“L’isola degli scrittori. Gli scrittori e l’isola. La Sardegna e la Sicilia” un progetto a cura di Pierfranco Bruni (MIBAC)

Un Progetto in cui gli scrittori e l’isola porranno all’attenzione il valore antropologico della letteratura.
Si costituisce un Comitato nazionale, presieduto da Pierfranco Bruni, per valorizzare e promuovere la letteratura degli “scrittori isolani” in un Progetto dal titolo articolato:  “Gli scrittori, la lingua, l’antropologia letteraria e l’isola”.
In modo particolare sono interessate la Sicilia e la Sardegna, ma si pensi anche a quell’isola di Arturo alla quale Elsa Morante dedicò uno dei suoi libri più splendidi del Novecento o a Gaspare Barbiellini Amidei che fa della sua Elba il Mar arabico nel quale è nato. Questi e altri faranno parte della ricerca all’interno di un saggio complessivo, tranne Baqrbiellini Amidei che avrà un suo spazio, ma il percorso è segnato dalla presenza degli scrittori siciliani e sardi. Scrittori tutti non viventi che hanno caratterizzato il Novecento.
Uno dei primi riferimenti, comunque, di partenza è Grazia Deledda proprio per le connotazioni antropologiche che i suoi scritti presentano per la Sardegna. Mentre  Luigi Pirandello per la Sicilia e per i modelli linguistici derivanti della lingua della sua Girgenti. Entrambi premi Nobel per la letteratura.
Il dialetto (direi i dialetti) e la lingua trovano negli scrittori nati nelle isole, e che hanno scritto sulla loro terra, un cromatismo di metafisiche ancestrali modelli mitici che portano direttamente ad una lettura antropologica dei linguaggi letterari comparati.
L’isola (le isole) ha sempre una attrazione in cui il dramma dall’ironico diventa tragico. Come in Luigi Pirandello che dalla sua Sicilia recupera il richiamo delle contaminazioni greche ed arabe, oltre a quelle sicule. Come in Grazia Deledda che racconta un mondo popolare e pastorale.
“La terra  come religioso patrimonio antropologico, sottolinea il presidente Pierfranco Bruni, e l’acqua come terra nel mare sono i luoghi mitici di una “visionaria” ontologia delle metafore. Il vento e l’uliveto sul mare costituiscono i due “chiodi” che inchiodano le zattere della traversata. L’sola così è la metafora di una scogliera che attraversa i linguaggi e le immagini”.
La prima fase della ricerca riguarda per la Sicilia gli scrittori:
Giovanni Verga,  ((Vizzini, 2 settembre 1840 – Catania, 27 gennaio 1922)  Luigi Pirandello (Girgenti, 28 giugno 1867 – Roma, 10 dicembre 1936), Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo, 23 dicembre 1896 – Roma, 23 luglio 1957) , Lucio Piccolo (Palermo, 27 ottobre 1901 – Capo d'Orlando, 26 maggio 1969) , Ignazio Buttitta (Bagheria, 19 settembre 1899 – Bagheria, 5 aprile 1997)   ,  Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989) , Elio Vittorini (Siracusa, 23 luglio 1908 – Milano, 12 febbraio 1966),  Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968)   , Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979)  ,  Stefano D’Arrigo (Alì Terme, 15 ottobre 1919 – Roma, 2 maggio 1992), Livia De Stefani (Palermo, 1913 – Roma, 28 marzo 1991) Maria Messina (Palermo, 14 marzo 1887 – Pistoia, 19 gennaio 1944), Bianca Garufi (Roma, 21 luglio 1918 – Roma, 26 maggio 2006) .
Per la Sardegna entrano nello studio:
Sebastiano Satta (Nuoro, 1867 – 1914), Grazia Deledda (Nuoro, 1871 - Roma, 1936), Emilio Lussu (Armungia, 1890 - Roma, 1975), Salvatore Satta (Nuoro, 1902 - Roma, 1975), Raimondo Piras (Villanova Monteleone, 1905 – 1978), Vitaliano Brancati (Pachino, 24 luglio 1907 – Torino, 25 settembre 1954), Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 – Milano, 1977), Sergio Atzeni (Capoterra, 1952 – Carloforte, 1995), Maria Carta (Siligo, 24 giugno 1934 – Roma, 22 settembre 1994).
Un capitolo a parte sarà dedicato a Gaspare Barbiellini Amidei (Mar Arabico, 26 novembre 1934 – Roma, 12 luglio 2007).
Il lavoro sarà sviluppato attraverso dei saggi, dei video e la pubblicazione di un volume con una brevissima antologia di testi.
La pubblicazione è prevista per il 2019 in occasione del centenario della nascita di Stefano D’Arrigo e per i trent’anni dalla scomparsa di Leonardo Sciascia oltre per le celebrazione dei 110 anni dalla nascita di Giuseppe Dessì.
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