Guglielmo Peralta, “H-ombre-s” (Ed. Genesi) - di Marcella Laudicina

Il romanzo H-ombre-s del poeta scrittore e critico, Guglielmo Peralta è sicuramente un romanzo sui generis, denso di problematiche e di idee.
L’Autore, appassionato lettore, ha voluto concedere un supplemento di vita ai personaggi più amati delle sue letture.
I Personaggi, si riuniscono all’interno del Castello del sogno, che racchiude, nella sua alta torre di nove piani o cieli, le idee dei grandi uomini tramandate attraverso i libri
 Apprendono dalla beata Beatrice di non essere uomini, ma ombre, in quanto esistono soltanto come Personaggi.  Essi sono ombre di un regno, che non è quello dei morti, ma nemmeno dei vivi e dove, tuttavia, sono immortali. essendo presenti nei libri e avendo dei lettori.
Essi però vogliono rinunciare all’immortalità pur di diventare veri uomini e vere donne e avere una propria autonomia di azione, riscattarsi, volgere la loro vita in bene e accedere pur ‘anco’ al Paradiso. Non vogliono quindi più essere delle pure “forme”, fissate per sempre in un atteggiamento, in un’azione, in un pensiero, ma vogliono evolversi, progredire, dare il buon esempio.
Il titolo del romanzo, “H-ombre-s,1 riflette la natura di ombre dei Personaggi, i quali, però sono frutto delle idee degli uomini.
Il primo personaggio in cui ci si imbatte è K..2 che, di notte, lasciato l’albergo del villaggio, si avvia verso il Castello, dal quale ha ricevuto una chiamata. K., al quale spesso si sovrappone come un fantasma Josef K..3, spera di essere stato finalmente chiamato per lavorare come agrimensore nelle terre del contado.
Egli, inoltre, spera di sapere la ragione per cui Josef K. è stato arrestato e “sgozzato come un cane”. E spera anche di conoscere il nome che si cela sotto la sua misteriosa lettera. K., giunto nella sala degli specchi del Castello, viene accolto da una gran numero di personaggi che aspettano la sua venuta, tra cui spiccano: il Padre dei Sei personaggi, il principe di Danimarca Amleto, Don Chisciotte e  tre donne: Euridice, Sierva Maria 4e Sonja Marmeladova,5 la quale ultima ha interceduto per la sua venuta. I personaggi ascendono fino al nono cielo dove incontrano il personaggio di Pinocchio che arde, come loro, dal desiderio di fuggire nel mondo. Giunti sulla terrazza circolare e merlata della torre, i personaggi sono avvolti da una profondissima notte che, all’improvviso si squarcia, facendo vedere il firmamento in tutto il suo splendore e la vallata sottostante argentata dalla luna piena.
I personaggi-ombre si sentono sospesi tra sogno e realtà, tra leggerezza e pesantezza, tra spirito e materia e, cadendo, si ritrovano “sopra un lunghissimo avveniristico Ponte sospeso sulla valle, che li fa sentire sospesi tra “l’essere e il non essere, nella loro incerta natura, nella loro identità indefinita”
Questa loro condizione di incertezza spinge vieppiù i personaggi a volere essere nel mondo.
Il Padre si vuole riscattare, vuole dimostrare a sè stesso di non essere un uomo di bassa lega. Pinocchio vorrebbe andare nel mondo per salvare gli uomini che rischiano di trasformarsi in rinoceronti, come accade a Berenger, personaggio della commedia “Il rinoceronte” di Ionesco.
