“Tra le stanze del Castello con Guglielmo Peralta” - di Gery Scalzo

 In “H-ombre-s”, l' opera teatrale, tratta dall'omonimo romanzo di Guglielmo Peralta, i personaggi si svegliano dal torpore. Hanno acquistato coscienza di essere prigionieri della fantasia dei loro autori.

Ora cercano una

via di scampo per uscire dal sogno di chi li ha generati, fuori dal palcoscenico della finzione, nella  realtà del mondo ma soprattutto per riconquistare la libertà di pensare e di agire. Essi non si fanno più trasportare dal canto ammaliante delle sirene che dissuadono la rotta  ma vogliono  trovare Itaca, l’isola della nuova conoscenza  dove abita il libero arbitrio. Inizia così il  viaggio all’interno della propria coscienza, alla ricerca dell’ io nascosto e di quel Dio da cui hanno accettato il dono.

Tuttavia, rientrare nella realtà del mondo, fuori dalle opere, fa loro nascere il dubbio che la poesia possa abbandonarli e che non sarà più possibile salire sul carro di Tespi, ma soprattutto che l’unica stagione della vita, “il tempo”, avrà una fine, e dovranno rinunciare all'immortalità.

Fuori, nella nuova realtà, il  mondo si lascia incantare dall’intelligenza artificiale. I poeti sentono sminuita la libertà di fantasticare,  soggiogati dalla nuova possibilità creatrice della macchina e si chiedono  quale possa essere la giusta via verso la libertà di espressione.

In  fondo alla sala, Amleto ascolta i pensieri ed interviene  con voce roca, sussurrando “essere o non essere” ma poi pensa che se l’essere fosse solamente il sogno dell’uomo, il non essere sarebbe la negazione stessa e cioè la realtà ritrovata e con essa anche la morte terrena e probabilmente  la scomparsa delle opere.

L’incertezza di Amleto sconforta i personaggi che riflettono ancora di più sulla possibilità di restare all’interno delle opere. Il dubbio dei personaggi alimenta la mia curiosità di lettore e d'artista. Provo a entrare nel sogno di Guglielmo per incontrare  i personaggi del mito ed il luogo dove tutto si perde nella memoria del primo uomo che ha generato il verso. Vago tra le ombre e mi  piace poter fermare il tempo per trovare nell’arcobaleno delle immagini, nel sogno, nella  poesia, i  colori per il mio racconto pittorico.

Nelle vecchie stanze del castello, tra le aperture dei solai, ormai consunti dal tempo, filtra la luce di un cielo stellato mentre la mia mente continua a liberare immagini dalle pagine del libro di Guglielmo Peralta. La luce di una stella  mi accoglie all’interno del castello ed un vento di versi e suoni mi porta dove nasce il pensiero poetico e si respira l’aria tersa della parola. Mi piace poter condividere la strada con l’amico poeta, tra il bagliore delle stelle che accompagna il mio stupore di visitatore, ma le immagini non definite si perdono al chiarore di una pallida luna, posata all’orizzonte sulla scena. Mi sembra di contemplare un mio dipinto. Entro dentro la “tela” e vi passeggio alla  ricerca della “soalta” di Guglielmo, degli eventi che possano far nascere ulteriori idee. Ebbro di tanta bellezza rientro  nella realtà del mondo. Anche se sono fuori dal castello,  una strana sensazione di appartenenza, una sinestesia di atmosfere mi riporta ancora al sogno del poeta e scorgo  una processione di ombre legate dal filo dell’amore con tutti i nodi e le declinazioni del linguaggio infinito. La sofferenza dei poeti è servita a sciogliere i nodi della  povertà culturale dell’uomo ma essi pagano la difficoltà  di non essere appieno compresi, anzi quasi derisi da un ordine incompressibile che cataloga e frena le idee, riconducendo la fantasia, quasi per  pudore, ad espressione da cui guardarsi  e stare attenti. Lo sa bene K., il Personaggio protagonista, l’ombra senza nome, che, forse per la sola colpa di esistere, si ritrova ad essere giudicata  e ad espiare, oltre ai traumi della vita, una colpa decisa da un fato che non riconosce nemmeno suo figlio. L’ombra vaga alla ricerca di chi lo possa chiamare per risentire il suo nome e poter dire: Esisto ancora! Per esistere l'ombra deve identificarsi col proprio autore: Franz Kafka…. E la rivelazione la tratterrà dentro il castello. La sua anima vivrà nel sogno degli uomini, fuori e dentro i loro castelli, sarà viva nel cuore dei poeti e delle ombre che conosceranno il suo nome! In silenzio, l’ombra cede alla penombra e questa al buio, e riscatta il suo dolore, la sua malattia attraverso la metamorfosi della sua anima che si frantuma in piccolissimi specchi che accolgono il riflesso del dolce suono, il canto della sua anima. I personaggi ora desiderano e chiedono di restare nelle pagine dei libri. Sono: Beatrice, Sigismondo, Sonja, Ulisse, Amleto,  Euridice, Sierva Maria, Frida, Don Chisciotte, Pinocchio che vuole restare un  burattino,  perché la trasformazione in umano lo porterebbe lo stesso tra i burattini dell’umanità. I Personaggi apprendono di essere il sogno di un nuovo autore, di essere prigionieri del 'sogno' di Guglielmo. Tornano allora a desiderare  di essere reali e implorano l’autore affinché apra le pagine del suo libro e li lasci fuggire nel mondo. Peralta resta perplesso a tale richiesta e non si vuol prendere la responsabilità di aprire le pagine e liberare i personaggi; sarebbe l’artefice della loro scomparsa per sempre dalla storia della letteratura.  

Le emozioni affollano la mia mente. Una stanza immensa si apre al mio sguardo, le cui pareti curve si innalzano per diversi piani, chiudendosi con la visione di un cielo stellato. Innumerevoli  libri costellano le pareti e si confondono con il  bagliore di alcune stelle. Mi fermo a contemplare la grande libreria, penso: “tutto  potrebbe essere partito da qui!” Resto incantato dalla bellezza di Beatrice, dai dolci contorni della sua ombra che sfumano diventando sempre più impalpabili. Il suo corpo, ormai trasparente, accoglie versi e parole che si inseguono roteando per fermare la loro corsa sulle pagine dei libri tra gli scaffali della grande biblioteca del sapere, di cui  Beatrice è la musa ispiratrice e la custode. Continuo il mio 'viaggio' e un vento carico di sillabe sfuggenti si coagula in espressioni che esclamano di non volere più restare nei libri e di non essere relegate alla polvere dei ricordi. Tuttavia, convengo, in sintonia con Guglielmo, che le ombre devono appartenere al grande oceano di idee della libreria per continuare a donarsi e illuminare d’immenso le generazioni future. I poeti contemporanei, in attesa di uno spazio nella grande libreria, attenderanno nelle stanze del proprio castello gli eventi, e il naufragar, con la propria emotività, produrrà ancora parole innamorate, fermando il tempo della poesia ma non quello dell’uomo cibernetico che, nella sua folle corsa, con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, continuerà a dimenticare sempre più la propria emotività e le radici della propria anima. Noi fruitori continueremo a sfogliare il libro di Guglielmo perché ogni pagina possa aprirci a nuove primavere che non si possono tradurre in presentazioni o consensi poiché l’estasi appartiene alla lettura diretta di ogni singola voce.

Gli autori, i personaggi ed i fruitori dell’opera, attenderanno il  nuovo equilibrio emotivo per rientrare o uscire dal sogno di Guglielmo Peralta.

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