Carmelo Pirrera, un poeta da non dimenticare

di Nicola Romano - Quando viene a mancare un vero poeta è come se all’improvviso crollasse uno dei pilastri della nostra società civile. E se in questo poeta si materializza anche l’amico e il saggio compagno di numerosi scambi (e talvolta pacati scontri) culturali ecco che lo sconforto diventa più feroce. Devo cominciare necessariamente così questo mio ricordo di Carmelo Pirrera, poeta e scrittore siciliano, che è venuto a mancare il 2 febbraio del 2015, all’età di 83 anni. Non è questa l’occasione o la sede per ripercorrere la sua seppur consistente bio-bibliografia o per restituire una critica nei confronti della sua intera opera che, tra poesia e narrativa, risulta davvero ricca e poderosa; ma a cuore ancora caldo ci preme dire che Carmelo Pirrera è stata una presenza costante e significativa nel panorama letterario sia siciliano che nazionale e che inoltre, in maniera accorta ed oblativa, ha dato la possibilità a molte “voci” di poter veicolare attraverso le sue particolari pubblicazioni messe in atto lungo la sua lunga carriera di letterato e di attento osservatore degli effluvi poetici degli altri. Infatti, grazie all’invenzione d’una proficua sua personale edizione denominata “Il Vertice” (messa su nel 1968), egli ha saputo svariare tra scoperte, proposte e conferme con l’unico sorprendente risultato di aver messo il timbro su buona parte dell’espressione poetica a cavallo tra il Novecento ed il secolo in corso. Una pietra miliare rimane la corposa antologia da egli stesso ideata e intitolata «Gli eredi del sole» (1987), in cui hanno trovato collocazione tanti buoni poeti siciliani, volume che adesso rappresenta una sorta di documento per quella che era la poetica di autori affermati ed emergenti dell’ultimo quarto del secolo scorso. Per non dire della deliziosa collanina de «Le mosche», edita sempre dal Vertice, che ha dato luogo a dei versi essenzializzati ed in forma bonsai di vari autori. E vogliamo anche qui ricordare la rivista bimestrale «Issimo», dall’originale composizione tipografica, avviata sin dal 1987  in forma cartacea per poi passare on line a causa degli aumentati costi di spedizione, invio che comunque si è fermato qualche anno prima della morta, a causa dei suoi incipienti malanni. Ma dire Pirrera vuol dire anche «Antigruppo», movimento letterario nato in Sicilia nel 1966, se lo troviamo insieme a Nat Scammacca, Rolando Certa, Gianni Diecidue, Crescenzio Cane, Ignazio Apolloni, Pietro Terminelli a fondare tale “avanguardia” che dava più peso alla passione che all’intelletto. Movimento, comunque, che portò un grosso fermento nell’isola, con convegni e scambi che abbracciarono tutto il Mediterraneo.

E infine, vogliamo ricordare il suo carattere riservato ma non defilato, il suo discorrere sornione ma tagliente, sempre pronto alle battute e all’ironia tendenti a sdrammatizzare le seriosità della vita, anche se qualche sua considerazione che sembrava disimpegnata riconduceva puntualmente verso taluni segmenti di sana provocazione.

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