Quando Pier Paolo Pasolini chiese la raccomandazione: "Caro Palazzeschi mi voti allo Strega"

Incredibile, ma vero. Si direbbe. Pier Paolo Pasolini era alla ricerca frenetica di voti per potere vincere un'edizione del Premio Strega. Alcuni anni fa, la scoperta sensazionale della sua richiesta di raccomandazione per avere successo all'ambito Premio. 

Alcuni ricercatori universitari del Dipartimento di italianistica a Firenze stavano a rimettere a posto, a riordinare, il "monumentale" archivio di corrispondenze epistolari di Aldo Palazzeschi, lo scrittore fiorentino morto nel 1974, quando da un faldone uscì fuori una curiosa lettera.

"Caro Palazzeschi, è per grande il grande amore che ho per lei, che ho il coraggio di scriverle un bigliettino come questo. Non possiedo la sua meravigliosa leggerezza, e se non gioco con la sua grazia. Mi sono messo a giocare al Premio Strega, con tutti i giochini conseguenti (come scrivere questo biglietto). Insomma vorrei il suo voto, perché mi aiuti ad avere la gioia infantile e un po' sciocca di vincere", scriveva Pasolini, allora quarantaseienne, nel maggio del 1968 chiedendo la "raccomandazione" per il suo libro "Teorema" (Einaudi).

Di biglietti come questi, il poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista bolognese ne inviò a Palazzeschi un paio in occasione del Premio Strega del 1968, che naturalmente poi non vinse. Ad aggiudicarselo, per la cronaca, fu invece Alberto Bevilacqua con il libro "L'occhio del gatto" (Rizzoli).

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