presentazione del libro di Piero Montana, "Villa Palagonia Studio e Rivelazione dei simboli occulti"

 

Si è svolta sabato 30 marzo nei locali del Centro d’Arte e Cultura di Bagheria, siti in via Bernardo Mattarella n 64, la presentazione del libro di Piero Montana Villa Palagonia Studio e Rivelazione dei simboli occulti alla presenza di un folto e qualificato pubblico di artisti non solo bagheresi ma anche provenienti da Caltanissetta e altre città della Sicilia, di poeti, critici d’arte e soprattutto di gente assai interessata all’esoterismo di Villa Palagonia.

Del libro hanno parlato il suo stesso autore, la scrittrice Rosanna Balistreri e il professore Tommaso Romano, presidente della Fondazione Thule.
Come introduzione alla presentazione del libro Piero Montana ha voluto parlare proprio di Thule, avendone avuta conoscenza per prima tanti anni fa in un libro assai importante di Julius Evola, Rivolta contro il mondo moderno. Thule, la terra che i Greci situavano a Nord, la terra degli uomini Iperborei e degli Immortali, la terra  dove si era ritirato Kronos che aveva inaugurato l’età dell’oro, la terra più vicina al cielo e dunque la più santa è la terra di cui- dice Montana-  avrebbe dovuto pure parlare in questo suo ultimo libro, quando in maniera, sia pure succinta, viene ad occuparsi della stella a otto cuspidi, la stella polare ossia la stella del Nord. Infatti sulla coincidenza di una stessa direzione indicante il Nord ci si deve, per Montana, anzitutto intendere sul senso di questa stessa direzione. A riguardo l’autore del libro cita testualmente Corbin, che afferma che il nord può essere ricondotto al suo pieno significato << soltanto da un modo di percezione che lo innalzi a simbolo, a direzione simbolica della verticalità e della trascendenza, a simbolo dunque di una dimensione al di là >> Per Corbin  infatti solo orientandosi a Nord, orientandosi sul polo celeste in quanto soglia  dell’al di là, questa presenza lascia aprire a sé un mondo diverso da quello dello spazio geografico, fisico, astronomico, giacché si tratterebbe allora di salire lungo l’altezza, di salire sulla vetta, ovvero tendere al centro; la via retta non essendo altro che l’ascensione al di fuori delle dimensioni cartografiche, la scoperta del mondo interiore che secerne la propria luce, che costituisce la vera terra di luce, la vera Thule non localizzabile geograficamente, il mondo di pura luce di un’interiorità che si oppone alla spazialità del mondo esterno, che per contrasto, apparirà come Tenebre.
In questo senso per Montana si può dire che è della vera Thule, che come intuisce Evola, passò nel simbolo e nella superstoria, che il VI Principe di Palagonia, Ferdinando Francesco Gravina Junior, andava in cerca, facendo tra l’altro, ed, ad esempio, raffigurare al centro del pavimento del suo salone degli specchi la stella polare, la stella del nord, giacché questa stessa stella la viene, non a caso, a raffigurare, dentro un cerchio,  a sua volta racchiuso da un quadrato, dunque in una quadratura del cerchio, che nella geometria sacra, viene a simboleggiare il Mysterium coniunctionis, il mistero della congiunzione degli opposti e conseguentemente l’abolizione di essi, di ogni direzione, la congiunzione e l’abolizione del Nord e del Sud, dell’elemento celeste, Il Cielo, e dell’elemento terreno, la Terra, del maschile e del femminile, della forza attiva ed di quella passiva, dell’uomo e della donna, in un’esperienza interiore mistica, alchemica, visionaria, che probabilmente il nostro Principe sperimentò nella visione dell’Ogdoade, a cui la stella a otto cuspidi, la stella polare del Nord indicante il Centro sacro pure fa riferimento.
Quell’Ogdoade, di cui ci parla Ermete Trismegisto nel Corpus Hermeticum, ossia l’ottavo cielo, che non è ancora la sede di Dio, ma che si trova in prossimità di essa.
Ottavo cielo a cui giungono le anime ascese ai cieli purificate dagli influssi planetari.
Ottavo Cielo in cui queste anime purificate e pertanto beate sostano in preghiera nell’attesa di pervenire all’enneade, a quel nono cielo in cui potranno essere assorbite dalla Luce Divina.
In questa introduzione alla presentazione del suo libro Montana afferma che in Villa Palagonia Studio e Rivelazione dei simboli occulti, ha fondamentalmente inteso parlare di questa esperienza sovrasensibile del nostro Principe di Palagonia, dell’esperienza imaginale- come direbbe Corbin- della Terra celeste di Hurqalya.
Esperienza che però non è stata solo di Ferdinando Francesco Gravina Junior, ma l’esperienza dell’uomo premoderno che con l’acquisizione del sapere della Tradizione, del sapere di una scienza sacra, ermetica non finalizzata all’erudizione bensì a quella conoscenza fondamentale, iniziatica congeniale agli eletti ossia a maghi, mistici e alchimisti con la quale soltanto essi potevano realizzare un’autentica reintegrazione dell’essere.
Di seguito a questa introduzione dell’autore del libro ha preso la parola Rosanna Balistreri, che si è soffermata in particolare sull’analisi di alcuni simboli alchemici, come quelli del Toson d’Oro e di quel Ludus puerorum mai notato a Villa Palagonia prima di Montana.
A sua volta il professore Tommaso Romano, che ha detto di condividere l’interpretazione di alcuni simboli esoterici spiegati da Montana nel suo libro, quali ad esempio quelli riguardanti il cavallo bianco e i guardiani spirituali, ha rievocato il tempo della sua amicizia e familiarità con quel grande pensatore del <<Tradizionalismo integrale>> che è stato Julius Evola, a cui Montana, insieme ad altri suoi maestri spirituali ha dedicato questo suo ultimo libro.
CENTRO D’ARTE E CULTURA “PIERO MONTANA”
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