“Il siciliano che rappresentò l’isola nelle celebrazioni dantesche del 1865 a Firenze. Federico Lancia di Brolo e la Biblioteca di Polizzi Generosa” di Ida Rampolla del Tindaro

Pochi  sanno qualcosa su Federico Lancia di Brolo e sul motivo che nel 1890  indusse  l’amministrazione comunale  di Polizzi Generosa a creare  a suo nome una  grande biblioteca  dal notevolissimo patrimonio librario, comprendente più di cinquantamila volumi, 720 cinquecentine, 1116 secentine, 3.504 settecentine, più  quadri, sculture e suppellettili antiche di notevole valore.  Il materiale più antico proviene in massima parte dalle biblioteche dei  numerosi ordini religiosi esistenti in paese ( Francescani, Domenicani, Benedettini, Fatebenefratelli, Gesuiti , più gli Ordini  dei Cavalieri Teutonici e dei Cavalieri di Malta)  . Molto importante anche il reparto dei testi ottocenteschi, provenienti dal  lascito testamentario del duca Federico Lancia di Brolo, che i polizzani avevano nominato loro rappresentante alla Camera dei Comuni del Parlamento di Sicilia il 16 Luglio 1848.  La nomina era dovuta sia ai meriti del personaggio sia ai suoi  legami con il paese:  era infatti imparentato con i Caruso baroni di Xireni, alla cui famiglia apparteneva il grande storico polizzano Giovan Battista Caruso, autore di una monumentale Storia della Sicilia e molto ammirato da Ludovico Antonio Muratori e dal francese Mabillon ma oggi totalmente dimenticato dai suoi compaesani.      

    Federico Lancia di Brolo, nato a Palermo nel 1824, aveva dimostrato fin da giovane una spiccata inclinazione per gli studi scientifici e in particolare per l’agronomia. La sua fama di studioso in questo campo gli aveva procurato onori e riconoscimenti d’ogni genere da parte di numerosi paesi stranieri, dal Belgio all’Olanda, dall’Austria alla Germania, dall’Inghilterra agli Stati Uniti. Era stato delegato a rappresentare gli interessi agrari della Sicilia all’Esposizione mondiale di Londra del 1862  e in moltissime altre manifestazioni del genere, non solo in paesi stranieri ma anche in Sicilia, dove in questo campo c’era un  grande fervore di iniziative ,  documentato da una serie di diplomi, spesso di notevole valore artistico, rilasciati al duca per la sua partecipazione.  Da questi documenti apprendiamo, per esempio, che all’Esposizione agraria del 1868 il Lancia di Brolo, nella sua qualità di espositore, era stato premiato con medaglia d’argento, rilasciatagli anche nell’Esposizione di Girgenti del 1869, mentre a Siracusa aveva ricevuto un “premio d’onore” da parte del Ministero della Cultura.  Un’altra medaglia d’argento gli era stata conferita a Palermo nel 1864   in un’esposizione di floricultura. A Firenze ( dove naturalmente faceva parte della famosa Accademia dei Georgofili) aveva ricevuto una medaglia d’argento “come premio d’onore a titolo di benemerenza nell’istruzione agraria” da parte del Ministero dell’Agricoltura nel 1870 ( che gliene conferirà un altro, con le stesse motivazioni, nel 1873). Doveva essere anche un convinto animalista , dal momento che era stato fondatore, in Sicilia, della Società protettrice degli animali  ed era stato nominato Vice Presidente onorario, ad Edimburgo, della Società scozzese per prevenire la crudeltà contro gli animali. Ma può essere considerato anche un anticipatore dei problemi ecologici: era infatti Presidente d’onore dell’Istituto di salvataggio del Mediterraneo  di Marsiglia.

   I suoi interessi, però, non erano solo di tipo agrario e scientifico. Faceva parte di numerose Società operaie , di Associazioni umanitarie , letterarie e artistiche, ed era anche Presidente onorario della Società italiana per l’emancipazione della donna e Vice Presidente della Storia Patria di Palermo. Si occupava inoltre attivamente di scuola e dei problemi dell’insegnamento , come rivela la sua appartenenza ad Associazioni pedagogiche e scolastiche e il suo Rendiconto statistico delle Scuole Comunali di Mutuo insegnamento a Palermo per l’anno 1854, notevole per le notizie che fornisce sulla scuola palermitana dell’epoca e per alcuni interessanti particolari, come il generoso aiuto del Senato palermitano ai giovani

promettenti al fine di incoraggiarli ai “corsi scientifici” ed anche a quelli professionali. Troviamo inoltre, in questo ampio studio, la decisione del Senato palermitano di ospitare nel proprio palazzo l’Accademia del Buon Gusto e la relativa biblioteca, lautamente finanziata quale “monumento storico delle nostre lettere”: un grande esempio di sensibilità delle istituzioni di un tempo verso la cultura…