Sierva Maria, l’amante infelice, accetta di essere un riflesso della vita reale, un   personaggio, amato dai lettori e frutto del sogno di un autore, ma, nello stesso tempo non vuole rinunciare al sogno di esistere realmente. Il principe Amleto non avrebbe voluto essere folle e sanguinario e causa del suicidio di Ofelia. Vuole amare e confessa di essersi innamorato di Sonia, la quale confessa, a sua volta, di amarlo, ma come si ama il proprio prossimo sconosciuto, l’umanità intera. Euridice confessa che, come Ombra degli inferi ha amato Orfeo, ma che ora ama Amleto e che vorrebbe con lui salvarsi e perdersi nel mondo. K., afferma di voler vivere per avere finalmente un nome e l’amore che gli sono stati tolti dalla finzione. Egli diventa poi un’ombra di grandi dimensioni, diventando un tutt’uno con Josef K. Don Chisciotte, il cavaliere errante e sognatore, dice che realizzerà il suo libro, la sua storia. Sarà il quinto cavaliere dell’Apocalisse che scioglierà il sigillo, incontrerà la sua Dulcinea, e salverà il mondo. Egli sarà il cavaliere azzurro della soaltà, che unisce in sé sogno e realtà: “Allora il sogno si farà realtà e trasformerà il mondo portandovi salvezza e verità…Perché non c’è realtà più vera e più nobile del sogno che la genera! La soaltà è questa trasformazione e sarà la mia metamorfosi” 
Le Cose fanno sentire la loro voce e convincono i Personaggi che le loro storie fanno bene a coloro che le leggono, li elevano spiritualmente. E quindi il loro posto è il Castello del sogno, della creazione.
Così afferma Sonja: “ C’è Bellezza, dunque, nelle nostre sventure, nelle nostre tragiche vite raccontate!...Perché, come le Cose hanno voluto farci intendere, le nostre lacrime versate e raccolte nei libri bagnano gli occhi di qualche gentile lettore, ne innalzano l’anima e la purificano…Esistere, per noi, è donarci attraverso la lettura a invisibili occhi e sperare che questi, godendo della luce delle nostre tenebre, si accendano come fiaccole sopra il moggio e mettano in fuga i cattivi sogni sostituendoli con la bella visione del vero. Perché c’è verità nella Bellezza se, per suo tramite, si realizza il prodigio della creazione…C’è Bellezza nei libri!E i libri, non sono forse il corpo con cui abbracciamo il mondo?».
I personaggi, tornati al Castello, vedono finalmente il decimo cielo, “il paradiso della scrittura, il loro Empireo! in cui campeggia, incastonato dentro un grande occhio rotondo, l’albero della visione. Ed essi vi colgono, senza divieto, il frutto della divina Creazione. E vi riconoscono la grande Madre, la Notte feconda, l’Idea nello specchio della Parola. E la Parola è la Musica e la Musica è la Poesia e la Poesia è quel Dio, di cui ora vedono il Volto in mezzo a un Alfabeto di stelle, nel bagliore delle luci dei nove cieli lì adunate, ove sfogliano tutta la Bellezza del mondo: le immortali opere, passate presenti e a venire. I Personaggi conoscono i volti e i nomi dei loro autori e si identificano con essi. K. e Josef K. apprendono che il loro nome è Kafka, il nome del loro autore che ora essi sillabano con voce “gioiosa e palpitante”.
“H-ombre-s” è un romanzo filosofico denso di interrogativi e di contenuti.
In esso, attraverso l’interloquire dei Personaggi, si dipanano varie problematiche, come quella del rapporto che lega l’autore e i suoi personaggi, oppure la realtà al sogno, che la genera, dando luogo alla soaltà, intima unione di sogno e realtà.
In esso si afferma che tutto il Creato compreso l’uomo è l’opera del sogno, dell’ideazione di Dio.
Dal sogno, dall’ideazione dell’uomo, sono nati le cose e i libri, i quali ultimi sono pure cose, ma contengono idee, le quali sono eterne.
 
 
 
Note
1 Hombres, come si sa, nella lingua spagnola, ha il significato di uomini
2 Personaggio, protagonista del romanzo incompiuto “Il Castello” di F. Kafka
3 Personaggio protagonista de “Il processo” di F. Kafka
4Personaggio del romanzo: Dell’amore e di altri demoni, di G. G. Màrquez
5Personaggio di Delitto e castigo, di F. Dostoevskij
 
 
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