“Dal Muro alla Bundesrepublik Deutschland” di Carmelo Fucarino

09/11/2019 Angela Merkel nella Cappella della conciliazione di Berlino: «Nessun muro è indistruttibile e oggi non abbiamo più scuse per non difendere libertà e democrazia». «Il muro di Berlino appartiene alla storia e ci insegna che nessun muro che escluda le persone e limiti la libertà è troppo largo o alto da non poter essere abbattuto», Poi: «I valori sui quali si fonda l'Europa, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza, lo stato di diritto, il rispetto dei diritti dell'uomo devono essere costantemente difesi, I valori sui quali si fonda l'Europa, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza, lo stato di diritto, il rispetto dei diritti dell'uomo devono essere costantemente difesi»,
29.03.2019 - 12:24
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha donato ai frati del Sacro Convento una porzione del muro di Berlino. Il frammento è stato dipinto dall'artista Shek, tra i primi a realizzare i graffiti sul muro di Berlino. La cancelliera si trova ad Assisi in occasione della consegna della Lampada della pace al re di Giordania, Abdullah II. 
Trump così commemora la caduta del Muro di Berlino: « The Cold War has long since passed, but tyrannical regimes around the world continue to employ the oppressive tactics of Soviet-style totalitarianism, which have cast a long, dark shadow over history.  la Guerra fredda sia finita da tempo, regimi tirannici nel mondo continuano a usare tattiche repressive del totalitarismo di stile sovietico, che hanno gettato un'ombra lunga e scura sulla storia» e aggiunge «quanto accaduto sia di lezione per i regimi ed i governanti oppressivi in tutto il mondo: nessuna Cortina di ferro può contenere la volontà di ferro di un popolo determinato a essere libero Let the fate of the Berlin Wall be a lesson to oppressive regimes and rulers everywhere:  No Iron Curtain can ever contain the iron will of a people resolved to be free. ». (https://www.whitehouse.gov/briefings-statements/presidential-message-commemorating-30th-anniversary-fall-berlin-wall/)
Polibio in un frammento giuntoci sulla resa di Cartagine nel 146 a.C. spiega cosa era per loro la resa incondizionata (libro XXXVI, 4): Riguardo alla resa (ἐπιτροπή) «coloro che così si arrendono incondizionatamente ai Romani, cedono per prima la regione che hanno e le città che vi si trovano, e insieme a queste gli uomini e le donne  che si trovano nella regione e nelle città tutte quante, ugualmente fiumi, porti, templi e tombe, insomma di modo che di tutti siano i Romani signori, e invece coloro che si arrendono lo siano semplicemente non più di nulla.». Scipione ad esempio di suo padre Emilio Paolo… organizzò dei giochi e gettò alle bestie disertori e fuggitivi (Livio, Per. LI). Tralasciamo le scene di orrore, l’incendio di Cartagine e di vecchi, donne e bambini, talvolta straziati e fatti a pezzi dal crollo dei muri, fra grida orribili. Per chi ha voglia di leggere cosa avvenne in quei sei giorni e sei notti rimando ad Appiano (VIII. 129-130), per riportare il pianto di un vincitore: «Si dice che Scipione, vedendo la città … finire allora nella rovina più completa, scoppiò in lacrime, e fu chiaro che piangeva per i nemici; rimase a lungo a meditare tra sé e sé e avendo compreso che città e popoli e tutti gli imperi devono mutare, come gli uomini, il loro destino; e questo destino patì Ilio, città un tempo felice, questo patirono i regni degli Assiri e dei Medi e il regno dei Persiani, il più potente del loro tempo, e l’impero macedone, che aveva da poco irradiato il suo più intenso fulgore; allora, o che parlasse per precisa volontà o che questi versi gli siano sfuggiti, esclamò: «Giorno verrà che Ilio sacra perisca, e Priamo, e la gente di Priamo buona lancia». (Iliade, VI. 448-49, Polibio).
Era il diritto della debellatio che non scomparve con Roma, ma fu adottato con gli stati sconfitti nella guerra civile americana e nel 1866 nella guerra austro-prussiana con l’annessione del Regno di Hannover. In seguito alla resa incondizionata firmata dalla Wehrmacht il 7 e 8 maggio 1945, all’occupazione totale del territorio e alla soppressione di ogni Governo si impose alla Germania il principio della debellatio: «In diritto internazionale (per lo più nella forma lat. debellatio), annientamento dell’organizzazione di uno stato, quale si produce per effetto dell’occupazione del suo territorio da parte di un altro stato in seguito a una guerra.» (vocabolario Treccani). Completamente abolito il Terzo Reich la Germania non entrò nei trattati di pace.
Chiusa la guerra con la conquista di Berlino, preceduti dai preliminari della conferenza di Parigi dal (29 luglio-15 ottobre 1946), il 10 febbraio 1947 dagli alleati vincitori, Unione Sovietica, Stati Uniti di America, Regno Unito, Francia, Polonia, Jugoslavia, Albania, Cecoslovacchia, Grecia, furono imposti i trattati di pace con gli  stati sconfitti dell’Asse, Italia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Finlandia. Essi fecero seguiti ai vari incontri per stabilire la strategia e le ipotesi di occupazione: la conferenza di Teheran (Codice Eureka, i Tre Grandi, Iosif Stalin, Franklin D. Roosevelt, Winston Churchill), quella di Casablanca (assente l’URSS), infine quella di Yalta (i Tre Grandi) in cui si decise la ripartizione del territorio tedesco.
