Salvatore Pedone, Mario Di Liberto, “Famedio dei Siciliani illustri” (Ed. Nuova Ipsa) – di Gaetano Celauro

É un colpo d’occhio di incomparabile, bellezza, suggestione e fascino, la serie di ritratti di Siciliani illustri che sono posti all’ interno nella Biblioteca Comunale di Palermo, il “Famedio”.
Sono quivi allineati in alto sul ballatoio nella sala di lettura, posti fianco a fianco in un unico ordine di fila, una suggestiva successione di immagini di uomini dalla foggia di abiti quanto più diversa in ragione degli uffici ricoperti e della moda dell’epoca, persone che hanno lasciato un segno indelebile nella Storia di Sicilia.
 Una quadreria che arricchisce ancor più un luogo simbolo della cultura, e che appare un corrispettivo in chiave figurativa e pittorica di quanto in chiave monumentale vi è all’interno della Chiesa di San Domenico, il Pantheon di Palermo.
Successive e progressive le fasi che hanno portato alla raccolta di questo egregio “quadro” sinottico di siciliani illustri che trova precedenti nell’editoria, costituendo una sorte di Memorabilia di storia della Sicilia e varie e diverse sono le raffigurazioni ed incisioni, alcune di fantasia, di uomini di fama a volte contenuti in diversi testi di importanti autori quali Rocco Pirri, Vincenzo Auria e Antonino Mongitore.
 Citando gli autori nell’introduzione:
 
Nell’aprile del 1765, Giuseppe Orcel, mercante di libri in Palermo, in un foglio a stampa distribuito “tra incliti e colti” aveva pubblicizzato l’associazione ad una pubblicazione…avente per oggetto: Elogi di uomini illustri siciliani che si erano distinti in ogni campo, a partire dal XIII secolo, accompagnati dal rispettivo ritratto
 
Sono due gli autorevoli autori di questa egregia opera, Salvatore Pedone, emerito Direttore per anni della Biblioteca Comunale di Palermo e Mario Di Liberto, appassionato studioso e profondo conoscitore della storia e della realtà cittadina, membro della Commissione toponomastica del Comune di Palermo ed autore di numerose pubblicazioni e del più volte edito, sempre aggiornato “Palermo. Dizionario storico toponomastico” edizioni Ila Palma, anno 2012.
L’opera dei due autori, di meritevole e di indubbia attenzione, frutto di anni di attenta ricerca e precisa analisi riempie un vuoto conoscitivo e pubblicistico su questa raccolta di quadri. E’ d’uopo ricordare poi come negli ultimi anni, il “Famedio”, per alcuni ritratti, è stato oggetto di restauro, grazie alla meritoria opera di conservazione e tutela del patrimonio artistico e culturale da parte della Fondazione Salvare Palermo
Attraverso questa operazione di studio ed approfondimento, da parte dei due autori, si sono corrette delle inesattezze nell’attribuzione di alcuni quadri a determinati personaggi, come pure si è verificata la presenza di duplicati come nel caso di Emerico Amari.
Il fulcro dell’opera è costituito da schede analitiche, precise e circostanziate che oltre a dare una descrizione dell’opera figurativa e del suo autore, danno un cenno del contesto storico in cui ognuno di questi visse distinguendosi per il suo operato.
È stato sempre uso abituale ed antico da parte di ogni nazione, dare rilievo alle persone che hanno compiuto opere meritevoli in diversi campi dello scibile specie dopo la loro dipartita.
Agostino Gallo (Palermo,1790-1872), erudito collezionista che ricoprì anche cariche pubbliche di rilievo, già alla metà dell’Ottocento, si era determinato nell’idea di porre in essere un “Pantheon” dei siciliani illustri, dando incarico di edificare nella Chiesa di San Domenico dei monumenti, tra i quali quello del pittore Pietro Novelli e del poeta Giovanni Meli. Ma Agostino Gallo, con l’andare del tempo, allargò sempre di più questa sua raccolta, coinvolgendo nell’allocazione delle opere financo la sua stessa abitazione in via dietro il coro dell’Olivella, oggi via Gagini ma esaurì ben presto lo spazio a sua disposizione.
 Fu presa pertanto la risoluzione di affidare, dopo la sua morte la sua collezione di ritratti alla Biblioteca Comunale dove aveva operato.In numero di 152 ritratti, la preziosa collezione venne pertanto concessa “in perpetuo deposito”, alla Biblioteca suddetta che incrementò la collezione dei quadri già ivi esistente.
Con l’andare del tempo la collezione anche dopo la morte di Gallo, si è vieppiù arricchita ed incrementata con diverse acquisizioni e si è resa necessaria un sempre più aggiornata catalogazione ed inventariazione che adesso Salvatore Pedone e Mario Di Liberto hanno definito nel migliore dei modi con il loro superlativo lavoro che raccoglie adesso nella sua totalità la descrizione dei 377 ritratti, debitamente corredati da cenni biografici di ciascheduno.
Giuseppe Patania, (Palermo,1780-1852) uno dei maggiori esponenti della pittura romantica dell’Ottocento, dipinse la maggior parte dei ritratti della quadreria Gallo, prendendo per lo più a modello fonti iconografiche o immaginando quelli dell’antichità come nel caso di Archimede ma ritrasse anche dal vero, per quanto riguarda i suoi contemporanei.
Tra le personalità ritratte, si ricordano tra gli altri quelli che ritraggono Francesco Crispi, Francesco Lo Jacono, Giuseppe Damiani Almejda, Giovan Battista Basile, Luigi Capuana (dipinti da Onofrio Tomaselli) ma i ritratti di personaggi illustri, riguardano in epoca più recente anche personaggi quali Leonardo Sciascia e Paolo Borsellino (ritratto da uno studente dell’Accademia di Belle arti di Palermo).
in: "Fondazione Salvare Palermo"
 
 
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