquilla, molto lontana da tempi forsennati odierni.

 Un “Topos” da ricordare per riscoprire la verità e come la filosofia si occupa degli universali, la fotografia, si sofferma altresì sui particolari, dai cieli dell’una alla terra dell’altra, nel Meridione di un tempo. Il sud è il mondo di ieri per antonomasia, la provincia, l’antichità, a volte purtroppo solo arretratezza ma terra di sentimenti, luogo d’ombre e di luce della nostalgia come pure dimora dei miti.
Vi sono foto dei contadini nelle piazze, di donne che lavano il bucato volendosi rappresentare e conservare un mondo prima che scompaia all’orizzonte e che cada interamente nell’oblio.

foto paesane e famigliari, scene di quotidianità domestica, di vita di campagna e ai bordi del mare, ritratti di antenati, primi piani, gruppi di famiglia, figure curiose, matrimoni, funerali, processioni e feste patronali”
 Era palesemente anche un Sud di disuguaglianze e di sopraffazioni, di lotte sindacali, pertanto pieno di aspre e violenti contrasti e contraddizioni, ma in cui emergevano altresì anche tratti di umanità quasi del tutto andati perduti. Vi era una vita sociale, comunitaria, con un piacere di una vita all’aperto, che adesso si vuole richiamare in un volume che vuole esprimere la necessità se non quasi il dovere di riscoprire la vera autenticità e l’anima vera del Sud tra memoria e identità smarrita.

“il sud della civiltà contadina e delle famiglie numerose, il sud devoto e superstizioso, arcaico e «fatigatore», il sud delle processioni, dei matrimoni, dei funerali, del lutto, della vita di campagna, della vita ai bordi del mare, dei circoli, delle sale da barba o dello struscio di paese. Il sud comunitario, animato e taciturno, dei lunghi silenzi e delle larghe conversazioni.”
 

 Un Sud, un meridione confinato sovente in una marginalità da ripudiare per ritornare ad essere come è nella sua storia, da sviluppo e volano della crescita e dello sviluppo della nazione

“Nella parte finale dedicata alla fotografia non ci si occupa dell’arte e della tecnica fotografica, ma dei volti e dei ricordi che la fotografia salva e trasmette citando l’autore “alla ricerca del tempo perduto attraverso una foto ritrovata”.

Pin It

Potrebbero interessarti

Articoli più letti

Questo sito utilizza Cookies necesari per il corretto funzionamento. Continuando la navigazione viene consentito il loro utilizzo.