"Biennale BellezzArtEstetica 2022" di Massimiliano Reggiani

A Ciminna, provincia di Palermo, la quarta edizione della rassegna biennale “BellezzArtEstetica” curata da Vito Mauro: un evento di arte contemporanea nei locali dell’ex Ospedale di Santo Spirito, l’attuale Polo Museale. Tre settimane di esposizione per le opere di quaranta partecipanti che hanno prediletto in gran numero la pittura su tela.
La Rassegna, però, è dedicata quest’anno alla memoria di un Maestro dell’arte siciliana Franco Montemaggiore, che ha dedicato la propria vita d’artista alla scultura, plasmando e scalpellando in un continuo dialogo tra la materia grezza e la sua tenace volontà di rappresentazione, di prendere spunto dal reale per costruire forme capaci d’imporsi nello spazio e fissare un istante di vita che si ripresenta - costantemente rinnovato - ad ogni diversa declinazione dell’ombra e della luce.
Luce, colore, linea: sembrano essere questi i valori dominanti dell’intera rassegna, dove gli artisti - che hanno i più variegati percorsi di vita, di studio e d’attività professionale - si legano comunque e sempre alla forza vibrante della solarità mediterranea.
La Biennale di Ciminna, infatti, è un crogiuolo di energia creativa che vive in uno spazio volutamente diverso dal binomio mostra galleria: è uno specchio dell’esigenza sociale di parlare attraverso l’arte, di trasmettere messaggi e porre interrogativi tralasciando il dato verbale per spostarsi nell’immediatezza della visione. Per questo la maggior parte dei lavori in mostra è strettamente legato al dato reale: l’arte rende semplicemente più forte e coinvolgente la percezione, ci apre a una trasmissione dei contenuti. Si delinea così il significato più profondo della rassegna, radicato nel territorio e destinato all’intera collettività, come spiega Vito Filippo Barone, Primo Cittadino di Ciminna: “Investire nella ‘Cultura’ significa, per noi amministratori e per tutti coloro che sono chiamati in modo diretto alla responsabilità delle generazioni a venire, riuscire a costruire il futuro già operando dentro il presente. Ecco allora, la scelta di riconoscere l’importanza di questa iniziativa selezionando e promovendo modelli, esempi, stimoli che concorrono alla sensibilizzazione, all’immagine e alla crescita culturale di una comunità. Con l’obiettivo, infine, di incentivare l’azione nella promozione delle arti di cui il nostro antico borgo - fin dai secoli trascorsi - è stato un grande centro di elaborazione attraverso un pensiero culturale cui tante intelligenze hanno dato lustro”.
Esistono diversi gradini nella comprensione dell’arte: se i grandi centri e le rassegne nazionali possono liberamente interrogarsi sulle scale di valori, sulle idee per un futuro diverso o sui legami ineluttabili tra la società e il linguaggio visivo in cui questa si identifica, per altre realtà il discorso è profondamente diverso.
Ciminna rappresenta un’intuizione: la necessità di avvicinare il quotidiano alle forme dell’arte in modo che ognuno possa prendere dimestichezza con una velatura di colore, con il susseguirsi delle pennellate, con l’immagine riprodotta e studiata perché si faccia portatrice di un’idea. Parlare il linguaggio dell’arte richiede anche una consuetudine, un dialogo maturato nel tempo. Prima di andare alla ricerca di un messaggio univoco il passeggiare fra le sale del vecchio Ospedale di Santo Spirito, medicheria e orfanotrofio che trovò nella lungimiranza dei Ventimiglia l’organizzazione e il sostegno adatti a una necessaria istituzione sociale, ci regala un primo contatto con una brillante e poliedrica espressione della cultura: l’arte della forma e del colore.
Nell’animo di ogni autore si possono poi trovare sensibilità preziose e inaspettate, ci si imbatte in riflessioni e talvolta anche in possibili risposte: questo è un percorso ulteriore che legherà poi il visitatore ad uno o più artisti preferiti. Nel complesso, invece, la Biennale di Ciminna è un brusio gentile di voci e di colori, una polifonia che aiuta lo sguardo ad andare oltre l’abito quotidiano delle cose: l’arte svela, ciò che prima appariva scontato improvvisamente si rigenera e si espande nei suoi propri significati. È già un pregevole risultato: far entrare l’arte nei problemi dei tanti, permettere ai più di acquisire un linguaggio nuovo, che sembrava confinato in ambiti molto più lontani, elitari e inaccessibili.
Massimiliano Reggiani
con la collaborazione di Monica Cerrito.
In mostra:
Antonella Affronti “Amanti”
Giacinto Alesi “Il muro”
Angelo Amato “Chitarra gitana”
Anna Balsamo “Sinuosità”
Gaetano Barbarotto “Giochi in trappola”
Liana Barbato “Pensieri”
Marisa Battaglia “Alberi su fiume”
Giovanni Calamia detto Gika “Elica silenziosa”
Francesco Maria Cannella “Dall’Africa verso l’Africa”
Giorgio Chiesi “Virus”
Giuseppe Cuscuna detto Gicus “Paesaggio”
Giusy Di Falco “Inconscio”
Angelo Diquattro “Paesaggi in dissoluzione”
Eliano Fantuzzi “Passeggiata notturna”
Anna Giuseppina La Paglia “A Tommaso Romano”
Eduardo La Paglia “Trapasso”
Joseph La Paglia “Nudo di donna”
Vito La Paglia “Nudo di donna”
Antonino Liberto “Paesaggi”
Stefano Lo Cicero “Apparenze”
Gabriella Lupinacci “VIRUS- Bowling Ball”
Elisabetta Maniaci “Notte stellata e barche sul mare”
Marina Mazzola “Savoca scorcio”
Giovanni Messina “Alba ad Aspra”
Sara Mineo “Domani tutti uguali”
Franco Nocera “La porta della Bellezza”
Lorenza Parrotta “Metamorfosi”
Maria Giovanna Peri “Cigarette”
Massimo Piazza “Radici per un albero”
Carlo Puleo “Espansione cromatica”
Enzo Puleo “Onirici tormenti”
Giorgio Puleo “Percorsi astratti tra i rossi”
Clotilde Rinella “Sguardo magnetico”
Cinzia Rizzuto Cinzia in arte Cinzia 42 “Uliveto di Sicilia”
Angela Sarzana “Ovunque entra la Tua luce”
Danilo Pietro Taormina “Il peccato”
Salvatore Urso detto Ursò “Annunziata”
Giuseppe Uzzaco “Paesaggio”
Emilia Valsellini “Prima della notte”
Antonella Vetrano “Rinascita”
 
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