Ettore Majorana: il suicidio filosofico di uno scienziato – di Antonio Saccà

Non credo che esiste “una” vita autentica. Noi siamo autentici quando compiamo quel che sentiamo ciascuno a suo modo. Quindi non vi è “una” vita autentica che possa valere per tutti ma la propria vita individuale  per considerarsi autentici. Non sappiamo in che modo , in compimenti , dare valore alla vita. Tutto può sembrare inutile, anche la più grande conquista, giacchè  la vita passa e non è salvabile. Le opere hanno una “loro” sopravvivenza. Ma la vita è sempre perduta, sempre travolta dal nulla e non possiamo rimediare.Sorge la visione del fallimento ,non impedirai alla vita  di consumarsi. Può sgorgare la passione del nulla,nulla voluto non subito,se vivere è un quotidiano morire,vivere con questa consapevolezza, piantarla ossessivamente, renderla verità, senso. Una prigionia della Natura che si finge libertà dello Spirito. “Conquista” esclusiva dell'uomo nel vertice della cognizione sulla condizione umana.:il Nulla.

Questo preludiio serve a tentare la comprensione di una vicenda tragica e misterioso, la sparizione dello scienziato, il fisico  Ettore Majorana (1907-1938),ancora giovane e fulgente. Era un siciliano di Catania, precoce nella dimostrazione delle sue qualità, docente a prima vista,immesso ad operare ai livelli estremi,con Enrico Fermi,Segre,ebbene, questo giovane,racchiuso, schivo, antiveggente negli studi, svanisce, sparisce, diventa inesistente. Rapito, nascosto, suicida? Per quale motivo era avvenuto ,potrebbe essere accaduto: usarlo da potenze  esterne che lo reclusero? O temendo  le prospettive dell'energia atomica, la rovina che avrebbe potuto arrecare all'umanità? C'è un altro aspetto, del tutto personale: la solitudine. Majorana voleva restare solo..Non tutti ritengono realistica tale connotazione quasi autistica. Descrivono un Majorana socievole.

Talune persone hanno difficoltà a restare a lungo con gli altri.Quel che viene da fuori disturba, dà ansia, strappa a se stessi, è una forzatura estraniante. Quando Majorana scomparve , scrisse, dal traghetto, che il  mare non lo avevo voluto ,quindi non si era suicidato nelle acque. E’ un inganno invece si è ucciso annegandosi?Non credo.Allora? Concepisco queste possibilità. Majorana comprese che essere docente,, collaborare a imprese scientifiche gli impediva la solitudine, e scelse la solitudine rinunciando alla fama, ai risultati eccellenti. Preciso: forse la causa della sparizione sta nella sparizione.Majorana sentì che vivere è un lento sparire, gli altri, il mondo sono ombre illusive, Majorana oltrepassò la compagnia umana, le imprese scientifiche, e raggiunse, conquistò il Nulla.Trovò la “sua” autenticità:nessuna illusione che gli altri, le imprese valgono né che tu vali, non per disprezzo, no, per coscienza della verità-L’IO E’ UNO, UNICO, SOLO, NULLA. CORAGGIIODSAMENTE MAjORANA VISSE IL NULLA! Uccidersi non era indispensabile. BASSTAVA LA COSCIENZA DEL NULLA . DI SE’ E DI OGNI ESISTENZA.UN SUICIDIO FILOSOFICO! Fosse stato uno scrittore avrebbe narrato o versificato come Pessoa:VIVO COME INESISTENTE. Saggista avrebbe ripetuto Max Stirner:l’individuo essendo unico con la propria fine finisce assolutamente nel nulla. Majorana era uno scienziato:SPARI’ PRIMA DI SPARIRE! AVEVA PERDUTO FIDUCIA NELLA CONSISTENZA DELL’ESISTENZA.

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