I Ruspoli, una famiglia al microscopio - di Giuseppe Massari

“I Ruspoli  l’ascesa di una famiglia a Roma e la creazione artistica tra Barocco e Neoclassico”, De Luca Editori D’Arte, Roma febbraio 2019 è l’ultima fatica editoriale di Maria Celeste Cola, dottore di ricerca in storia dell’arte presso l’Università di Roma “La Sapienza” dove ha insegnato e insegna Storia dell’Arte moderna, si occupa di storia del collezionismo e di committenza artistica con particolare riferimento a Roma tra Sei e Settecento. E’ membro del comitato scientifico della rivista “Studi sul Settecento Romano” diretta da Elisa Debenedetti e incaricato di ricerca del Centro di Studi sulla cultura e l’immagine di Roma.I suoi lavori sono apparsi nelle riviste “Studi sul Settecento Romano”, “Bollettino d’Arte”, “The Burligton Magazine” e nella “Rivista dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte”. Tra l’altro, non nuova ad un contatto di studio con i Ruspoli. A lei vanno ascritti precedenti studi e pubblicazioni: La Committenza Ruspoli a Vignanello. Passeri, Cerruti, Rosa, Nicolosi ed altri al servizio del Principe Francesco Maria nella chiesa colleggiata, Bollettino d’arte, Gennaio – Marzo 2008, Anno XCIII, Serie VI.  Gli Inventari della collezione Ruspoli: la nascita della quadreria settecentesca e l'allestimento nel palazzo all'Aracoeli. Un altro  contributo scientifico è quello contenuto  all’interno di Collezionisti, disegnatori e teorici dal Barocco al Neoclassico, a  cura di Elisa Debenedetti, nella collana Studi sul Settecento Romano, 25, 2009.  Il testo in questione amplifica e completa gli studi monografici precedentemente  avviati. Il volume ricostruisce, nell’arco di quattro secoli, la storia di una illustre famiglia italiana evidenziandone il ruolo di primo piano svolto a Roma tra il Cinquecento e l'Ottocento, a partire dal 1527, anno del famoso sacco di Roma. Di un ceto famigliare che non aveva origini romane, se è vero, come è vero, e come documenta l’autrice, che esso era di origini fiorentine. Infatti, nella primavera del 1523 una “bravata” tra giovani fiorentini cambiò di colpo le sorti dei Ruspoli. Accusato dell’uccisione di Lorenzo Frescobaldi, Bartolomeo Ruspoli (1496-1590) fu costretto a lasciare Firenze. Su consiglio di suo padre e degli zii Francesco e Zanobi, egli riparò nella città eterna. Quindi il primo della serie, il capostipite del ceppo romano fu Bartolomeo Ruspoli dando avvio alle grandi fortune del casato. Accolto a Roma dal potente banchiere fiorentino Bindo Altoviti, amico di suo padre, Bartolomeo apriva la succursale romana dell’antico Banco Ruspoli di Firenze. Sulla base di una capillare ricerca documentaria condotta nell'archivio Ruspoli-Marescotti e negli archivi e biblioteche di Firenze, Siena e Londra, il libro percorre, in un cosmo in cui  il nucleo nobiliare e famigliare si è mosso ed ha agito,  l'affascinante storia della famiglia attraverso l'osservatorio privilegiato dell'eccezionale committenza artistica rivolta dai Ruspoli alle arti decorative e ornamentali, al teatro e alla musica. A tal riguardo mi permetto aprire una parentesi tutta personale che, credo, dia valore all’opera di Maria Celeste Cola. La pubblicazione è corredata da una corposa bibliografia. Modestamente, dal mio angolo visuale, ho sempre ritenuto e ritengo che, spesso e il più delle volte, la bibliografia è o può essere più importante del testo di ricerca pubblicato. Mai come in questo caso è arrivato, indirettamente, il conforto da parte dell’autrice. Infatti, la monumentale mole di testi e fonti consultati, danno la misura e lo spessore del lavoro che ne è derivato. L’impegno  profuso, il tempo, la elaborazione, il discernimento di tutto il materiale per ricostruire, per argomentare, per scrivere sono la conferma di un lavoro immane condotto con pazienza, scrupolo e coscienza. Per tornare ai Ruspoli, è stato bene evidenziato il nesso tra committenza e mecenatismo che contraddistinsero la vorticosa ascesa sociale e politica dell'Eccellentissima Casa e determinarono la fioritura della cultura barocca e la diffusione del gusto romano in Europa. Un casato che seppe vivere tra mari tranquilli e acque tempestose; tra fiumi d’acqua dolce e torrenti burrascosi. I destini della storia incrociati e intrecciati con altre famiglie dello stesso rango sono la ragione o la causa principale di tanti successi e di tante sconfitte sul piano morale, affettivo, culturale e storico  Le sorprendenti biografie e le storie personali emerse dai carteggi e dai documenti hanno consentito d'intessere