Vito Mauro recensisce "Luci d'autunno" di Adalpina Fabra Bignardelli (Ed. Carta e penna)

 
Da una diecina di anni Adalpina Fabra Bignardelli in occasione del suo compleanno, omaggia i suoi amici, lettori ed estimatori un suo lavoro, lo fa come un appuntamento, sia che si tratti di raccolte di poesie o di interessanti saggi, scritti tra ricordi e speranze, il tutto è sempre offerto con precisione espressiva, con una cura del dettaglio, come un ricamo finemente lavorato.
L’ultimo lavoro Luci d’autunno, edizioni Carta e Penna, è una silloge di poesie e di tredici racconti, testi che scaturiscono dal crocevia tra la vita vissuta e la riflessione, tra esperienza e meditazione, con una scrittura delicata, dove le parole sono sussurrate, come ad esempio nella lirica, dedicata a Torino, ricca di una amabilità e leggiadria disarmante: “Con timida ritrosia / nasconde il cuore pulsante / di gente operosa.”, o con il lancinante ricordo di Gibellina, “Quieta assenza dell’esistere.” e con l’elegiaca memoria del Castello a mare di Palermo.
La poetessa ha un forte senso comunitario, continuamente interrogandosi sul senso dell’amicizia, nella consapevolezza che “Una vita senza amici veri / è arida, amara, solitaria.”, i suoi versi celebrano pure i piccoli paradisi terrestri in “una tiepida illusione primaverile.”, pur avendo come cognizione che “Solo la fatica può dare /senso alla vita /…/.”
Composizioni poetiche che racchiudono preziose perle di meditazioni, che scaturiscono dal profondo del cuore: “si passa una sola volta / … / per il meraviglioso dono della vita.”
Inoltrandosi nelle poesie della Fabra Bignardelli s’incontrano pagine che rinviano all’avventura della vicenda umana che s’interroga sui tormenti quotidiani come la solitudine “Sospesa nel tempo /tra miraggi e paure / trascorre il mio spazio.”, che conduce ad enunciare “La vita trascorre velocissima”, “È un miracolo / che va vissuto fino in fondo.”, e in una malinconica filastrocca ribadisce che “Nulla è per sempre!... ”, e come una presa d’atto costata “che lo scorrere inesorabile del tempo / tutto trasforma e cambia.”
La poetessa per cercare di dare un senso e un significato ai giorni che passano deduce che “Nuovi percorsi diventano necessari.”, e senza timore di confessare i propri sentimenti nella lirica Tristezza raggiunge vette appassionate e tenere, mentre rimanda all’inaccessibilità negli abbondanti dilemmi esistenziali in Curiosità, mentre in Rammarico fa risaltare quanto sia fondamentale l’umiltà nelle vicende umane.
Tema rilevante è il suo spiccato valore umano, la saggezza che scaturisce dal fondo dell’anima, specie quando parla di solidarietà “segno umile e grande / dell’amore che dona, ” affinché “si offra all’umanità smarrita.” E tra rimpianti di “Pomeriggi estivi sotto la tua ombra, ” e giusti propositi “Ci ostiniamo nel fare del bene…”, ci perviene “La paura in cui viviamo / fiacca le nostre energie / assopisce il nostro entusiasmo.”
Nell’intensa prefazione Fulvio Castellani sottolinea che in Luci d’autunno “le poesie sono dei quadretti… (con) parole forti e mai dispersive nei suoi versi… (e) nei racconti il discorso veste… di nostalgia ogni ricordo…”.
Unitamente alle liriche sono compresi tredici racconti sintetici e genuini, che si leggono con facilità, forse per via degli argomenti attuali trattati, scritti con sapienza, che prediligono la realtà quotidiana, fanno riflettere sul mondo circostante e sull’evoluzione dei tempi che cambiano molto velocemente, e in Che fare?, ci esorta: “Evitiamo di ritirarci nel mondo virtuale delle tecnologie, di chiuderci nel nostro angolo senza guardare chi ci sta vicino, …”.
Ed è la memoria il filo che unisce i racconti. In Incontro d’infanzia e Trenta case più una si propagano i giornalieri pensieri emotivi, aspettando che si compia l’arcano mistero. Tutto con la naturale cura letteraria, per cercare di dare un senso e un significato ai giorni che passano, forse nutrendo anche ansia per i propri sentimenti, senza avere incertezze nel riconoscerlo, anzi rimarcando quella solitudine. E la risposta può trovarsi in C’era una volta che indica il trascorrere del tempo e “raccoglie tra le mani tremanti il simbolo di tante illusioni.”
L’Autrice, personaggio discreto ma intellettualmente vivace, in questa pubblicazione come in un diario di sintetici pensieri, cogliendo gioie e dolori, offre la sua personale esperienza, i suoi travagli interiori e la sua visione della vita, riuscendo ad esprimere ciò che il cuore le ha dettato e inducendo il lettore a riflettere.
Vito Mauro
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