Pubblichiamo l'intervento di Ciro Spataro in occasione della presentazione del volume di Giulia Sommariva "Isola delle Femmine e Capaci - storia e memoria" (Ed. Nuova IPSA)

Ringrazio in primo luogo Rocco Battaglia  e Maria Grazia Cardinale, presidente dell’associazione Culturale Terra Vecchia di Capaci, per avermi invitato questa sera alla presentazione del libro di Giulia Sommariva  “ Isola delle Femmine e Capaci - storia e memoria- “ edito dalla casa editrice Nuova Ipsa, e l’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Pietro Puccio.

Con Giulia Sommariva ci conosciamo da parecchi anni e abbiamo sempre intessuto un rapporto di amicizia sul piano culturale, ben consapevoli delle nostre radici comuni, anzi se dovessi definire l’intervento di questa serata prenderei spunto dal titolo del libro di Goethe “Le affinità elettive”.

Marineo e Capaci, due comuni dalle diverse caratteristiche morfologiche, uno dell’entroterra palermitano, inserito nel contesto della civiltà contadina, l’altro ben contestualizzato nella fascia costiera ma accomunati dalla precisa identità storica di due famiglie nobiliari, quella dei Beccadelli Bologna prima e poi quella dei Pilo.

Il 18 marzo 1520 venne concessa a Francesco Bologna la licentia populandi del CASALE DI CAPACI col titolo di Barone ed ebbe anche il diritto di costruire il Castello e una torre, mentre nel 1549 sempre a  Francesco Beccadelli venne concessa la licentia populandi di Marineo col titolo di Marchese e nel 1553 costruì il Castello e le prime cento case.

Successivamente il 15 giugno 1617 venivano poste in vendita le Baronie di Capaci e Cefalà ed il Marchesato di Marineo.

Fu così che Vincenzo Pilo marito di Giulia Bologna entrò in possesso dei feudi ed in tal modo il casto nobiliare prese il nome dei Pilo Bologna.

Sul piano delle radici religiose non possiamo non citare l’opera del conte di Capaci Ignazio Pilo che nel 1739 da mandato affinché si dia inizio alla costruzione della nuova chiesa madre di Capaci e sempre nel 1737 lo stesso Ignazio Pilo Marchese di Marineo adorna la chiesa madre con un magnifico altare barocco dedicato al Patrono di Marineo San Ciro.

E devo registrare, a livello storico, che la chiesa madre di Capaci viene inaugurata il 25 marzo 1741 con una solenne cerimonia presieduta da don Luigi Pilo dei padri Teatini.

In origine la Chiesa Madre di Capaci presentava ben sette altari: uno dedicato a San Ciro martire patrono di Marineo, con un dipinto a lui dedicato che sovrastava l’altare, l’altro dedicato a Sant’ Erasmo patrono di Capaci e poi seguivano gli altari dedicati rispettivamente all’Immacolata Concezione, a San Giuseppe, alla Madonna del Rosario, alle Anime del Purgatorio, ed infine il maggiore al SS. Crocifisso.

Nel corso degli anni la Chiesa ha subito numerose trasformazioni e l’ultima in ordine di tempo è relativa ai restauri degli anni 1952, 1960 e 1963 nel corso dei quali sono stati rimossi gli altari di San Ciro, dell’Immacolata e delle Anime del Purgatorio.

Sono rimaste la tela del martirio di Sant’Erasmo e quella della Madonna del Rosario .

Forse non lo sapete ma San Ciro di Alessandria di Egitto e Sant’Erasmo di Antiochia sono stati martirizzati nello stesso anno, il 303 D.C. : San Ciro il 31 gennaio del 303 e Sant’Erasmo il 2 giugno del 303 durante l’ultima persecuzione dell’imperatore Diocleziano.

Inoltre non posso non mettere in evidenza che la parrocchia di Capaci fece parte sino al 1844 della Diocesi di Mazzara del Vallo e basta osservare le relazioni delle visite pastorali dei vescovi per notare “ La divozione del signor marchese di Marineo verso Sant’Erasmo, la qual chiesa del glorioso Sant’Erasmo fu fabbricata a spese del signor marchese nel 1573”.  Ed ora vi rivelo un piccolo curioso particolare poiché fra i vescovi di Mazzara del Vallo ne abbiamo uno proprio di Marineo, mons. Carmelo Valenti, nato a Marineo il 2 marzo 1798, redentorista, ordinato vescovo da papa Pio IX il 27 settembre 1858 ed assegnato a Mazzara del Vallo dove rimase sino alla morte avvenuta nel 1882.

A livello storico devo porre in evidenza come fra i precursori dell’impresa dei Mille vi era una grande personalità che aveva rapporti con Marineo e Capaci: Rosalino Pilo, figlio quartogenito di don Girolamo Pilo conte di Capaci e Marchese di Marineo, che era nato a Palermo il 12 luglio 1820. Rosalino il giorno dopo la nascita venne battezzato ( atto n. 657 del 13 luglio 1820) nel duomo di Palermo ed al primo nome ne vennero aggiunti altri tre: Erasmo, patrono di Capaci, Ciro, patrono di Marineo, ed Agesilao.

Rosalino, dopo gli studi con il famoso padre teatino Gioacchino Ventura, si dedicò ai due feudi principali della famiglia, quello di Capaci e quello di Marineo, ma nel contempo Rosalino, molto legato ai problemi sociali, cominciò ad avversare il governo borbonico ed intorno al 1840 si entusiasma per le idee liberali di Giuseppe Mazzini.

Si recò a Genova e rimase in contatto con la Sicilia per organizzare una rivolta contro i Borboni, mantenendo i contatti con Crispi, Giacinto Carini, Fabrizi e poi dovette trovare rifugio a Malta e a Londra .

Nel 1859 lasciò Londra per raggiungere Mazzini, prima in Toscana e poi a Bologna ove viene fermato dalla polizia ed espatriato a Lugano in Svizzera ed il 23 marzo 1860, dopo varie peripezie parte per la Sicilia e giunge a Messina il 12 aprile insieme a Giovanni Corrao. Dapprima il 21 e il 22 aprile 1860 si nasconde nelle campagne tra Piana e Marineo, ma ancora una volta, avendo alle calcagna la polizia borbonica guidata da Maniscalco è costretto a riparare nelle alture di San Martino delle Scale . il 12 maggio 1860 Rosalino Pilo si trovava tra Carini e Capaci per animare le squadre dei picciotti garibaldini, e proprio a Passo di Rigano le squadre dei volontari provenienti da Capaci impegnarono duramente le truppe borboniche.

Purtroppo Rosalino Pilo morì in località Pizzo delle Neviera, sopra San Martino delle scale il 21 maggio 1860, mentre stava scrivendo una lettera al generale Garibaldi, quando una fucilata lo colpisce alla testa di rimbalzo e non poté vedere il compimento dell’impresa dei Mille.

Ma Garibaldi riconobbe nelle sue memorie quanto fosse stato importante l’opera di Rosalino Pilo per la liberazione della Sicilia. Ed ora consentitemi al termine del mio intervento di prendere spunto da una iniziativa lanciata da Giulia Sommariva nel libro “ Isola delle Femmine e Capaci”  a pag. 131, “per uno scambio culturale e turistico all’insegna di un secolare patrimonio di storia in comune e di comuni valori religiosi da condividere”. Sarebbe molto bello che Marineo e Capaci condividessero un gemellaggio in nome delle comuni radici storiche.

27 agosto 2020

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