la storia politica e sociale della famiglia, come quella della città e degli artisti, architetti, pittori, scultori e musicisti scelti, privilegiati e beneficiati dai Ruspoli tra Rinascimento e Neoclassico. I Ruspoli, al pari di altre famiglie di rango, si rivelano collezionisti, mecenati, cultori d’arte. Non sono da meno. Gareggiano, competono nell’arricchire la quadreria di famiglia. Nell’essere al centro di interessi culturali e, anche musicali. Nel testo ci sono riferimenti, desunti da una pubblicazione di Ursula Kirkendale:” Georg Friedrich Händel , Francesco Maria Ruspoli e Roma, Lucca 2017, Libreria Musicale Italiana,  puntualmente citata all’interno del lavoro di Maria Celeste Cola, circa il rapporto che ci fu tra il musicista sassone, durante il suo soggiorno in Italia, e la famiglia Ruspoli. Siamo nella Roma papalina in cui il potere religioso sconfina in quello temporale. E, viceversa, quello politico che avanza pretese sul potere religioso. Le due anime si fondono, si confondono e si scontrano in quella che ognuno chiama ragione di Stato. Sorgono conflitti tra gli opposti mondi, ma c’è sempre la soluzione a portata di mano. Per una questione di mera pax? Certo è che ognuno cerca di trarre vantaggi e benefici. E’ questo lo scenario storico in cui si svolgono le vicende narrate, e non da protagonisti di secondo piano, ma da artefici, da costruttori di una storia perenne e duratura  Sullo sfondo dei cantieri pittorici e della creazione delle raccolte d'arte destinate all'allestimento dei palazzi e delle loro residenze trapelano i rapporti politici ed economici con i rappresentanti dell'antica aristocrazia capitolina e con i vertici della Chiesa. Il lungo racconto si snoda nei diversi momenti cruciali della storia familiare, dall'ascesa durante il regno di Paolo V Borghese, (reg. 1605-1621), alle varie e numerose attività finanziarie di Bartolomeo II sino alle relazioni favorite con Clemente XI Albani, (reg. 1700-1721)  l'amicizia con i papi parenti Innocenzo XIII Conti (reg. 1721 – 1724) , coronata nel 1721 dal titolo di principe romano concesso a Francesco Maria Ruspoli e Benedetto XIII Orsini, (1724 – 1730), culminata con la visita del pontefice  al castello di Vignanello, durante i primi giorni del mese di novembre dell’Anno Santo del 1725, in cui fu consacrata la chiesa colleggiata. I rapporti privilegiati con la corte di Vienna e l'affermazione sulla scena internazionale alla fine del Settecento. In tutto questo succedersi di eventi si inserisce la bellissima storia di una santa di famiglia. Sarebbe il caso di dire, che i Ruspoli –Marescotti, non si fecero mancare nulla. Infatti, da questa progenie nasce  Clarice, figlia del principe Marcantonio Marescotti e di Ottavia Orsini. Dopo una delusione d’amore, il padre la fece entrare nel monastero di San Bernardino a Viterbo, dalle Clarisse, dove già si trovava sua sorella Ginevra. Qui Clarice prende il nome di Giacinta.  Colei che scelse la via e la vita mistica della consacrazione monastica, trasformando la vanità di una vita in santità, fu proclamata beata da papa Benedetto XIII il 7 agosto 1726. Sarà Pio VII a canonizzarla il 24 maggio 1807. Percorsi fulgidi che danno al casato una dimensione di  notorietà se mai ce ne fosse stato bisogno. Prima di  concludere questa breve nota di presentazione, che non aveva la pretesa di essere esaustiva e né essere scientificamente o tecnicamente predisposta per addetti ai lavori, ma frutto di considerazioni, anche personali, così come è giusto che sia una recensione libraria, è doverosa un’ultima annotazione. Il ramo dei Ruspoli, oggi è ancora attivo nella capitale. Non si è estinto. Uno è Don Sforza Marescotto Ruspoli, che ha curato la presentazione dell’interessante volume. A seguire, poi, c’è Don Francesco Maria Ruspoli, X Principe di Cerveteri, appassionato studioso della storia di Casa Ruspoli. Non vanno dimenticate le principesse Donna Giada Ruspoli e a Donna Claudia Ruspoli, infaticabili e sensibili Signore del castello di Vignanello, così come Ilaria Bichi Ruspoli e suo padre il marchese Tommaso. Una dinastia, che è una storia scritta e da scrivere  sotto le ali protettive di un blasone. Di un atto di identità forte, riconosciuto da Maria Celeste Cola, che, con la sua bravura, la sua maestria e la sua pazienza di ricercatrice, ha saputo far splendere in tempi bui, difficili e pericolosi come i nostri. Con il lavoro portato alla luce dall’autrice, una verità assoluta è venuta fuori. La “Nobiltà” non muore mai.

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