Lorenzo Spurio, “Inchiesta sulla poesia” (Ed. PlaceBook Publishing) - di Francesca Luzzio

L’inchiesta sulla poesia realizzata da Lorenzo Spurio, dà al lettore una visione completa della condizione della poesia in questo primo ventennio del XXI secolo. Essa pone bene in evidenza l’assenza di direzioni ben precise perché, come si è rilevato in un saggio in precedenza pubblicato dalla scrivente (La funzione del poeta nella letteratura del ‘900 ed oltre, IlaPalma, Palermo, 2012), oggi “tantissimi sono i poeti ed eterogenee le modalità espressive adoperate”. Forse, anche in passato sarebbero stati numerosi come oggi se il livello culturale della società fosse stato medio-alto, come lo è in genere attualmente, però non tutti gli esseri umani colti o mediamente tali sono poeti, quindi se il diffondersi del sapere ha favorito la crescita del numero dei poeti, è anche vero che non tutte le persone colte possiedono creatività, sensibilità idonei a mettere in versi il loro sentire.

Dunque l’esprimersi in versi appartiene a chi naturalmente nasce poeta: non si diventa tali, la poesia è una potenzialità innata che dei prescelti possiedono ed essi, considerata la libera versificazione oggi in genere in uso, se si prescinde da specifici componimenti di matrice orientale, oggi di moda, quali gli haiku, non bisognano neanche della conoscenza delle norme prosodiche e metriche. Oggi non esiste un’egemonia culturale esercitata da modelli o scuole, ma ogni poeta tende ad esprimere se stesso nel suo relazionarsi con se stesso e la società che lo circonda, secondo le modalità espressive che ritiene a tal fine idonee, lontano da condizionamenti formali.

Lorenzo Spurio, nella sua inchiesta condotta con scientifica indagine, attraverso un’attenta lettura e analisi del questionario proposto a poeti e non, ha mostrato una notevole competenza, pervenendo a un bilancio che prende in considerazione ogni aspetto e ogni problema che verte intorno alla poesia contemporanea che, fra l’altro, può avvalersi  e spessissimo ormai si avvale dei social networks per essere diffusa, ma, come sostiene Flavia Novelli nel suo articolo, presente nel volume, si è convinti che la  “diffusione di versi sul web crei più personaggi  che poeti” e che forse è opportuno trovare un punto di equilibrio tra i “mezzi di comunicazione moderni e quella dei canali tradizionali”, se non si vuole esclusivamente rispondere al proprio  egotismo che nel gratificare l’io, svalorizza la sacralità della creazione artistica.  

In conclusione, si può affermare che questa inchiesta è un saggio con più stazioni, dove l’autore, come già è stato rilevato, affronta varie problematiche attinenti alle condizioni della poesia attuale che, nonostante l’accrescersi del numero dei poeti, resta comunque ai margini della letteratura, perché poco letta e valorizzata in una società individualista ed egocentrica, rivolta più al consumismo che alla riflessione esistenziale e sociale, a cui la poesia naturalmente guida.

Vengono trattati il tema delle forme, delle contaminazioni artistiche, dei poetry slam, dei reading poetici, etc., mostrando sempre abilità interpretativa e di rielaborazione concettuale dei dati forniti dal questionario, insomma una dialettica, hegeliana sintesi in cui ogni tesi non ha escluso l’antitesi, pervenendo appunto all’idea di poesia come “sintesi di un mondo di opposti o di varianti di forme, strutture, immagini, oggetti, simboli”.

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