Tommaso Romano, "Umberto II e il referendum del 1946 nella Sicilia che votò monarchia" (Ed. Thule) - di Gaetano Celauro

Una visione di ampio respiro, completa ed esaustiva degli avvenimenti precedenti e successivi le giornate siciliane di Umberto II nell’imminenza del Referendum Istituzionale del 1946 sulla scorta di materiale inedito e con un recupero di informazioni dimenticate.

 

Si offre al lettore una visione di ampio respiro, completa ed esaustiva degli avvenimenti precedenti e successivi le giornate siciliane di Umberto II nell’imminenza del Referendum Istituzionale del 1946.
Un volume prezioso ricco di materiale inedito e con un recupero di informazioni dimenticate o trascurate che si avvale della prestigiosa prefazione a firma dello storico Francesco Perfetti che sottolinea come non si tratti solamente di un ottimo prodotto di Storia locale. Non è difatti solamente una ricostruzione storica accurata e dettagliata del periodo in esame ma un saggio che intende motivare le ragioni dell’ampio consenso ottenuto dalla Monarchia in Sicilia e nel meridione d’Italia con un ritratto sintetico ma convincente della figura di Umberto II.

Tommaso Romano, è uno studioso attento, autore ecclettico, colto e raffinato con i suoi studi e approfondimenti (tra gli altri: Il Mosaicosmo nell’infinito, edizioni Thule, 2021, Alchimia della Polvere, Aforisminattuali con Autoritratto feroce, All’insegna dell’Ippogrifo, 2019, Il barone Bebuzzo Sgadari di Lo Monaco di Tommaso Romano, Edizioni Thule, 2020) e non si limita in questa occasione solamente a dare alle stampe un saggio di storia locale ma indaga a fondo sulle ragioni e gli intrecci di questi eventi con la storia nazionale.

Una ricerca accurata e precisa basata su documenti inediti di un periodo compreso tra il 1943 e il 1946, un triennio che vede lo sbarco alleato, il “protettorato” anglo statunitense dell’AMGOT con la eccentrica figura di Charles Poletti.
Successivamente la riorganizzazione politica, territoriale, economica e sociale, sarà demandata ad una “Consulta regionale siciliana” che getterà le basi della nuova Autonomia dell’Isola che prenderà corpo con lo Statuto speciale approvato da Umberto II con regio decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, e disposizioni transitorie, pochi giorni prima del Referendum istituzionale del 2 giugno.

Il pregevole saggio di Tommaso Romano, Umberto II e il referendum del 1946 nella Sicilia che votò Monarchia, contiene una breve ma incisiva biografia di Umberto II, e ne mette in rilievo le grandi doti morali, ricordando peraltro come il rapporto della Sicilia con la Casa reale Sabauda era stato precedente al processo unitario, avendo avuto inizio il 13 luglio 1713 con il Trattato di Utrecht che vide Vittorio Amedeo, incoronato il 24 dicembre nella Cattedrale di Palermo, ma si ebbe poi la forzata cessione dell’Isola a Carlo VI nel 1720.
Si ripercorrono le varie tappe del soggiorno in Sicilia del re Umberto II, per l’ultima volta il 23-24 maggio del 1946, che toccò i principali centri dell’Isola con una grande partecipazione popolare.
Si ebbe in Sicilia una affermazione netta e indiscutibile della Monarchia dopo il referendum istituzionale ma la storiografia ufficiale e più diffusa pare abbia minimizzato e dimenticato questo aspetto. Si diede invece risalto al ruolo degli indipendentisti e delle nuove forze democratiche che si affacciavano alla vita pubblica, democristiani, socialisti e comunisti come pure un mondo cattolico che era diviso, schierato tra Monarchia e Repubblica.

Un’analisi dettagliata del voto popolare nei diversi centri dell’Isola nelle diverse dimensioni, città e paesi, rivela poi sorprendenti realtà, riportando elementi conoscitivi e dati e informazioni sottovalutate da una storiografia a senso unico dando al lettore ed allo studioso un contributo che completa la piena conoscenza dei fatti e delle circostanze.

Vengono riportati i dati numerici che dimostrano come sia assolutamente errato l’assunto per cui la Repubblica abbia avuto maggiori consensi nei centri più grossi mentre nei paesi, per arretratezza culturale, si sia votato Monarchia.
 

In realtà avvenne esattamente il contrario ma non è questo l’unico elemento ingannevole che Tommaso Romano rivela, essendo stati numerosi i punti critici che dimostrano come gli eventi storici siano da valutare nella loro interezza con disamine obbiettivo.
“Discrasie” sono infatti evidenti principalmente nel riportare o meglio convalidare i risultati del referendum e l’attribuzione dei voti alla Repubblica mai confermata definitivamente dalla Cassazione. I conteggi non tennero conto di una buona fetta della popolazione, gli “esclusi dal voto”, non essendo stati inseriti nel computo, le schede nulle o bianche.
Citando l’autore:

Si sommino gli esclusi dal voto (Bolzano, Friuli Venezia Giulia, italiani all’estero tra cui migliaia di militari arrestati, sudditi delle Colonie di Etiopia e Albania) per capire, chiaramente che i conti per la Repubblica non tornano.

 

Tommaso Romano peraltro non omette di evidenziare le responsabilità della Corona in quel tragico periodo, pur facendo presente come questa costituì un argine all’imperiosa avanzata del regime autoritario dopo il declino dello Stato liberale. Ma come Luogotenente e come Re d’Italia Umberto II firmo leggi fondamentali per il progresso morale e civile, abolendo le leggi razziali, la pena di morte e firmando il suffragio universale che ammetteva al voto le donne.
Si schierò di poi decisamente e senza riserve con a fianco la regina Maria Josè, da sempre antifascista, con gli Alleati.

Correda e arricchisce il testo scritto un’ampia documentazione dei giornali d’epoca che riportano la cronaca di quel periodo e dei soggiorni siciliani del sovrano con le foto che lo ritraggono nelle sue gremite manifestazioni pubbliche nell’Isola.
Un’ampia e documentata bibliografia chiude l’opera che si distingue per la scrupolosità dei dati forniti e per l’accuratezza della veste tipografica.

 

da: www.sololibri.net

 

 

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