LE SPIGOLATURE. Su un orrendo terremoto geopolitico - di Carmelo Fucarino

Ai 18 anni il sommo Gaetano Trombatore (per dire che anche alla Facoltà di Lettere di Palermo abbiamo avuto degli eccelsi critici), fratello del pittore Francesco e perciò zio di Antonello critico d’arte e poeta) mi guidò sui primi anni di Alessandro Manzoni con le Spigolature di Antonio Stoppani. Quel suo metodo mi soccorre talvolta, quando la materia è troppo vasta ed ardua è la sintesi: «Spigolare si dice l’andàr raccogliendo in un campo mietuto le spighe sfuggite alla falce inesoràbile del mietitore» (Milano 1874, p. 7).

A proposito della fregola che ha travolto la stampa prezzolata e asservita mondiale che ci martella giorno e notte sulla tragedia della resa – concordata – degli USA e satelliti ai Talebani. Tutoli roboanti e antitetici, ma sempre dolorosi. Silenzio per la Siria, trucidata nella guerra civile e bombardata dagli opposti schieramenti dal 2011, dieci anni di morti. Esclusa da me la politica, qui si tratta solo di geopolitica. Con accuse infamanti contro Biden per una presunta fuga, già annunziata da Trump (twit 7 ottobre 2020, entro Natale, assieme alle forze NATO), che ora sbraita di disonore. Allora la speranza della sua vittoria dichiarata da Mujahid, portavoce dei Talebani, tanto da preoccuparsi della sua salute per l’infezione da covid. Naturalmente imbarazzo e reciproche smentite strumentali a ridosso delle elezioni. Ma veri sono stati i negoziati di pace a Doha, promossi da Ghani (pace con negoziati e “non con la forza delle armi”). Si tace sulla fuga dimenticata da Saigon del 1975, in un’altra guerra di conquista anticinese, ma si prevede un “Saigon moment” per Biden con disonore.

Premetto che non faccio parte del neo-gruppo degli italiban di destra o di sinistra e che non sono stato né sarò mai un loro supporter, un cosiddetto contractor, guerriglieri pagati, come i famosi capitani di ventura o la Legione straniera francese, che operano da più di un decennio per la distruzione della Siria. Tutte le guerriglie finanziate mi danno il voltastomaco, come tutte le esportazioni armate della democrazia e peggio della libertà con la falcidia delle stragi dei popoli da liberare. Oggi senza vittime dei liberatori, perché questi usano i droni contro i liberandi. Cicerone sostenitore della imposizione della democrazia anche agli Ebrei e della Pax Romana (con libertas e securitas, quindi si vis pacem, para bellum), oggi è stato guida e maestro della Pax statunitensis.

Un po’ di storia delle conquiste di quella martoriata striscia di terra con Kabul, “crocevia del centro Asia”. Fu invasa già dagli Indoariani (quelli del sanscrito), poi dai mesopotamici Medi e Persiani, non mancarono i Greci, poi i Maurya, i Kusana, gli Unni e i Sassandi, poi Arabi, Mongoli, Turchi Selgiucidi (XII secolo). E dallo zoroastrismo così si passò all’islamismo (VII secolo) e al califfato dal 652. Nel 340 a.C. l’aveva invaso il macedone Alessandro, detto grande anche per le stragi. Il dopo Cristo vede ricorrenti invasioni: nel 1219 i Mongoli di Gengis Khan e i suoi discendenti e poi alla fine del XIV secolo l’altro stragista Tamerlano. Non si contano i regni fantasma come la dinastia Ghuride, base dei sultani di Dalhi (XIII secolo). Poi ancora l’impero Mogul e i Safavidi persiani fino a Nader Sha. Solo nel 1747 sorse lo Stato odierno e divenne il “gioiello” dell’Impero britannico, mantenuto con la forza contro una serie di guerre di indipendenza che portarono al Regno di Amanullah Khan, dal 1919 al 1973, quando sorse la prima repubblica di Daud Khan. Fino al 1979 turbolento dominio inglese fu sostituito nel 1979 dall’invasione russa e da una guerra per interposto stato tra Russi e USA fino al 1989 fino alla fuga ignominiosa dei Sovietici. Nel 1992 infine la nascita dello Stato islamico. Poi ci sono cascati pure gli USA. Nell’assurda reazione alla strage delle Twin Towers dell’11 settembre 2001 gli USA invasero il paese (Enduring Freedom), rendendo tutto lo Stato responsabile del terrorismo. Vent’anni precisi di occupazione con Americani e satelliti NATO asserragliati in un fortino, qualche incidente di attentati e tanti morti Afgani. Il governo fantoccio di Karzai fino al 2014, protetto a Kabul, mentre il territorio è stato in mano ai signori della guerra locali che coltivano papaveri per il mercato occidentale. Oggi il territorio sarà liberato dai conquistatori stranieri con voli continui per salvare collaborazionisti e affaristi occidentali. Caos nelle opinioni dei leaders italiani, linea dura di un richiesto G20 o un esecrato accordo di Conte. Paura per un’ondata di profughi e salvataggio di decine di migliaia di industriali che facevano buoni affari all’ombra dei missili (diecimila americani).

