Angelica Camassa, “Esperienza dell’invisibile” (Spazio Cultura Ed.) – di Gabriella Maggio

La poesia di Angelica Camassa abita il tempo, ne scandisce lo scorrere nella  data  precisa di  ogni poesia. E nel tempo si muove l’ inesausta ricerca di sé e del senso del mondo, filtrata e illuminata dalla metafisica cristiana cui allude l’invisibile,  venato d’incertezza umana: Riuscirò a riconoscerti/ quando sarai Risorto? Esperienza dell’invisibile è testimonianza di un impegno esistenziale costante e tenace espresso con  parole che  continuano a cercare, giungono dal silenzio, l’altro suono della parola…l’attesa dell’ascolto( Silenzio). L’aspirazione  è  trovare un senso al mondo pur nella consapevolezza della propria finitezza e fragilità: Mossa/soltanto/da ricerca di senso./”Quella vita/”io cerco col mio bastoncino/ che trema sulla strada. Angelica Camassa  si propone quindi di esplorare quella parte dell’esperienza che resiste ai mezzi umani e che solo la poesia  può esprimere   giovandosi  dell’aspetto fonico del segno linguistico, della scelta  e disposizione  lessicale  che  danno  al  pensiero  una connotazione ricca di risonanze emotive. Dare voce all’invisibile è a volte   sfidare la resistenza della parola:  Impotente la parola/a nominare /il resto( Inseguo p.49), questo anche il motivo per cui spesso sono  isolate  nel verso per meglio scandirle, marcarle: boschi di abeti/bruciati/…Il tempo di Natale /viene/con ali di velluto; Nuda vorrei essere /Offerta/… Mossa /soltanto/da ricerca di senso (Cerco). Esperienza dell’invisibile segue  Diario sconosciuto del   2016, SCe, e  arricchisce  “l’hortus conclusus” degli affetti  familiari e della cronaca cittadina, con una prevalente attenzione  sul sé e sul mondo esiliato dall’Eden: Questo è l’esilio/la terra dell’uomo/sconvolta/dalla fame/dagli orrori di guerra/dai veleni del cosmo(Esilio);  dedica soltanto la seconda e più  breve parte del libro ad  Affetti Incontri. Della prima raccolta Esperienza dell’invisibile mantiene  un concetto, che è  la pietra angolare su cui l’autrice  fonda con coerenza  la propria visione del mondo : Tutto quello che è attorno mi attraversa/senza fare male/ e ogni cosa ha la sua ragione di esistere./ Così / troverò forza  da quello che accade ( Diario sconosciuto ,Accade). Non c’è però acquiescenza o rassegnazione, perché vivo rimane il fuoco interiore dell’interrogazione sul senso, nell’intreccio di realtà esterna e interiore, dell’invisibile   che va ricercato con attenta lettura . Sulla pagina il lettore a prima vista coglie  un percorso esistenziale schietto e chiaro, temperato appena da un filo d’ombra, dolore e sofferenza,  accettati come parte della condizione umana, espressi talvolta con interrogativi : Cosa è che esiste ? L’autrice  consapevole della complessità della vita e del mondo circostante, fonda un rapporto fecondo con gli altri, anche se raro è il tu esplicito ed anche  il noi. Necessario, ma implicito  nello scandaglio interiore, è  “l’altro” sempre “in fabula”, secondo lo statuto della poesia stessa. I  momenti ed i numerosi  luoghi  ricordati  sono  “stazioni “ dell’esistenza, vissuta con pienezza di affetti e di valori etici e spirituali, che la   poesia  coglie  Stupita sempre di ogni cosa che accade, della “ grande bellezza”che ammalia e trattiene al limite dell’esistenza, Incanto fonico incessante/ del  respiro originario. Alma Poësis, a cui la poeta  si affida con un linguaggio asciutto e limpido . Un   libro di rara  grazia, mite e cordiale. Il bel  disegno di Antonino Scarlata, riportato in copertina, interpreta i luoghi emblematici della vita   di Angelica Camassa.

 

 

 

 

 

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