Futurismo in “Parole-Immagini Desiderio” (TED) – di Vitaldo Conte

“Attraverso” PAROLE-IMMAGINI DESIDERIO (eBook, Tiemme Edizioni Digitali, 2023): le tavole parolibere del Futurismo; a Ferrara e Provincia; Writers on the Road su qualunque supporto; l’arte-scrittura nella mia ‘Camera da letto’. Le vedo attraverso lo sguardo del Desiderio, congiunto con il Sogno. Il viaggio vuole essere, insieme, ‘lettura’ di passato ma anche di attualità. Questo attraversamento riguarda anche il mio vissuto teorico e di creazione: oscillante fra momenti di storicizzazione e di ultima proposta. Nel percorso mi soffermo su testi e iniziative di autori storici: F.T. Marinetti, C. Belloli, R. Brindisi, R. Barthes.
 
ATTRAVERSANDO… PAROLE-IMMAGINI CON IL FUTURISMO
 
“Credo, quindi, che il nostro poeta possa facilmente andare più oltre, ossia avanzare verso ulteriori esperienze che lo condurranno a raggiungere più velocemente, e forse oltrepassare, i traguardi della poesia futurista.”
Luigi Scrivo (‘Futurismo = Artecrazia’)
 
Nel 1976 (5-6 giugno) si svolge, a Roma, Marinetti domani: titolo di un significativo convegno di studi per il centenario della nascita di Marinetti. Le sue sedi sono: la Sala Protomoteca del Campidoglio (mattina del 5 giugno) e il Palazzo Firenze della Dante Alighieri. Partecipano studiosi, critici, creatori di qualunque linguaggio: come lo storico autore futurista Francesco Cangiullo (1888-1977). Che ricorda nel suo intervento: «Io parlai molto e non ho più voce. Fui molto fischiato e sono veramente i primi applausi che mi vengono da questa platea. Sono meravigliato. Marinetti glielo disse anche a D’Annunzio: “Ti presento un giovane futurista che è più fischiato di te” “Ragazzo, come osasti tanto?” “Maestro, non osai. Osarono”». Termina così il suo intervento, rivolgendosi a Marinetti: «Ora vorrei dire: Ei fu. Egli fu. E se fosse realmente fra noi, andrebbe di là, non si accosterebbe più ai vecchi amici del 1919 che pure fecero la gloria del Futurismo. No: andrebbe verso le giovani leve, verso la nuova primavera. Lo vedo. Ed i negletti Veterani applaudiscono. È la vita. È la primavera. È Marinetti. È il Futurismo. Ho finito».
 
A questo evento sono invitato anch’io come relatore (poco più che ventenne sono decisamente il più giovane) con una relazione su Marinetti / poesia visiva. Che costituisce per me, oltre che l’indicazione di un confronto, l’inizio pubblico del mio rapporto con il Futurismo. Questa indicazione caratterizzerà anche molti dei miei successivi percorsi teorici e artistico-letterari.
Francesco Grisi (moderatore dell’incontro), nel presentarmi, esclama: «Dopo la voce della maturità, sentiamo la voce dei giovani». Al termine lo stesso mi ringrazia per la mia «puntuale ed efficace esposizione sui rapporti della poesia dei giovani d’oggi con il futurismo e Marinetti».
Queste presentazioni e gli atti di Marinetti domani (con il mio testo) sono poi raccolti in una pubblicazione dei Quaderni di ‘Futurismo-Oggi’ (n. 19, 1977).
Il mio intervento “entrerà” poi, sempre nel 1976, in un capitolo della mia tesi di laurea (con 110 e lode) in Lettere Moderne, all’Università di Roma, su Il “fenomeno” visivo in Italia e la letteratura.
 