Primo provvedimento talebano: censurare i manifesti con donne vendute al consumismo assoluto (anche di automobili). Mi stupisco che le nostre moderne suffragette non hanno esecrato e non lottano in casa loro in Occidente per questa svendita del corpo femminile. Le case sono state chiuse, ma il commercio di carne femminile imperversa in tutte le salse, a larga scala.

Salvare giornaliste o attrici naturalmente collaboratrici dell’occupazione NATO americana che gridano una strage di donne. Ma perché dovrebbe avvenire proprio una strage solo di donne e non pure di uomini? Sono così pervertiti i Talebani da suscitare tali terrori? Questi talebani non amano le donne? E la necessità di salvare come li definisce crudamente Draghi solo i collaborati degli occupanti? D’altronde fra i tanti irredentisti Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa furono fucilati dagli Austriaci come traditori, ma divennero eroi per l’Italia. Così i collaborazionisti di Petain e tanti altri italiani al soldo dei nazisti. E quante ore della vendetta ha visto l’Europa delle due orrende guerre per il predominio territoriale e politico? In una società di razzismo strutturale? Perora ferve la polemica sull’art. 3 della Costituzione e il termine “razza”, effettivamente razzista, perché lo riconosce come status fisico e naturale. Lo stesso potremmo dire del concetto di “sesso”, che riconosce il gender come status distintivo rispetto all’essere vivente umano al di fuori del sesso.

L’orrore del velo quanto la morte: mia nonna andava a Messa con messale e velo nero in mano. E nessuno mai gridò alla libertà manomessa. Si avanza perciò la ragione della sicurezza. Eppure certi caschi scurati e neri di motociclisti sono a norma di legge. Fra donne velate in Iran e Yemen la confessione aperta fattami che il velo le protegge nella loro privacy e possono uscire con chiunque senza essere riconosciute.

Il burqa proibito nella democratica Francia della FLE, agnostica si dice, direi ormai atea, ove l’ebreo può portare la kippah e la teocrazia cattolica può dettare legge sulla vita anche degli atei, dei musulmani, degli induisti e degli scintoisti. Con l’alibi dell’obiezione di coscienza contro le leggi dello Stato. E perché il burqa fa orrore solo a Kabul e non a Riad e Sanà yemenita diventata araba, fedeli e privilegiati alleati occidentali (anche degli italiani)? Occorre contestualizzare una società che vive ancora all’età della pietra e l’occidente degli algoritmi.

Si dice che i Talebani sono intervenuti con la forza e un morto in un corteo a Jalalabad, in seguito a “disordini”. Anche a Roma, a New York si interviene con poliziotti armati di mitra davanti a dimostranti. Da pochi giorni si è riaperta la ferita ignominiosa di Genova. Ogni governo ha i suoi dimostranti con qualche morto, pacifici o fomentatori di disordini. E non vuol essere una consolatio. Purtroppo.

Stanno tornando i pericolosi leader dall’esilio: allora non è che gli oppositori vivessero nella propria casa democratica che li riteneva indispensabili. O almeno così si dice. Ghani Baradar, oggi mullah rifondatore e leader diplomatico e tanti altri erano in carcere in Pakistan filoamericano. E nessuno più parla delle carceri tomba di Guantanamo, aperte da Bush nel 2002 con ottocento torturati (di Afganistan e Pakistan), chiusura promessa da Trump nel 2018, ancora aperto con “poche centinaia” di vittime sopravvissute, dismissione non prevista da Biden.

Domanda: cosa ne sarà dei campi dei papaveri e dei signori della guerra? Lieviteranno i prezzi della droga, proibita in quasi tutto l’Occidente con carcere pesante, a favore del contrabbando di tante mafie, anche russe e giapponesi?

 

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