"La scomparsa di Carla Fracci, premio Marineo nel 2004" di Ciro Spataro

 

 

Dopo Franco Battiato, il mondo della cultura piange la scomparsa di Carla Fracci, morta a Milano, sua città natale, dopo una lunga malattia, affrontata, nel suo stile, nel più stretto riserbo.

Anche noi marinesi abbiamo avuto modo di apprezzare la grazia di questa “prima ballerina” il 12 settembre del 2004, quando è stata protagonista assoluta della trentesima edizione del Premio Marineo, anno in cui la Fondazione Culturale “Gioacchino Arnone”, presieduta allora da mons. Giuseppe Randazzo, si assunse l’onere della gestione del Premio.

Anche quell’anno, il presidente della Provincia, Francesco Musotto, decise di inserire la manifestazione nel cartellone “Provincia in festa” per legare il nome della Sicilia ai circuiti culturali più prestigiosi.

La Giuria decise all’unanimità di assegnare il premio internazionale a Carla Fracci, icona mondiale della danza e famosa per le sue magistrali interpretazioni tratti da coreografie note, a livello internazionale, come Giselle, Coppelia, il Lago dei Cigni, ecc. Tra i tanti importanti partner coi quali ha danzato non può non ricordarsi il grande artista Nureyev.

Quella serata a Marineo è stata veramente coinvolgente poiché la grande artista è entrata nell’atrio delle scuole elementari, avvolta in un elegante abito di seta, bianco, colore da lei preferito, i capelli raccolti e con un sorriso rasserenante, suscitando una calorosa ovazione da parte del numeroso pubblico presente.

Fra gli aneddoti della sua vita, Carla Fracci, ha voluto ricordare i momenti significativi vissuti sul palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo, raccontando anche, con emozione, gli inizi, non facili, della sua carriera. Un conoscente ebbe a consigliare ai suoi genitori di far ballare quella bimba tanto aggraziata e lei pensava che avrebbe imparato il tango e il valzer. Poi, dopo aver visto danzare Margot Fontayne, rimase colpita dal linguaggio della danza. “Al posto della parola c’è il gesto, un gesto che rimanda al pubblico emozioni e sentimenti. Anche la danza è poesia”, concluse, in un simpatico dialogo con il professore Pietro Mazzamuto.

Una serata indimenticabile per la comunità marinese e per tutti i convenuti che hanno apprezzato la semplicità e l’umiltà di questa grande diva, una donna che è divenuta un simbolo per tantissimi giovani e, come ha rimarcato la Giuria nella motivazione, facendo proprie le parole del grande poeta Eugenio Montale: “Carla l’eterna fanciulla danzante”.

 

 

 

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