La rivista ‘Futurismo-Oggi’ è la promotrice’ del convegno Marinetti domani, attraverso il suo direttore Enzo Benedetto (1905-1993), poeta e pittore reggino. Questa è attiva a Roma dal 1969 al 1993: risulta essere l’ultima rivista e riflessione delle generazioni storiche del Futurismo, a cui collaboro. Nella dichiarazione di nascita (1967) i promotori (tra cui il salentino Mino Delle Site) intendono “riaffermare” che il Futurismo è, in primo luogo, un’idea, non soltanto una raccolta di opere e intuizioni ereditate, che non può essere inscritta in un limitato arco di tempo. “CREDIAMO NEL FUTURO siamo matti”: questa affermazione è scritta sulla copertina del 1° numero.
Presento ‘Futurismo-Oggi’, a Lecce nel 2010, in Ultime riviste futuriste, nella mostra Rosa Lussuria, curata da me a Lecce (Biblioteca N. Bernardini) nel 2010, avendone intere annualità. Tale esposizione è dedicata alla Lussuria futurista di Valentine de Saint-Point, di cui espongo una copia originale. “Rose rosse, lussuria e Futurismo sono i fili conduttori della mostra curata da Vitaldo Conte (…). Un insieme di oggetti e di opere che vogliono rievocare l’idea dell’arte globale e dell’eros come forza propulsiva dell’esistenza” (‘Nuovo Quotidiano’).
 
ATTRAVERSAMENTI: BELLOLI E LE MIE IMPRONTE EOLOVISUALI
La definizione di poesia visiva è già data da Marinetti nel 1944 nella presentazione dei Testi-poemi murali di Carlo Belloli (1922-3003). Marinetti, nel “collaudo”, gli riconosce, infatti, il merito di aver posto i termini di un nuovo “guardare” la parola: “con Belloli la poesia diventa visiva”.
Concepisco, nei primi anni Ottanta, contemporaneamente alla mia scrittura performativa, diversi lavori verbo-visuali attraverso le corpo-creazioni della lettera V (iniziale del mio nome), che diviene ‘V Volo: corpo-grafia nel bianco’. Alcuni di questi miei lavori diventano Impronte eolovisuali, anche in riferimento a espressioni del Futurismo: come le cinque tavole che costituiscono la mia omonima cartella verbo-visuale. Questa ha la significativa “focalizzazione” di Carlo Belloli, critico d’arte e anticipatore di poetiche concreto-visuali, che ne intravede uno sviluppo della aeropoesia futurista.
 
Carlo Belloli: Vitaldo Conte, Impronte eolovisuali (Campanotto Ed., 1981)
le strutture tensive di vitaldo conte si sostanziano di percettibilità immediata e le parole che le concludono a supporto di integrazione fabulata non dovranno intendersi come didascalie complementari all’evento segnico. si tratta di segni-segnali che propendono a semanticità correlata, non metaforica ma linearmente analogica. segmenti come sememi.
(…) vitaldo conte depassa la profezia grafosegnaletica di pino masnata che, negli ultimi anni della propria operatività poetica, aveva portato a conseguenze estreme le intuizioni degli «stati d’animo disegnati» dallo scrittore futurista giuseppe steiner raccolti in una curiosa brossura edita da f.t. marinetti, a roma negli anni trenta, per i tipi di «poesia».
questo risultato ultimo della ricerca di vitaldo conte, poeta lineare e indagatore di possibilità microvisuali del linguaggio imagato, mi interessa e interessa. oggi vitaldo conte può aspirare a buon diritto a cittadinanza culturale internazionale. nell’ambito delle tendenze più avanzate della poesia di ricerca europea, dell’integrazione parola-segno, l’operare recente di vitaldo conte si presenta del tutto autonomo e significante.
conte ci suggerisce un modo diverso di ascesa virtuale dove il volo è già protostoria tecnologica e lo spazio extraterrestre non ospita l’astronauta militarizzato ma impossibili colibrì angolati. l’imperativo del volo di questo operatore del linguaggio re-ferente si risolve in candido dialogare di cesure fortemente minimali per un codice decifrabile in tempi visivi ultrarapidi.
(…) gli angoli e i triangoli, a sintesi di aperture d’ali, che vitaldo conte propone a spazi bidimensionali mi si presentano come dislocazioni connotative del significato per l’emergenza non enfatica del significante imprevisto. i piani della struttura formale si articolano in coerente progredire grafo-strutturato, mentre una garbata lucidità contestuale si offre con discrezione opportuna. (…)
 
 
 
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