Opinioni sotto torchio | “E se non son diavoli...” di Dalmazio Frau

L’avrà detta quella frase il Vescovo di Roma all’esimio Scalfari, oppure no? Avranno parlato dell’Inferno, se ci sia o meno e pertanto se possiamo fregarcene bellamente e vivere come fossimo nel Paese di Cuccagna oppure si saranno ricordati di alcuni passi, non solamente biblici ed evangelici, ma anche riportati da altre fonti religiose non cristiane? Eh sì, perché gli Inferi mica li abbiamo soltanto noi… chiedetelo ai giapponesi o agli indù…

Quel che traspare certo, è che già Francesco non soltanto non sia molto attento alla dottrina né alla teologia – figuriamoci alla Demonologia che è argomento di studio teologico – ma soprattutto ( lo dice l’ottimo Antonio Paolucci, non io ) è alquanto distratto in materia d’arte, altrimenti certe affermazioni alquanto peregrine eviterebbe, forse, di farle, evitando poi anche agli organi di comunicazione vaticani di arrampicarsi sugli specchi per dover “correggere” le stesse.

Quindi se Bergoglio conoscesse un po’ di più l’arte, quella antica, quella del Medio Evo ( che a lui non deve piacere molto immagino ) e quella del Rinascimento ( che gli deve stare parecchio antipatica ), vi troverebbe validi motivi per sospettare – dico “sospettare – l’esistenza non soltato di un non-luogo chiamato Inferno, Inferi, Geheena, Erebo, Ade ed in innumerevoli altri modi, ma anche dei suoi rissosi occupanti: dannati e démoni.

Se soltanto il nostro piacioso Argentino avesse posato mai i suoi occhi sulle Tentazioni di Sant’Antonio di Grunewald, oppure sui dipinti di Bosch, ma anche sugli affreschi di Giotto, su una tela di Salvator Rosa… insomma su una delle tantissime opere d’arte rappresentanti démoni e dannati, forse qualche dubbio l’avrebbe. Ma niente. Non è quello il suo dubbio, anzi di questo è certo: l’Inferno è vuoto.

Eh sì che persino sotto casa sua c’è un’intera parete affrescata da un tal fiorentino dove Cristo si erge a giudicare i vivi e i morti, condannando e salvando, separando i reprobi dai giusti e consegnandoli al “pianto e stridor di denti”. Ma evidentemente la Cappella Sistina è troppo distante da Santa Marta e poi è roba vecchia, ha oltre cinque secoli, meglio qualcosa di più attuale, senza tutti quei diavoloni che straziano e adunghiano, ché poi la gente si turba e prova ancor Timor di Dio… ché, vogliamo poi farne dei disadattati al nostro tempo? Vogliamo un ritorno agli oscuri momenti medievali dell’Inquisizione? L’avete visto, o letto, Il nome della rosa? Come si chiamava il fratacchione capo nascosto nella biblioteca labirinto, vo ricordate? Jorge, si chiamava, Jorge… proprio come Bergoglio. 

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