“Tra dubbio e speranza. In tempo di pandemia la preziosità dell’atto comunicativo in Iolanda Virzì” di Maria Patrizia Allotta

Non troverai mai la verità
se non sei disposto ad accettare
anche ciò che non ti aspetti.
 
Eraclito
 
   Il libro di Iolanda Virzì dal titolo Giù la maschera. Maestro ai tempi della pandemia - edito dalla casa editrice Antipodes - ci riconduce ad un singolare manuale che ha come primario obiettivo non l’esplicitazione totale di alcune tematiche, né tantomeno la dimostrazione enciclopedica di alcuni saperi ma, piuttosto, l’innesto nel seme del dubbio e della speranza a chi si accosta - in tempi di pandemia - a una lettura semplice ed immediata eppure emblematicamente costruttiva. 
    Va subito precisato che Iolanda - nata a Palermo dove insegna presso le scuole primarie, Accademica di Sicilia, autrice della raccolta di liriche dal titolo Il corpo dell’anima e del saggio intitolato Maestro unico in una società a pezzi - ha, certamente, sposato la “Filosofia dell’oltre”. E, in effetti, valicando ogni possibile limite, ogni impedimento e ogni difficoltà - in un momento buio qual è quello che stiamo vivendo, caratterizzato da un’infinita pandemia che non ci dà tregua,  da una guerra atroce se si aggiunge ad altre guerre inaccettate ed inaccettabili, da una crisi economica significativa e, soprattutto, dall’oblio dei valori morali più alti e significativi - Lei trova  sia la forza, la volontà e la determinazione di dare spazio alla sua scrittura creativa quanto il coraggio di pubblicare secondo una visione di stampo esistenziale facendo leva sulla preziosità dell’atto comunicativo.
     Se facciamo mente locale, infatti, la struttura portante del testo dal titolo Giù la maschera è data dal significato del verbo, dal valore della parola, dalla virtù del linguaggio, insomma, dalla bellezza dell’atto comunicativo. 
     E, sembrerebbe, che tra le mille definizioni possibili di comunicazione, la nostra Autrice, forse inconsapevolmente, abbia scelto quello più nobile, ovvero, la comunicazione intesa come atto di dono.
     Ma, non è tutto. Iolanda non solo si dona ai suoi possibili lettori attraverso una scrittura singolare, ma - in pieno rispetto della moderna psicologia della comunicazione - ha cura sia della “negoziazione”, sia del “rispetto del campo cognitivo”.  
    Lungo le 156 pagine di questo testo, infatti, evidente è la volontà di pattuire, negoziazione e mettersi d’accordo con sé stessa e con gli altri circa svariate tematiche e problematiche magistralmente affrontate sempre con grande perizia e zelo e chiara è la necessità di rispettare il potere conoscitivo di ogni singolo, volontà e necessità che si concretizzano attraverso l’uso di una stesura limpida, essenziale, immediata eppure mai banale, anzi emblematicamente costruttiva.       
     Uno stile che ditta dentro e che non conosce giravolte, né orpelli, neppure artifizi, fronzoli e maschere.    
     Una scrittura autentica, vera, libera.
     Va specificato, inoltre, che la nostra Autrice non va dietro alle voghe inconcludenti, né alle mode letterarie stravaganti, neppure all’originalità esasperata, né tanto meno alle forme d’intimismo fine a sé stesse, piuttosto, insegue, naturalmente e senza alcun affanno, autentico pathos e autorevole ethos.
      Inoltre, non si scorge nessun interesse per il particulare, né per il soggettivo, oppure per l’individuale, ma, piuttosto, dal particolare - che è dettato, comunque, sempre da coordinate spazio-temporali precise e cronologicamente studiate - si arriva all’universale secondo una prospettiva in verticale, di certo non orizzontale, che svetta verso l’alto.
    Una scrittura che dall’immanente si innalza verso il trascendente, il sacro, l’Assoluto.  
    E trionfa in queste pagine l’intramontabile formazione classica, il prezioso stile educativo, il senso del bello e del buono e, soprattutto, la straordinaria sensibilità di Iolanda Virzì. Inoltre, la lucente impalcatura portante, la chiara forma espositiva e la trasparenza linguistica dell’intero testo ci riportano, nobilmente, sia ai metodi pedagogici emblematicamente eterni, sia alla cura dei saperi perenni che hanno come unico e vero obiettivo la rivalutazione dell’agire umano specie quello legato al delicato atto dell’insegnamento che rimane unico mezzo di sempre rinnovata speranza.
        Dunque, non siamo in presenza di un semplice libro, ma piuttosto di un tappeto musivo, dentro il quale diverse tematiche e svariate problematiche si intrecciano tra loro, secondo quel logos capace di generare, appunto, un mosaico di totalizzante bellezza.
     La pandemia, certamente traccia il sentiero. E poi, a seguire l’isolamento, la lontananza, i dubbi, le delusioni, le difficoltà, il dolore e la morte, ma anche il significato straordinario del pane, della casa, del lavoro, degli affetti più intimi, degli amici, degli alunni, della scuola come luogo insostituibile di formazione e crescita e, ancora, l’importanza dell’impegno collettivo, della cooperazione sociale e politica - che spesso l’Autrice non intravede - ma anche la necessità della pace, delle speranze e dei sogni.
   E non è tutto, indaga, la nostra Autrice - seguendo l’arte della maieutica - anche sulla scienza e la sua necessità, sulle biotecnologie, sull’inquinamento, sui social, sulla globalizzazione, sulla violenza, ma anche sulla solidarietà, sull’imprevedibilità, sul valore della normalità, sull’amore, sulla costola tolta all’uomo per generare la donna, sulla delicatezza di quest’ultima, sulla parola di Gesù nostro Cristo, sulla carità e sulla fede, sulla sacralità del sacro e sull’Assoluto eterno.
     Un mosaico, si diceva, un quadro, un dono, un tappeto musivo, dove al centro troviamo il significato, il senso e la necessità dell’atto educativo che ha, certamente, come scopo primario avvicinare il discepolo il più possibile alla verità.
     Molte, infatti, sono le pagine consacrate a questo delicato problema alcune di straordinaria efficacia specie quelle dedicate al dialogo tra Protagora e Socrate, scritto dal grande filosofo Platone.  
     Qual è la verità? e che cos’è la verità in tempo di pandemia? Sembra sussurrare a fior di labbra e con il cuore nelle mani Iolanda Virzì.
     E non risponde la nostra, innestando ora sicuri dubbi, ora chiare speranze.  
     Ma su un dato è certa: nella storia ogni ancestrale disegno è Divino.
                                        
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