“L’autunno nell’odore di tabacco e vino novello” racconto breve di Giovanni Teresi

“Vendemmia”  di M. Caliri

 

Nei pomeriggi d’autunno, quando ancora il sole tiepido baciava le zolle e le ingiallite foglie delle viti, nel vicino androne di casa si giocava a carte seduti in cinque attorno ad un tavolo. Il tempo scandiva le ore ed il lento volgere della sera. Allora fino a notte si stava lì in compagnia; qualcuno fumava la pipa e l’odore del tabacco e del mosto che ribolliva nelle botti aleggiava attorno e tra i vicoli solitari. Tra un sorso di novello vino e gli sguardi attenti dei giocatori, le carte siciliane, tenute tra le nodose dita delle mani, interloquivano, segnavano il destino del gioco.

Nell’ampio salone della casa paterna c’era un’antica consolle intarsiata in acero bianco con un grande specchio puntellato di piccole macchie scure di vecchiaia. Lo specchio rifletteva parte del salone, la veduta della campagna fuori dal balcone. Sulla consolle, accanto a delle foto di famiglia, erano disposte delle bottiglie di vetro finemente lavorate contenenti vino marsala invecchiato e rosoli fatti in casa nelle diverse liete ricorrenze. Mentre assaggiavo quel buon nettare, riflettevo quanto lavoro ed esperienza erano stati necessari per gustare quel dolce vino liquoroso. Così ad ogni autunno, in silenzio, guardo fuori dal salone i colli e le brunite tegole. La mia storia è la storia di questo scorcio di terra pregno di sudore, di sole e amore. Il lavoro è magia lungo quei verdi filari, nel ribollio del mosto nelle botti.

 

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