“Il teatro di Séraphin” di Francesco Maria Cannella

 
 
A Patrizia,
per la sua dolcezza e la competenza mai supponente
 
 
Niente è più attuale o
Procrastinabile
 
Anche a perdere
 
Un cerchio chiuso
 
Un punto di fuga
 
Mentre l’Improvviso
È la migliore forma
Di buona condotta
 
Una Musa
 
Sono figlio di un fratello morto
 
Ma non c’è arte senza ironia
 
Un Nostos
 
Non c’è amore tra le mie costole
E l’unica titubanza è
Lasciar lavorare le premure
 
Quindi ogni giorno è lo stesso
Tranne quando ci si ritrova
Con tutte le contraddizioni possibili
 
Il salto di Fostbury
 
Raccoglierai ciò che hai seminato
 
E anche i grilli non parlano
 
.  .  .
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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