Per quanto ci riguarda nel nostro piccolo l’Italia divenne più piccola. L’ex Impero italiano dovette intanto restituire i territori occupati durante la guerra, ma soprattutto accettare aggiustamenti dei confini con Francia, Jugoslavia, Albania e Territorio Libero di Trieste, abbandonare tutte le colonie conquistate in decenni: dalla Somalia all’Eritrea, alla Libia,  all’Etiopia, all’Albania. Dovette pagare 360 milioni per risarcimento dei danni di guerra (Treaty of Peace with Italy, Paris, 10 February 1947, Entry into force generally: 15 September 1947, Entry into force for Australia: 9 July 1948, Part XI, artt. 90 e annex XVII).
Tornando alla romana debellatio, nella Conferenza di Potsdam (agosto 1945) le potenze vincitrici, URSS, USA, Regno unito e Francia divisero la  Germania in quattro zone di occupazione militare, formalmente sotto il governo di un Consiglio di Controllo Alleato. Berlino, situata nel settore sovietico, fu divisa pure in quattro aree. L’accordo prevedeva un piano di decentralizzazione dello Stato come singola entità economica e dipartimenti amministrativi centrali. Seguì il piano Marshall per risollevare l’economia e si propose l’introduzione del marco che tuttavia i sovietici non concordarono e uscirono dal blocco nel marzo 1948.
Così ebbe inizio la “guerra fredda” che ebbe come primo atto la chiusura dei confini sovietici di Berlino e per undici mesi la creazione di un ponte aereo. E da allora il mondo fu diviso in due blocchi che si contesero per decenni l’egemonia globale, fra frontiere doganali e guerre condotte da parte di terzi, prima fra tutte la guerra di Corea che ancora erge un muro fra due popoli.
Il 23 maggio 1949 Usa, Gran Bretagna e Francia cedettero la sovranità alla neo formazione della Bundesrepublik Deutschland, a loro alleata, e socia in seguito al Patto Atlantico e alla Nato e infine membro della Comunità economica europea. Da parte avversa l’URSS li seguì il 7 ottobre 1949 con la cessione della sovranità alla Deutsche Demokratische Republik (sigla DDR) che entrerà a far parte del Patto di Varsavia (maggio 1955). Da allora le due Germanie vissero secondo le direttive dei due gruppi e nelle rispettive zone di influenza, economica e militare. Si giunse nel 1961 all’erezione del Muro, chiamato con iperbole la Cortina di ferro. Le tensioni tra Germania Est e Germania Ovest erano già state ridotte negli anni settanta dal cancelliere occidentale Willy Brandt e la sua Ostpolitik.
Fino a quel fatidico 9 novembre 1989 e la caduta del Muro. Senza guerra e spargimento di sangue la DDR confluiva e si unificava con la Bundesrepublik Deutschland, regolamentata dalla parte occidentale con i dieci punti di Helmut Kohl. Come avvenne un tempo con la nostra esaltata unità di Italia, si trattò in effetti di una annessione da parte della Germania occidentale, con l’estensione all’altra parte della propria Costituzione, delle proprie leggi e istituti economici e militari.
Tutto sembrava compiuto con la svendita pubblica della DDR. Helmut Kohl sarà incrinato e sarà onorato da un alto incarico. Ma non era proprio così secondo il diritto internazionale.
Altri sostengono invece che la Germania permase nei limiti anteriori all’Anschluss sotto il governo del Consiglio di Controllo Alleato. Ciò inteso a stabilire una continuità di sovranità di uno stato che si annullò, anche se la questione resta controversa.
Riottenuta la sovranità a partire dal 1949, i due stati tedeschi ebbero imposte alcune importanti limitazioni, che in parte sarebbero rimaste formalmente in vigore fino al trattato del 1990.
A fronte di questa sostanziale interruzione, d'altro canto, vi furono anche aspetti di continuità nell'amministrazione: in particolare i comuni continuarono a funzionare ininterrottamente e le prime elezioni amministrative ebbero luogo nel 1946.
Bisogna però dire che la caduta, diciamo le picconate contro il muro in diretta televisiva, furono il simbolo di una profonda e plateale manifestazione popolare e la celebrazione di questa breccia assume oggi e lo fu allora un atto simbolico. Continuano a donarsi e commercializzarsi pezzi probabili di muro.
In effetti mentre giunsero a una definizione le questioni interne, il 13 ottobre 1990, le Quattro Potenze – si badi gli alleati della seconda guerra mondiale: Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Unione Sovietica – assieme ai due stati tedeschi (due-più-quattro)  alla Conferenza Cieli Aperti di Ottawa, negoziarono in una serie di incontri (Bonn, Berlino, Parigi e Mosca da maggio fino a settembre) la fine dei diritti riservati alle Quattro Potenze per Berlino e l'intera Germania. . L'unione politica formale fu eseguita tecnicamente – non senza critiche – tramite l'articolo 23 della costituzione della Repubblica Federale di Germania, come l'annessione da parte della Germania Ovest dei cinque Länder orientali appena ripristinati. Il 2 dicembre 1990 si tennero le prime elezioni della Germania unita che mantenne il nome della Germania che in effetti, come il nostro Regno d’Italia  avvenne per semplice conquista, diciamo,  annessione e mantenne l’antico nome di Bundesrepublik Deutschland, utilizzò il Deutsche Mark della Germania Ovest, e il suo sistema legale e le istituzioni vennero estese a Est. Berlino fu formalmente la capitale, ma le istituzioni politiche rimasero momentaneamente a Bonn. La decisione del Bundestag di trasferirsi a Berlino e durò fino al 1999, con l’insediamento  del Bundestag nel ricostruito Reichstag.
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