"La meta" poesia di Gabriella Maggio

 

Sono giunta

finalmente sola

 

Mi siedo sulla pietra antica e levigata

come stanco viandante  giunto alla meta

e da lì guardo verso i frammenti superstiti

alla strage del tempo

 

Sento in lontananza i passi di chi c’è stato prima

fruscii di foglie calpestate

pensieri

sentimenti

sogni

ombre  dell’ignoto

dolcezza dell’amato

oscuri presagi da  lampi lontani

 

Indugio

 

 Sento la pietra diventare scabra

raduno  pensieri  frantumati

perduti tra sterpi e detriti

 

Ciò che resta è troppo poco

a paragone di quanto è stato

 

  piccole schegge

sulla distesa calma del  mare immenso del tempo

 

Intanto l’orizzonte affocato

pian piano  scolora

e spezza  le trame

 

Resta  ora  la strada del ritorno

mentre si dissolvono  i fantasmi antichi

e cammino  verso   i vivi.

 

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