Giuseppe Savagnone, “Lo stupore dell’essere, Il pensiero alternativo di Tommaso d’Aquino” (Ed. Marcianum Press) – di Gaetano Celauro
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- Category: Scritture
- Creato: 01 Ottobre 2025
- Scritto da Redazione Culturelite
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L’autore è uno stimato e conosciuto scrittore, editorialista come pure filosofo già docente di Storia e Filosofia di scuola superiore per oltre quattro decenni. Ha pubblicato diversi libri ed articoli e si è sempre adoprato nel ritrovare nella tradizione culturale e religiosa cristiana, la risposta al senso
dell’umana esistenza. Questa sua ultima opera, ben strutturata e articolata, si colloca sul solco di
questo suo primario indirizzo ed intento.
Un libro che, pur trattando una tematica impegnativa di cui l’autore conosce però bene le coordinate, risulta nondimeno accattivante per l’abilità e la capacità dell’autore di renderla accessibile. Ne scaturisce un ritratto di Tommaso d’Aquino reso gradevole, per la sua attualità di pensiero e temi dallo stesso sollevati.
Un pensiero filosofico, senz’altro di straordinaria attualità, in questo momento di eccezionale e profonda crisi di valori. Un discorso sulla filosofia può sembrare a molti astratto, ma non lo è di certo il ricercare il senso della vita e della realtà che ci circonda.
Tommaso D’Aquino ha vissuto una fase di profonda crisi e trasformazione paragonabile a
quella odierna, sebbene in nel contesto del tutto differente del XIII secolo. Si viveva allora un’epoca anch’essa di transizione, l’epoca in cui il Medioevo tramontava e vi era la nascita di un mondo nuovo, quello dei Comuni, e degli Stati nazionali.
Si assisteva a una trasformazione profonda della società paragonabile a quella che si vive adesso con una tradizione che entrava in crisi. Adesso come allora vi è un passato che non si riesce più a saper usare e ad un futuro che ancora non si comprende quale può essere.
San Tommaso, in questa temperie, può essere da modello per le sue scelte coraggiose e intelligenti.
Apparteneva all’ordine dei Domenicani ma per sua personale scelta anche molto sofferta. La sua era una famiglia molto nobile, essendo addirittura cugino di Federico II di Svevia, ma ritenne di entrare in un ordine poverissimo, che faceva della povertà la sua base ed il suo fondamento,
Tommaso fu subito allievo di un grande personaggio, Sant’Alberto Magno, che lo istradò alla
filosofia aristotelica ed ebbe il coraggio, di rompere con una tradizione che durava da secoli.
Il cuore della filosofia di San Tommaso è l’apertura alla realtà colta in sé stessa senza il rifugiarsi in sfere ideali, astratte e lontane dalla vita reale. Il senso del titolo del libro, “Lo stupore dell’essere”,è espresso nella quarta di copertina: Per far rifiorire in noi, abituati a consumare usare e la natura e le persone come oggetti - lo stupore di fronte al loro mistero”
Si vive in una società dove purtroppo tutto viene consumato, usato. Le cose sono utili o inutili ma
non si comprende più cosa merita di essere considerato in sé stesso. Tommaso invece indica un
atteggiamento diverso, la meraviglia di fronte alla realtà, che nasce dall’aprire gli occhi su di essa.
Il libro è diviso in sodici conversazioni. Tra queste - tutte di interesse - la quarta è intitolata “Ragione e Fede, Filosofia e Teologia” e riprende l’eterna questione che viene discussa tutt’oggi.
Tommaso ritiene la fede superiore alla ragione, ma pensa che entrambe devono dialogare tra di loro; non si possono avere due verità. La fede non può prescindere dalla ragione e questo è un segno di modernità del pensiero di Tommaso, espresso in un Medioevo considerato a torto un secolo buio.
Attraverso una serie di confronti con pensatori moderni come Kant, Hegel, Nietzsche, il libro tratta anche dell’esistenza di Dio e delle cinque vie che possono portare a Lui, altre conversazioni sono dedicate alla visione della conoscenza, all’antropologia e all’etica.
Nel libro si ricorda come il pensiero di san Tommaso di recente è al centro, nei paesi anglo sassoni,
di un rinnovato interesse, che ha dato luogo ad una fioritura di studi su questo grande pensatore.