Tommaso Romano, "Café de Maistre" (Ed. ISSPE) – Recensione di Giovanni Teresi
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- Category: Scritture
- Creato: 11 Settembre 2025
- Scritto da Redazione Culturelite
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Il libro Café De Maistre fa parte della dimensione del “mosaicosmo” del pensiero del prof. Tommaso Romano, cioè della sua felice intuizione del neologismo che si è nel tempo evoluta fino alla contemplazione della Bellezza: visione cosmica del mosaico che ogni umano crea con la sua attività artistico-letteraria.
In questa unione ideale sembra realizzarsi quel principio della fratellanza universale che è disegno divino e motivo di salvezza. È questo un pensiero che ha nell'arte la sua culla e che si oppone allo svuotamento spirituale e al vuoto religioso segnato dall'assenza, o meglio, dalla non-presenza di Dio, al quale tuttavia - sottolinea Tommaso Romano - bisogna restare fedeli, e il quale è da cercare proprio nel tempo della sua lontananza e della più grande povertà dell'uomo.
Ed è forte, nel Nostro, l'esigenza di ristabilire e fare conoscere la verità là dove essa è manipolata, distorta per risentimento o per motivi, spesso, ideologico-religiosi. Così, ad esempio, egli rende nota la rivisitazione della "Storia dei musulmani di Sicilia" di Michele Amari, da parte dello storico francese Henri Bresc, secondo il quale "il più che positivo giudizio" espresso dall'autore siciliano sui dominatori arabi e la "mitizzazione dell'Islam, visto come regno della perfezione" non sarebbero corretti perché frutto, probabilmente, della "passionalità" e delle "visioni romantiche" dell'Amari. Altro esempio di verità ristabilita riguarda una celebrata ottava di un canto popolare grandemente offensiva e infamante nei confronti dei Savoia e che Alessio Di Giovanni, nel suo articolo: Un'allusione alla Casa Savoia in un pseudo canto popolare siciliano, dimostra trattarsi di un falso storico. Se la pura e semplice verità è tradita e falsificata per futili motivi, per risentimenti, per meschine vendette, la Verità, quella che nel nome del Cristo ci è stata rivelata, è sempre più obliata e rinnegata, con la grave conseguenza della perdita della coscienza morale e del limite della libertà. Non possiamo non ricordare Ivan Karamazov, il quale afferma che "se Dio non esiste, tutto è permesso" e sottolinea lo stretto legame fra la negazione di Dio e la divinizzazione dell'uomo. Senza l'amore della verità l'eclissi dei valori, già in atto, sarà totale e inevitabile e la salvezza impossibile, perché con la perdita del sacro e del senso di Dio si perderà anche il senso dell'uomo.
Ecco l’esito del fondamento moderno espresso in «Il suicidio dell’uomo»: l’occultamento furibondo del Mistero, del Metafisico, dell’Infinito, che ripudiano Dio e la sua legge, aveva promesso un messianismo felice in versione marxista o turbo-capitalista, fino alla nuova positiva religione di Comte, al nichilismo, alla caduta nel vuoto della noia. Con l’aggravante, sostiene il Nostro, che la scienza divenuta sincretismo e la tecnica pervenuta a tecnocrazia, hanno aumentato l’astrazione fino al parossismo dell’illimite, al virtuale nulla percepito e sostenuto come reale.
Nell’escursus pedagogico-filsofico, tessere preziose del "mosaico" sono personaggi quali: Divo Barsotti, Padre Giuseppe Rizzo, Lucio Zinna, Giovanni Volpe, Giovanni Gentile, Alessio Di Giovanni, Lucio Piccolo, Mario Luzi...che Tommaso Romano ritrae negli aspetti che più li caratterizzano e dei quali lascia emanare la "Luce del pensiero". Insieme, questi personaggi, costituiscono una grande biografia dell'anima nella quale emerge, in trasparenza, lo stesso profilo del Nostro avendo egli in comune con loro il medesimo cammino spirituale in direzione della ricerca di verità e di senso.
Nella domanda, posta da Tommaso Romano a Mario Luzi nell'intervista inedita del 1989, è indicata l'unica via da seguire per risollevarsi da tanta decadenza, per uscire dal tunnel infernale e tornare "a riveder le stelle". E la guida non può che essere la poesia, come essa è stata di Dante nella figura di Virgilio, simbolo della saggezza poetica. "C'è la possibilità di una rinascita di una poesia ancorata ai valori, per così dire, forti?" È innegabile che la poesia sia il valore assoluto da riscoprire e praticare per conquistare l'amore della verità che, a detta di Sant'Agostino, è "il primo dei precetti, il sommo genere, il fonte di tutti". E dunque, amare la verità "è amare e desiderare il bene morale". Ristabilire il legame tra poesia e verità è quanto suggerisce Luzi nel preannunziare una "motivazione etica e religiosa (...) una richiesta di una poesia religiosa di "annuncio", oltre che di denuncia", nella convinzione che "la poesia ha la forza di progettare l'uomo futuro e di indicarlo anche alla scienza, che ha il compito di restituirlo a se stesso".
