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Scriveva nel giugno 1940 monsignor Mariano Campo, una delle anime e delle intelligenze più alte della Sicilia nostra del Novecento: «critici di oggi sono giornalisti: rapinati nell’ingranaggio vorticoso delle macchine, incalcati dal numero e dal chiasso delle cose da recensire (...) oltre ad essere pettegoli e seccanti». Mezzo secolo fa Mariano Campo non solo dava un necessario quanto giusto e tonificante consiglio ad un Amico che sinceramente stimava per la sua arte e la sua umanità, ma dava anche - senza volerlo, forse - una lezione a tutti gli improvvisati assunti al rango di opinionisti, di critici, di altisonanti gazzette e di ancor più paludati accademici.

Questa razza compromessa e conformista sa innalzare sul podio banali e inconcludenti scrittori purché targati e sponsorizzati dai clan dominanti mentre misconosce, ignora o stende un velo di silenzio su tanti autori nostri. Clicca qui per continuare a leggere