Trasmettere vita all’esistenza. Tesori nascosti – di Antonio Saccà

Ciascuno ama specificamante ossia qualcuno, qualcosa meno o maggiormente. Siamo individui con un sentire individuale , l’equivalenza generalizzata apparentemente umana è invece disumana. Perfino i Santi ed i Saggi ebbero poredilezioni. Il tutto vale per le relazioni umane ma vale per il mare, i tramonti, i boschi, gli animali , la pittura, la scultura, la poesia, le scarpe, i grani di sabbia nei vasti deserti, taluni li raccogli e li guardi. In territorio musicale vi sono momenti che si inchiodano nella memoria ,  secondo il proprio sentire, riteniamo di averne scorta, e tornano a mente  come oasi abbeverative, se hai bisogni di ristoro, te le ascolti da te in te, o sgorgano impulsivamente , ripeto, ciascuno a suo modo. Per me, l’Aria di Didone in Didone ed Enea, di Enry Purcell, l’addio a Enea, REMEMBER, è come entrare nel Paradiso, vuoi farmi felice con l’infelicità di Didone?Ascolto o mi canto  dentro REMEMBER e mi dico niente di meglio sgorgò da mente compositrice, la tragica  serietà di chi vuole morire non sooravvivendo alla mancanza dell’amato! Ma che filoisofia! L’ARTE FA SENTIRE QUEL CHE LA FILOSOFIA SPIEGA E BASTA. L’Arte avvince il capire al sentire.  E  Didone resta. Ma la mente formicola, e ti viene alla memoria Kathleen Battle che dà voce ad un’Aria del Requiem Tedesc6o di  Johannes Brahms, ulterioire conquista, gli interpreti. Una voce cambia alle fiondamenta  il testo, come un esecutore di strumenti, un direttore. Il dolore che la Battle estende come a raggingere consolazione nel cantare l’amore per la madre,l’opera nacque dalla morte della madre del Compositore,o cercandola ma forse al vuoto , questa preghiera tra Dio ed il Nulla, così la intendo, ineguagliata, da ripugnare ogni altra voce come ludibrio… Ma ne esemplificherei a manate,pieghe, momenti, Ebe Stignani e Maria Callas nella Norma, Ezio Pinza nel Requiem di Verdsi, Aureliano Pertile nell’Aria “Di quella pira”, Il Trovatore, Lauritz Melchior in Wagner, Dmitrij Chvorostovskij, sempre, Romana Righetti, nelle Operette, un’Aria de Il conte di Lussemburgo dalla Righetti intesa nella sua sfera è assolutismo vocale. ma sono polverio , di brani compiuti  ne sgorgherebbero a getti lavici. Quand’ecco, tra le riserve di CD  vedo uno con dicitura strana straniera, Bakuleho zpevaeci,lo pongo in ascolto per sostituire musica cinese, melodiosa e reiterata, dolcemente neniante.  Di solito o sovente la musica accomuna un altro fare. Quand’ecco voci corali di uno squillio vivissimo o  dolente, suppongo pregativo, si impossessa della mente, escludendo ogni altra possibilità di attenzione. Talvolta una voce femminile  che si esterna con un quasi parlato assorto a cui replicano voci caute, intimizzate, poi qualche gioco contadinesco di fanciulle. LA VITA! QUESTA E’ L’ESPOSIZIONE  DELLA VITA CHE DA’ VITA A CHI ASCOLTA! Ora una voce solitaria con mareggiata corale sottostante si inarca con misura  come volesse uscire appena dal cantare nell’interiorità. Ora una qualche festività contadinesca! DEGNI DELLA MIGLIORE MUSICA CANTATA UDITA! E non so chi furono, decenni, decenni passati.Civiltà contadina, religione. Ora din nuovo questa preghiera, interiorizzata, voce singola e coro .NON RIESCO A  A CAPIRE PERCHE’ LE RELIGIONI NON RENDONO LA MUSICA ED IL CANTO VEICOLO ESTREMO DI FEDE. ALMENO PER L’INTERO ASCOLTO UNO SE NON CREDE IN DIO, HA DIO IN SE’.E taluni lo conserverebbero. COME CHE SIA L‘UOMO GIUSTIFICHEREBBE LA SUA PRESENZA ESISTENZIALE.ED AVREBBE UN LUOGO SACRALIZZATO DOVE SI TRASMETTEREBBE VITA ALL’ESISTENZA!

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