   Federico Lancia di Brolo era convinto anche dell’importanza dell’incoraggiamento e del riconoscimento dei meriti nel campo degli studi. In qualità di Vice Presidente e di Gran Cancelliere dell’Università di Palermo aveva inviato infatti una lettera al Collegio dei Gesuiti di Polizzi, dove sorgeva un corso di studi antesignano del nostro Liceo classico, con l’invito a distribuire ai migliori alunni dei diplomi di lode, di cui egli stesso forniva il modello. Questo documento è oggi esposto nel Museo delle scuola, che  è stato recentemente inaugurato nella Biblioteca e  che riunisce numerosi reperti del passato ,dai quaderni ai manuali scolastici ( opera spesso di noti scrittori , come Luigi Natoli, Vanni Pucci, Grazia Deledda ecc.), dai cartelloni ai giochi didattici, dagli Annuari scientifici degli insegnanti, che dimostravano così il loro amore per lo studio e per la ricerca, a tesine, schede e disegni  realizzati dagli alunni ,  dalle pagelle ai diplomi di merito rilasciati  dalle scuole perfino ai bambini delle scuole materne. E non mancano le sorprese : attraverso l’esposizione dei “Racconti muti” di Ernesto Ciralli, un maestro elementare che insegnò a Polizzi sul finire dell’Ottocento, è possibile ad esempio scoprire la prima autentica anticipazione , finora sconosciuta, delle moderne tecniche di insegnamento attraverso l’immagine. Tutte le innovazioni create dagli insegnanti venivano un tempo riconosciute e premiate ufficialmente: i Racconti muti del Ciralli ebbero la medaglia d’argento all’Esposizione di Torino del 1898, e una relazione ( anche questa esposta)  di una professoressa di calligrafia, Adele Lo Verde, che illustrava i vantaggi della “bella scrittura”  ebbe la medaglia d’oro all’Esposizione universale di Parigi del 1901. E non manca , in questo museo della scuola, un settore riservato all’Università, con l’esposizione di  tante testimonianze legate alla scomparsa goliardia: i papelli in latino maccheronico, i caratteristici cappelli a punta portati dai goliardi,  i testi di famose canzoni in latino medievale e, documento particolarmente raro,  uno dei primi diplomi di laurea rilasciati a Palermo nel 1816, consistente in un fascicolo in pergamena con copertina in pelle, interamente scritto in latino .

      Insieme al Museo della scuola, i locali della Biblioteca ospitano il Polo scientifico per la storia della didattica del francese ( l’unico in tutta l’Italia meridionale), realizzato con un protocollo d’intesa con il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Palermo . Grazie a questa collaborazione, la Biblioteca di Polizzi, unica fra le biblioteche d’Europa, è stata inclusa in un progetto internazionale che coinvolge sei paesi europei . Ma nelle Biblioteca sono presenti anche altri Musei: quello del giocattolo antico, in cui è esposta la collezione della famosa pittrice polizzana Francesca di Carpinello,in cui agli interessanti prodotti dell’artigianato locale si uniscono quelli provenienti da diversi paesi stranieri, quello etno-antropologico, realizzato grazie a una donazione dei polizzani  Alfino e Giuseppina Zafarana , contenente molte interessanti testimonianze della vita paesana e contadina di un tempo, e quello dedicato al cardinale polizzano Mariano Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato di Leone XIII e mancato Papa per il veto dell’Austria. In questo Museo figura un importante reperto donato dalla Presidente della Biblioteca: la Table Féret, un banco scolastico monoposto trasformabile in  scrittoio e leggio, offerto dal suo ideatore, il francese  A.Féret, sul finire dell’Ottocento, al Cardinale, del quale era ben noto anche in Francia l’amore per la scuola e per la cultura. Le concezioni che avevano ispirato la creazione del banco sono ancora validissime e rispondono in pieno ad alcune esigenze della scuola d’oggi. Ma la Biblioteca, nel corso del tempo, si è arricchita di cospicue altre donazioni fatte dai privati.

   Tra queste  sono da ricordare in particolare quella  degli eredi del critico letterario Federico Rampolla del Tindaro, che fu maestro di  Quasimodo, La Pira e Pugliatti , quella dello studioso polizzano Carlo Borgese, appassionato bibliofilo, e quelle del collezionista avv. Nicola Gagliardo, che, oltre a vari testi per il Museo della scuola e per quello sul Cardinale,  ha donato al polo scientifico per la didattica del francese una raccolta di scritti e di traduzioni in francese del grande critico polizzano G.A.Borgese.  

   Quest’anno , a causa della pandemia, non è stato possibile celebrare adeguatamente in Biblioteca il centotrentesimo anniversario della sua fondazione, che avrebbe riportato alla ribalta anche il nome del Lancia di Brolo. Ma, in vista delle prossime celebrazioni dantesche, é anche giusto ricordare che  nel 1865 fu proprio lui a rappresentare la Sicilia a Firenze in occasione delle cerimonie per il VI centenario della nascita di Dante : un onorifico incarico dovuto alla sua fama e al suo impegno culturale, che facevano onore alla Sicilia e che non è giusto dimenticare.

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