Franca Alaimo, "Oltre il bordo" (Ed. Macabor) - di Giovanni Dino

Sono stato piacevolmente in compagnia la sera scorsa con i versi di Oltre il bordo dell'amica Franca Alaimo e li ho trovati meravigliosi sul piano poetico pur trattando 'cose' di minuta quotidianità. Complimenti.

 

Si può scrivere un libro di poesie in un solo giorno?

Non so se tutti i poeti riescono a farlo, Franca Alaimo lo ha fatto.

Infatti in una giornata, dell’agosto del 2020, ha scritto Oltre il bordo, silloge composta di 24 poesie, scritte tutte nell’arco delle 24 ore. Una poesia per ogni ora potremmo immaginare, ma l’Autrice non ha scritto una poesia per ogni ora della giornata, ma 24 testi poetici che idealmente scandiscono il passare di una intera giornata.

La prima poesia che apre la silloge è Risveglio che dà inizio allo svolgersi della giornata, forse scritta mentre ancora la poetessa è al letto. Mentre l’ultima poesia Un altro mattino, che chiude la silloge nasce come la prima al risveglio, ma del giorno dopo.

Franca Alaimo non è nuova nell’arte della poesia oltre ad essere anche molto nota e apprezzata nel panorama nazionale quale critico letterario, e non è nemmeno nuova nel cimentarsi in ‘sfide’ poetiche e letterarie per velocità, quantità e soprattutto qualità di scrittura e impegno culturale: il suo curriculum bibliografico ne è  testimone assieme a quello di operatrice culturale nella sua città.

Nel 2002 scrisse Giorni d’Aprile, che era una sorta di appuntamento giornaliero con i fatti ‘caldi’ di cronaca mondiale che la Alaimo mutava in vibranti e sonori versi di poesia. Infatti da una specie di diario giornaliero di tutto il mese di aprile (come molti si ricorderanno fu un mese molto difficile in tutto il pianeta, caratterizzato da tensioni politiche, problemi e disordini in varie parti del mondo che si conclusero con violenze, guerre, morti, devastazioni, crisi di vario genere e dolori di ogni sorta) trasse materia per un canto poematico, unitario, compatto e molto singolare che, attraverso una sorta di mescolanza di linguaggi e di forme letterarie (diario, poesia, prosa, giornalismo, aforismi) si trasformava in vibrante denuncia.

In Oltre il bordo, a differenza di Giorni d’Aprile, troviamo un incontro-appuntamento con un solo e singolo giorno dell’anno vissuto fra le mura domestiche nella più normale consuetudine.

Non c’è dato modo di poterlo individuare, ma non è sabato e nemmeno domenica e nemmeno un festivo: la biancheria stesa sui balconi e il vociare dei bambini nel cortile (pag. 26) ed altri segni lasciano intendere che si tratti di un giorno feriale.

Poesie ispirate da una sensibilità di donna e poeta, attenta osservatrice fra le sottili pagine di bianchi alberi da cui affiorano pensieri e considerazioni di diversa natura.

Versi di vita quotidiana, dicevo prima, vissuta in un appartamento condominiale, in una calda giornata palermitana afosa e vociante.

Si tratta di un linguaggio poetico ‘camaleontico’ che si muove abilmente verso più direzioni, ora ricercato e raffinato, ora narrante e discorsivo, che ci dona infine un testamento sentimentale ed emotivo di quanto vissuto e percepito nell'arco di  24 ore.

A volte affiorano senza fingimenti il candore umano e spirituale della Alaimo, caldeggiati dalla sua maturità di poeta e da un lucido ed equilibrato senso civile: “Un gatto miagola, solo, affamato. Voce disperata del male che sta inghiottendo la carità degli uomini” (pag. 32). Poesie brevi formano il minuscolo libretto di Oltre il bordo, impreziosito ulteriormente dalla testimonianza di due letterate: la prefazione della poetessa rumena Eliza Macadan e la Postfazione della poetessa Marta Celio. Molte poesie della misura del sonetto si alternano ad altre più brevi, formando l’arcipelago meraviglioso di questa silloge poetica dalla quale scaturiscono immagini e  metafore che ne fanno una piccola perla della letteratura contemporanea:“I bambini dormono stringendo nei pugni briciole di paradiso” (pag. 34). 

