"GIANO BIFRONTE" di Francesco Maria Cannella

Il Labirinto della Cattedrale di San Martino a Lucca.
Il bassorilievo, datato tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo, riporta un’iscrizione in latino ancora ben visibile alla sua destra HIC QUEM / CRETICUS / EDIT DEDA – / LUS EST / LABERINT / HUS DEQ(U)- / O NULLU – / S VADER – / E QUIVIT / QUI FUIT / INTUS / NI THESE – / US GRAT – / IS ADRIAN – / E STAMI- / NE IUTUS che possiamo tradurre con: “Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo di Arianna”.
Al suo centro vediamo una figura consumata dal tempo che secondo alcuni studiosi raffigurava Teseo e il Minotauro.

 

 

 

GIANO BIFRONTE


Per Gianni,
 

    | La Dignità è un Habitus |

 

La coscienza non può che essere singolare, mentre l’indistinta collettività è una invenzione della più deteriore e scialba sociologia che si converte sovente alla più demagogica e irreale elaborazione dell’ideologia onirica. Come un caleidoscopio, possono e debbono aiutare a dare un senso nello smarrimento, a trarre linfa dalle radici, le tradizioni. Ogni palingenesi radicale è solo una violenza di più marcate ingiustizie.
L’autonomia assoluta dell’individuo è un assolutismo di segno contrario è, in realtà, una chimera letteraria e una costruzione pseudofilosofica. Non è realistico pensare alla libertà come una scissione dal contesto in cui ci si trova a vivere. È, piuttosto, il richiamo costante alle responsabilità personali che può equilibrare con gli altri soggetti un processo non predeterminato ma tendenzialmente pacificato e virtuoso.
 
[ una carlona sintesi dal libro "Libersingolarità (trenta aforismi antigreppia)" di Tommaso Romano,
prefazione di Pasquale Hamel, Edizioni All’Insegna dell’Ippogrifo, 2021. ]
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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