La poesia è la risposta alla civiltà tecnologica, che ha fagocitato ragione e sentimento estromettendo l'uomo dalla sfera del sacro e della spiritualità generando l'individualismo che, secondo Charles Taylor, è il maggiore dei mali della nostra società, la causa di quello che egli chiama “Il disagio della modernità”, ossia, la perdita dell'essenza umana, la chiusura verso l'altro, l'oblio della socialità, che hanno il loro contrassegno nella ricerca del successo, dell'approvazione, nel distinguersi ad ogni costo dagli altri, nel narcisismo egoistico. Contro questa tendenza suicida, contro questo vivere inessenziale, il Nostro ci ricorda, citando Heidegger, che "la poesia è un modo di vivere" più autentico nel "tempo della povertà". Ed è nella presa di coscienza di questo "disagio", sempre più esteso all'intero consesso umano, che cresce il bisogno di senso e acquista valore
veritativo l'ideale del "mosaicosmo",di cui Café De Maistre è un riverbero e una tessera ed è un micromosaico dell'immensa biblioteca spirituale in cui si inseriscono, si corrispondono, si riflettono infinite visioni: mondi e modi diversi di un pensiero unico e universale.
Allora che fare, in questo ennesimo deserto che cresce? Stare anzitutto dalla parte della cultura da trasmettere ai giovani, senza albagie assolutizzanti stare al loro fianco, al loro vissuto, difficile e spesso disidentico, per fornire loro proposte di risposte ideologiche, non totalizzanti, mai banali. Questo è il pensiero di Tommaso Romano espresso in “La Pedagogia della qualità”. “L’uomo è insieme spiritualità e naturalità, radice e bocciolo, sogno che è parte della realtà. Nella terra e nel cosmo. Chi vuole privilegiare l’uno sull’altro depotenzia, deprime, stronca le forze del pensiero, quelle ideative e visionarie, poetiche e razionali, logiche e di autocontrollo, da perseguire e possibilmente raggiungere.” Di fronte al disorientamento e la perdita di volontà e di senso, frutti perversi del culto del progresso, occorre rispondere con il ripensare oltre gli schemi l’organizzazione e l’approdo costante ai saperi autonomi, problematici e liberi slegati dal vincolo del titolo legale di studio, perseguendo piuttosto l’humanitas.
Importante è anche dare senso e volto all’arte perché in essa, secondo “Sgarbi e la trilogia d’Anima” “L’anima resiste al tempo” ed è nel suo libretto: “Dell’Anima”, che insieme all’altro: “Il bene e il bello” si concretizza il cammino nella bellezza. Ecco l’alchimia nell’opera del Parmigianino, la metafisica luce nella carnalità di Caravaggio, che dipinge ciò che vede e non ciò che pensa. Amore e comprensione vanno sempre insieme, scrive Sgarbi, è questo il significato di un viaggio d’arte e nell’arte.
Infatti, l'introduzione di Tommaso Romano al suo "Café De Maistre" si apre con la descrizione del locale panormita, degli "arredi originali …" ispirati all'Art Nouveau e si chiude con la velata esortazione a lottare contro la decadenza culturale e morale della società contemporanea per "dare un senso autentico" al nostro essere nel mondo. L'eleganza del Liberty o dello stile floreale contrasta con tale decadenza. Il contrasto si risolve nel bisogno del Nostro di trovare "un rifugio elegante all'inclemenza del tempo", sicché il Café De Maistre, la sua eleganza, è metafora della bellezza e, perciò, esso è un "luogo elitario", ideale per la contemplazione e per ritrovare la pace interiore; è un "chiostro" dove meditare e ricercare la Verità "in laboriosa solitudine", lontano dai "volgari" e dalla mondanità. È questo il magistero di Tommaso Romano, che, animato dalla cultura dello spirito, leva alta la sua voce confortato da mentori quali Platone, Tommaso d'Aquino, Vico. Altri Personaggi-guida, sono presenti in questa raccolta, dove non mancano, accanto ai quadri di pensiero, alla riflessione profonda su temi di teologia, filosofia, pedagogia, storia, letteratura, arte, le numerose invettive, tra cui quella contro il cieco conformismo di chi approva "tutto ciò che è progressivo, funzionalista e, quindi, moderno", quella contro i "poteri ideologici degli orientatori dei comportamenti della comunicazione e della pubblicità", quella contro il centralismo e il totalitarismo riformistico della scuola.