Ma ritorniamo un po’ indietro a ripescare la domanda con cui ho iniziato la mia perlustrazione critica su Oltre il bordo: “Si può scrivere un libro di poesie in un solo giorno?”

Pare che anche altri poeti si siano cimentati in una ardua impresa. Mi viene in mente Tommaso Romano, un altro amico, che in una giornata afosa palermitana del 1990 scrisse "Sinfonietta di un giorno d'agosto". Ma forse è il caldo, allora, mi chiedo, che agli impavidi ed estrosi rivela il fuoco divino della poesia? E viene da chiedersi: le 24 poesie di Oltre il bordo sono bastevoli per offrire quanto occorre alla critica per un’analisi completa ed eventuale giudizio valutativo? E sono anche bastevoli 24 poesie per la gioia e la godibilità di lettura dei comuni lettori della poesia? A tal proposito, conservo nel cuore con orgoglio una ‘lezione’ di un altro Amico e Maestro di Poesia, Pietro Mirabile, (in uno spensierato tempo degli anni passati collaboravamo, assieme a Franca Alaimo e Tommaso Romano, con la fortunata rivista Spiritualità & Letteratura di cui Condirettori erano proprio Pietro Mirabile e Tommaso Romano), che, alla domanda che gli rivolsi: “Ma che significato poetico letterario e culturale possono avere libricini di poesie di poche pagine?”  (premetto che arrivavano in quel periodo - metà anni ‘90-  in Redazione librettini di poesie di poche pagine, perfino tascabili super mignon)“, mi rispose: “Bastano anche 12-15 poesie, per giudicare un poeta per quello che scrive. Bastano poche poesie per entrare nel suo mondo poetico, per toccare con mano il suo fertile terreno dove coltiva silenziosamente i suoi frutti e carpirne il lavoro, l’ingegno creativo, argomentativo ed esplorativo, apprezzarne la ricchezza di intenti fino ad entrare nel suo mondo segreto di senso e di pensiero.”

Criticare, ‘pesare’ l’anima di un poeta attraverso ciò che la sua penna riesce a trasportare dal suo luminoso mondo interiore, non è cosa difficile ma non tutti però sanno farlo, o meglio sanno fare bene, anche se la vita del poeta è sotto gli occhi di tutti,espressa con semplicità e innocenza nei versi che scrive e dove ha posto il suo cuore, pieno del suo mondo, rimanendovi per sempre. Eppure nonostante la vita del poeta sia dentro l’alfabeto poetico che usa per cantare ciò che avverte sente e vive, molti lettori di poesia, pur rimanendo affascinati dalla bellezza dei versi, non sanno catturare la verità profonda e trascendentale che proviene dal misterioso magma che li ha forgiati poeti. Molti lettori di poesia riescono a percepire solo la superficie di ciò che scrivono i poeti o ne traggono indicazioni molto comuni e generali sul ‘sudore’ dei poeti e, quando scrivono di loro, certi giornalisti o recensori, cominciano a girovagare e interpretare con giochi acrobatici, mettendo situazioni e ‘cose proprie del loro mondo’ che nel testo non ci sono. Scrivendo persino cose secondo una loro visione o cose che più somigliano e si avvicinano al loro sentire, ma che in verità nel testo non ci sono, allontanandosi parecchio dal vero messaggio del testo. E più un percorso di scrittura è breve e più è probabile il rischio di battere la testa contro un muro o percorrere indizi e percorsi che inducono fuori pista” (Pietro Mirabile, da una lezione orale, metà anni ‘90). Nelle 24 poesie di Oltre il bordo di Franca Alaimo vi è tutto il mondo umano, culturale e spirituale: pensiero, desiderio, emozione, fede, senso materno, sessualità, famiglia, amicizia, la città, il condominio, la sua casa, le amiche, la poesia la lettura l’amore per i gatti e tante altro ancora. Si ha abbastanza materiale per lasciarsi coinvolgere e trasportare dal fascinoso mondo creativo della poesia della nostra Autrice, la quale dipinge il suo mondo umano di una giornata comune come tante altre, piena di gesti e di abitudini, con estrema semplicità, dalla quale pure affiorano bellezza ed incanto.

 

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